Martedì il Senato ha approvato in terza lettura il testo della proposta di legge sul cyberbullismo. Non siamo ancora al traguardo, ma è un segnale importante che ci ricorda ancora una volta come dall’educazione dei più giovani passi il progresso del nostro paese. (Scopri di più su:
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Il cyberbullismo o bullismo digitale, che consiste nell’esercizio da parte di un minore di una qualche forma di violenza verso un suo pari utilizzando strumenti digitali, è un forma, più subdola perché sconosciuta, dei tanti aspetti della povertà educativa. Se i più noti infatti sono dispersione scolastica e mancanza di competenze per poter condurre una vita di relazioni soddisfacente, non si può sottovalutare l’aspetto legato, non alla assenza di strumenti (educativi e sociali), ma al loro uso sbagliato: il cyberbullismo, appunto, di cui recentemente tanto abbiamo letto a causa di episodi gravissimi legati a fatti di cronaca. Il 6% degli adolescenti italiani è infatti vittima di cyberbullismo e l’11% di questi ha tentato il suicidio e ben il 50% ha portato a termine atti autolesionistici.
E’ quindi urgente una azione educativa e preventiva. Da anni il parlamento infatti sta faticosamente cercando di normare il fenomeno introducendo misure preventive e formative per educare gli adolescenti ad un uso corretto degli strumenti digitali. Ieri il Senato ha approvato il testo della proposta di legge, rinforzandone il carattere preventivo ed educativo, eliminando invece tutta una serie di accenni repressivi che erano stati introdotti nel passaggio alla Camera. Non siamo ancora al traguardo, quindi perché si tratta di vedere se la Legislatura durerà abbastanza per approvare il testo in via definitiva, ma è un segnale importante che ci ricorda ancora una volta come dall’educazione dei più giovani passi il progresso del nostro paese.
La situazione in Italia per quanto riguarda la cultura digitale, ahinoi, non è affatto confortante. Come mostrato anche dal WeWorld Index 2016 che misura attraverso 34 indicatori diversi la condizione di bambini e donne, gli italiani (uomini e donne) hanno un rapporto distorto con internet e la tecnologia in genere: solo un ragazzo su due – tra i 12 ed i 17 anni – infatti conosce i rischi a cui va incontro nell’utilizzo di internet e sa decodificare i “Termini e le Condizioni d’uso” che ogni strumento “social” chiede agli utenti di sottoscrivere; solo un ragazzo su 5 ne legge il contenuto (dati IPSOS, 2015 citati in WeWorld Index 2016, pag. 43).
Non stupisce quindi che, valicata la soglia dell’ignoranza si arrivi spesso alla barbarie ed alla violenza. Dice un noto adagio che a chi ha sempre un martello in mano la vita appare spesso come un serie di chiodi da piantare, potremmo parafrasare che a chi ha uno smartphone – e lo usa come uno strumento per entrare nella vita privata dei coetanei – compagni di classe e di giochi appaiono tutti come vittime potenziali, come ci ricordano i dati italiani e internazionali.
WeWorld nei progetti di contrasto alla dispersione scolastica ha incluso percorsi di formazione rivolti tanto ai ragazzi, quanto agli adulti (insegnanti e genitori), sull’uso di internet e dei suoi applicativi. L’uscita dalla povertà educativa passa anche attraverso un consapevole utilizzo della tecnologia. Molte scuole approfitteranno anche delle risorse del nuovo Piano Operativo Nazionale Scuola con fondi europei che proprio ieri il MIUR ha varato e che prevede diversi interventi volti a rafforzare competenze di cittadinanza globale e creatività digitale (in tutto 180 più 80 milioni).
Si tratta di risorse importanti che indicano come la Ministra Valeria Fedeli abbia a cuore l’investimento in prevenzione. WeWorld discuterà di come l’investimento in prevenzione abbia ricadute importanti il prossimo 1 marzo alla Camera dei deputati presentando una indagine sugli investimenti per prevenire la violenza contro le donne. Cyberbullismo e violenza contro le donne hanno effetti devastanti e spesso sommersi, in alcuni casi sono collegati perché lo stalking, le molestie iniziano spesso con uno strumento digitale, quindi conoscere come affrontarli e prevenirli è essenziale per un paese civile.