ET.SdgItalia analizza il documento del Governo su Agenda 2030. Il ministero dell'Ambiente ha pubblicato un voluminoso documento per chiarire "Il posizionamento italiano rispetto ai 17 Obiettivi per lo Sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite". Ecco la prima puntata della nuova rubrica #ET.SdgItalia dedicata a questo testo. (Scopri di più su: ETicaNews.it)
  • Marco Ratti
Gli obiettivi dell’Agenda 2030 prendono forma in Italia con un voluminoso documento diffuso recentemente dal ministero dell’Ambiente. Uno studio da 500 pagine che fa una foto della situazione attuale e che sarà riferimento obbligato d’ora in poi per valutare il cammino del nostro Paese sulla strada indicata dall’Onu. Per questo motivo ETicaNews ha deciso di dedicare tre puntate, oltre a quella attuale, a “Il posizionamento italiano rispetto ai 17 Obiettivi per lo Sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite”. Una sorta di rubrica, #ET.SdgItalia, che parte oggi offrendo una guida alla lettura di questo complesso studio e che consentirà, a partire da venerdì prossimo, di conoscere nei dettagli quali possibilità abbiamo davvero al momento di realizzare l’Agenda 2030.

Fare una sintesi di questo “documento di analisi della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile”, come è stato definito dallo stesso ministero, è impossibile. Per capirci qualcosa, semmai, è necessario comprendere come è stata costruita questa opera e andare quindi a prendere in considerazione uno per uno ciascuno dei 17 obiettivi, i cosiddetti Sustainable Development Goals (SDGs).


IL PERCORSO

Il lavoro dei ricercatori è stato condotto in tre tappe. La prima, tra marzo e giugno 2016, si è basata sulla stima dello stato nazionale di ciascuno dei 17 obiettivi e 169 sotto-obiettivi mediante una selezione degli indicatori nazionali potenzialmente più prossimi a quelli dell’Inter-Agency and Expert Group on Sustainable Development Goals Indicators (IAEG-SDGs), in attesa di una designazione ufficiale degli indicatori nazionali. Questa fase ha permesso di individuare anche le principali strategie e politiche per ciascun target, così da guidare, in un secondo momento, la definizione della visione di medio-lungo periodo della strategia.

Il documento è stato quindi condiviso con tutti i dicasteri dell’amministrazione centrale e con più di 200 organizzazioni non governative, che hanno contribuito alla sua evoluzione inviando commenti e istanze di merito tra giugno e settembre 2016.

Per consolidare il lavoro dal punto di vista tecnico-scientifico e permettere di portare a termine l’approvazione della Strategia nei tempi indicati, si legge ancora nello studio, il documento è stato verificato dagli organi governativi di ricerca (Cnr, Ispra, Enea, Crea) tra settembre e novembre 2016. Ed è stato infine sottoposto alla valutazione di tutte le università Italiane e di tutte le associazioni scientifiche di livello nazionale inerenti i temi trattati dai 17 obiettivi, con il coinvolgimento di un totale di 217 soggetti, per ogni eventuale revisione e aggiornamento tra novembre e dicembre 2016.


IL SEMAFORO

Per agevolare la comprensione delle analisi svolte, si è associato poi a ogni target una colorazione, mediata dalla nomenclatura adottata dall’agenzia europea per l’Ambiente. Si troverà dunque una segnalazione in verde quando “dominano le tendenze al miglioramento – Per lo più sulla buona strada per raggiungere il target”; in rosso quando “dominano le tendenze al peggioramento – In gran parte non sulla buona strada per raggiungere il target”; in giallo se “le tendenze mostrano un quadro non omogeneo”; in grigio quando “non si è in grado di stimare il target” per diversi motivi.

I ricercatori, ad ogni modo, sottolineano che attualmente il lavoro è ancora in corso di revisione per allineare gli eventuali disallineamenti tra indicatori utilizzati e il primo set di indicatori messo a disposizione dal nostro Istituto statistico nazionale e questo comporterà una maggiore precisione delle misure, ma non una modifica sostanziale dell’ordine e della natura delle indicazioni strategiche ottenute.


DUE GRANDI AREE

In particolare, il documento si divide in due grandi aree. Nella prima si incontrano le “schede target”, una per ciascun target di ogni obiettivo, che descrivono i contenuti dell’analisi e la valutazione qualitativa dell’attuale posizionamento italiano rispetto ai 17 obiettivi. Nella seconda, invece, ci sono le “schede obiettivo”, che contengono una tabella con la sintesi del risultato dell’analisi e valutazione qualitativa e una sintesi delle conclusioni delle relative schede target. In appositi box, invece, si trovano le proposte emerse nel processo di consultazione con gli stakeholder istituzionali, scientifici e della società civile.

A partire da venerdì 27 gennaio, dunque, la rubrica #ET.SdgItalia si occuperà di presentare in maniera approfondita obiettivi e target analizzati dal ministero italiano dell’Ambiente.

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