La tecnologia, negli ultimi due decenni, ci ha viziato. Apparecchi elettronici e gadget sempre più piccoli e sofisticati - e spesso difficili da usare - che ci permettono di comunicare, lavorare, studiare, giocare, hanno invaso le nostre case, i nostri spazi, il nostro tempo ed è sempre più difficile riuscire a farne a meno.
Ma se per un adulto cresciuto quando la tecnologia era limitata alla TV e alla calcolatrice è, forse, ancora possibile buttare nella spazzatura il cellulare multifunzione o decidere di staccare il collegamento a Internet, per i gli adolescenti l'attività ipertecnologia di oggi è diventata una specie di droga che crea tecno-dipendenza.
Risulta da una ricerca portata avanti su un campione di 2.200 giovani delle scuole superiori dal prof. Daniele La Barbera, direttore della Clinica psichiatrica dell'Università di Palermo, e pubblicata nel mese di agosto 2007, su "Focus.it", periodico dell'Istituto di Informatica e Telematica del Consiglio nazionale delle ricerche.
Lo studio evidenzia che il 22% degli studenti oggetto della ricerca che trascorre molte ore davanti al computer mostra forme di attaccamento, quasi maniacale, davanti a gadget elettronici e ha un atteggiamento eccessivamente 'immersivo' che può innescare forme di dipendenza paragonabili a quelle del gioco d'azzardo.
Secondo lo psichiatra Vittorino Andreoli, che prende spunto dallo studio pubblicato da La Barbera su "Focus.it", utilizzare Internet in maniera eccessiva e un modo vivere antisociale (inteso come 'relazione sociale') e può condurre a una forma di 'autismo digitale', così lo definisce lo psichiatra, che porta a sostituire fisicamente le persone trasformandole nella loro immagine virtuale. (sp)