Erbil (Iraq), 31 agosto 2007 - Oltre 2.000 persone sono state colpite dall'epidemia di colera che, negli ultimi giorni, ha provocato 5 morti e oltre 500 ricoverati a Suleimaniya e Kirkuk, nel nord dell'Iraq.

Finora, i casi accertati di colera sono 47, un numero che si prevede aumenterà. All'origine dell'epidemia ci sono le carenze di acqua potabile e di trattamento degli scarichi fognari: solo il 30% della popolazione di Suleimaniya ha adeguate forniture d'acqua, disponibile al massimo per due ore al giorno in gran parte della città, e solo il 50% delle scorte idriche cittadine sono sottoposte a clorazione.

In risposta all'emergenza l'UNICEF ha intensificato l'invio di aiuti agli ospedali delle due città, per consentire il trattamento del crescente numero di ricoverati.
Un team medico dell'UNICEF assiste le autorità sanitarie locali monitorando le comunità colpite e con campagne di prevenzione, promuovendo l'utilizzo di fonti idriche sicure o di acqua sterilizzata o bollita e informando sulla necessità di tenere i bambini lontano dalle zone invase da liquami fognari e di seguire le norme igieniche basilari.

L'UNICEF sta inoltre provvedendo all'aggiornamento del personale sanitario sul trattamento della diarrea acuta.
L'epidemia ha colpito sinora soprattutto adulti, ma i bambini sono a grave rischio: la combinazione di caldo torrido, con temperature fino a oltre i 50 gradi, la penuria e contaminazione delle scorte idriche (molti iracheni sono costretti a scavare da soli i pozzi) e condizioni igieniche precarie in città e campi sfollati crea seri rischi d'epidemie per la popolazione infantile.
Acqua contaminata e condizioni igieniche precarie sono all'origine del 90% dei casi di diarrea acuta nel paese.

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