Un neologismo è entrato di prepotenza nel linguaggio globalizzato dei media: ‘Post-Truth’, post-verità. In breve, è l’amara scoperta che siamo entrati in un tempo in cui le fandonie hanno lo stesso peso della verità e quindi possono modificare il corso degli eventi... (Scopri di più su:
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Un neologismo è entrato di prepotenza nel linguaggio globalizzato dei media: ‘Post-Truth’, post-verità. In breve, è l’amara scoperta che siamo entrati in un tempo in cui le fandonie (bufale in gergo web) hanno lo stesso peso della verità e quindi possono modificare il corso degli eventi, soprattutto in un sistema democratico/moralista dove il consenso dipende moltissimo dall’immagine pubblica dei candidati.
Come accade molto spesso di questi tempi, la faccenda si presenta con un sapore misto di ridicolo, rabbia e dramma. Il ridicolo è legato al considerare ‘nuova’ una questione che si dibatte dall’epoca del contrasto tra Socrate e i sofisti, la rabbia è che di questo si parli solo dopo che una intera classe salita al potere grazie alla menzogna sistematica (e.g. riconoscere l’intera classe intellettuale italiana nel calunnioso
proclama contro il commissario Calabresi) e all’esaltazione del relativismo (la verità non esiste), si trova spiazzata di fronte a eventi da lei considerati disdicevoli come la Brexit o l’elezione di Donald Trump. Infine il dramma della
recente legge liberticida approvata dal parlamento francese che (coerentemente) chiude il cerchio intimando la chiusura dei siti pro-life sulla rete in quanto ‘propalatori di menzogne sulle conseguenze dell’aborto’.
Ma cerchiamo di volare un poco più alto delle contingenze: ciò che accade è che la nostra capacità personale di ‘appurare la verità’ è molto limitata. Se ho mal di pancia (indipendentemente dalla causa) posso essere sicuro della verità del mio mal di pancia, già se mi chiedono lumi sull’esistenza di Biella (dove non sono mai andato di persona) mi devo fidare del giudizio di qualcun altro. Nel caso di Biella fidarsi è abbastanza semplice in quanto l’ipotesi alternativa di una macchinazione planetaria coinvolgente un enorme numero di congiurati per tempi molto lunghi (e.g. geografi, storici, prefetture, servizi ferroviari..) e con scopi poco chiari, ha una probabilità vicino a zero.
Di fatto apparecchiare un sistema di test di ipotesi alternative è lo stile di accertamento della verità in scienza, non è per nulla infallibile, in quanto tutto si regge sulla congruità delle ipotesi con lo schema probabilistico (insomma bisogna accordarsi senza fiatare su delle premesse iniziali del tipo ‘assumiamo che un elettrone sia come una pallina molto piccola’) però se non altro è passibile di ‘falsificazione’ e quindi sostanzialmente onesto.
Il gioco della scienza è bello ma non si può allargare (pena gravissime mistificazioni) al di fuori dello stretto ambito delle scienze naturali (in medicina già zoppica molto…) ..e allora ?
Allora ci viene aiuto uno scienziato-filosofo di qualche secolo fa, Blaise Pascal che, ben addentro alla dimostrazione delle verità deduttive della matematica (che sono solo conseguenze della logica in quanto derivano come conseguenze necessarie da assiomi indimostrati) lapidariamente scriveva ‘Tendo a credere a ciò che afferma chi si fa uccidere per la sua verità’ … aveva in testa i martiri cristiani, i testimoni per l’appunto.
Credo che questo modo di regolarsi sia (anche se in maniera inconscia) quello che usiamo un po’ tutti e se gli elettori si fanno l’idea che i politici che chiedono loro il voto non siano disposti, non dico a morire, ma neanche a perdere prestigio e denaro per ciò che affermano, allora è abbastanza specioso stracciarsi le vesti su bufale, ignoranza e populismo…