Le raccolte fondi diventano uno strumento di condivisione della CSR. Preferite ricerca scientifica e solidarietà. Sì anche ad arte e cultura ma sul territorio. (Scopri di più su:
OsservatorioSocialis.it)
Secondo i dati dell'Osservatorio Socialis, il cantiere di promozione della responsabilità sociale, dal VII Rapporto sull'impegno sociale delle aziende in Italia emerge la tendenza a concentrare le iniziative di responsabilità sociale su pochi indirizzi strategici, quali miglioramento del clima interno, lotta agli sprechi, ottimizzazione dei consumi energetici, senza disperdersi in velleitarie iniziative di facciata.
Per quanto attiene il coinvolgimento del personale, le aziende che nel 2015 hanno attuato policy di responsabilità sociale ritengono interessante la possibilità di raccogliere fondi all'interno dell'azienda (proposta sostenuta dal 27% del campione); oppure aderire ad iniziative di payroll giving (21%), offrire giornate di volontariato aziendale o mettere a disposizione di organizzazioni non profit le professionalità dell'azienda (19% del campione), collaborare con le Università (18% del campione).
Una elaborazione dell'Osservatorio Socialis con l'Istituto Ixè in merito alla CSR delle aziende italiane ha anche approfondito il tema del coinvolgimento del personale nelle iniziative di raccolta fondi promosse al proprio interno attraverso un questionario somministrato ad un campione di dipendenti di azienda.
Ne è emersa una maggioranza di dipendenti favorevoli al sostegno della ricerca scientifica e della solidarietà mentre un numero minore degli intervistati si è dichiarato pro raccolta in favore di restauro di opere d’arte e monumenti, purché facenti parte del territorio di appartenenza.
"Le iniziative per l'engagement dei dipendenti sono quelle sulle quali sempre più spesso avvertiamo interesse - spiega Roberto Orsi, Direttore dell'Osservatorio Socialis -, perché si ricercano percorsi virtuosi da condividere con il personale. Oggi è diventato importantissimo conoscere le aspettative, programmare gli interventi e gli strumenti di comunicazione, scegliere i partner non profit più adeguati, guardare in particolare ai territori, alle università, considerando i benefici delle iniziative di CSR in termini di produttività".