Catania. C’è un mondo che è ancora capace di incidere sui cambiamenti. Un mondo che si fa portatore di idee – spesso innovative – e che non solo resiste alla crisi, ma rilancia nuovi percorsi di sviluppo. (Scopri di più su: Sociale.Corriere.it)
E’ il mondo della cooperazione, quello che in controtendenza rispetto alla crisi è riuscito a creare davvero occupazione (14 milioni di posti di lavoro in circa vent’anni), che è riuscito a registrare una crescita del 14% nell’arco di otto anni e che nei 27 stati dell’Unione europea vale addirittura il 10% del Pil.
- «L’Italia ha il più grande modello organizzato di cooperazione sociale a livello internazionale. Dall’estero ci guardano con attenzione. Ci studiano, fanno ricerche…» confessa Giuseppe Guerini, presidente di Cecop-Cicopa Europa e di Federsolidarietà-Confcooperative.
Come molti altri, anche Guerini è arrivato a Catania per l’Happening della solidarietà. Un evento che si ripete ormai da diciassette anni. Una forbice di tempo nel quale il mondo del terzo settore e della cooperazione è profondamente cambiato. Ed è proprio qua, su questa terra emersa del sud, che nel corso degli anni è stata raccontata l’evoluzione di un settore che in Sicilia ha prodotto esempi d’eccellenza. Buone prassi che sono passate in rassegna in questa edizione dell’Happening, che ha posto in bella evidenza i sui obiettivi già a partire dal titolo: “riGenerare dalle differenze”.
- «Nei nostri ventidue anni di storia abbiamo scelto di coniugare l’azione imprenditoriale a un costante processo culturale per le comunità e nelle comunità. L’Happening della solidarietà nasce per questo motivo e rappresenta oggi il simbolo della nostra sfida» commenta Francesco Passantino, presidente della Rete Sol.Co. che oltre a organizzare l’evento conta ben 95 cooperative associate su tutto il territorio regionale.
La differenza, quindi, non è un limite. Bensì una ricchezza. Ne sono conviti i protagonisti di questa due giorni. Ne è convinta Pina Romano di Confagricoltura, che ha presentato l’esperienza degli orti sociali. «Noi sappiamo coltivare la terra, non siamo operatori sociali. Ma insieme al terzo settore possiamo fare grandi cose». E grandi cose sono state fatte, a cominciare dall’inclusione di ragazzi con disabilità e dalle imprese agricole create insieme ai detenuti.
E di questo è convinta anche Assia La Rosa. Lei, 36 anni, è giornalista, comunicatrice creativa e imprenditrice. Ha creato (e presentato) “Laboriusa”, che in siciliano significa letteralmente “operosa”. Proprio come la comunità locale. E’ una piattaforma di crowdfunding, la prima del non profit nel sud Italia. La Rosa non solo ha annunciato il raggiungimento anticipato della cifra necessaria a realizzare il progetto di Laboratorio Saccardi: una statua dedicata a Franco Franchi e Ciccio Ingrassia che sarà collocata a Palermo (a completare il finanziamento sarà Gnv – Grandi navi veloci). Ma è andata oltre. Perché nel corso dell’Happening ha ufficialmente lanciato anche il nuovo progetto della cooperativa Mosaico: si tratta di “Agrisocial Librino”, il cui obiettivo è realizzare un orto sociale da destinare alla coltivazione di ulivi e vigne da mettere a disposizione delle famiglie del quartiere. Sono bastate poche ore per raggiungere il 7% della copertura totale. Per donare restano ancora tre mesi.
A Catania, sul palco del centro fieristico “Le Ciminiere”, c’erano anche una panchina e un paio di scarpe rosse. Non erano oggetti d’arredo, ma richiami presenti e costanti che invocavano silenti un cambiamento. Così, nella giornata internazionale per per l’eliminazione della violenza contro le donne, non sono solo i simboli a essere protagonisti. Ma anche i numeri: quelli della presenza femminile nel mondo cooperativo. Mentre Giusi Palermo (vicepresidente della Rete Sol.Co.) ricordava che sono donne il 60% degli operatori, Anna Manca (Confcooperative) ha fatto notare come la presenza femminile si assottiglia avvicinandosi progressivamente ai vertici delle organizzazioni: solo il 40% dei soci sono donne, mentre se andiamo ad analizzare la classe dirigenziale la percentuale scente a 27.
- «Non valorizzare le donne significa non mettere in circolo quel capitale umano utile a ricostruire il tessuto sociale di cui abbiamo bisogno» ha aggiunto Manca. «Anche perché dove lavorano le donne, be’, scopriamo che lo sviluppo del territorio è maggiore».
All’Happening c’è stato spazio anche per l’educazione grazie al coinvolgimento di studenti e richiedenti asilo, che insieme hanno realizzato il flash mob “accogliente”. E c’è stato spazio anche per la politica, con gli interventi dei parlamentari Edoardo Patriarca (suo il focus sulla riforma del terzo settore) ed Elena Carnevali, che parlando della legge sul dopo di noi – il decreto attuativo è stato firmato solo un paio di giorni fa – ha detto che si tratta di un testo «atteso da vent’anni, molto aderente alla realtà».
Il paese che cambia (e si rigenera) è passato anche attraverso le parole e i racconti di due testimoni diretti. A cominciare da Walter Nanni, responsabile dell’ufficio studi di Caritas Italiana. Ha raccontato i volti della povertà, ha espresso preoccupazione per un trend negativo («In questo momento un calo da parte del volontariato») e ha tenuto a precisare che bisogna fare attenzione «a non scambiare la sussidiarietà con il vuoto di potere». E le nuove generazioni? «Per la loro costruzione occorre guardare ai minori» ha detto Paolo Rozera, direttore generale di Unicef Italia. «Nel 2050 la Nigeria supererà gli Usa per numero di popolazione, mentre oggi i bambini poveri nel mondo sono 385 milioni» ha aggiunto. «Non pensare a loro significa tagliare le gambe al futuro».
Per un testo (attesissimo) che diventa legge, guardando al futuro ci sono altri obiettivi da raggiungere. Asvis, l’alleanza italiana per sviluppo sostenibile dell’ex ministro Enrico Giovannini, ne ha ben 17 declinati in 169 target. In merito alla legge di bilancio, Giovannini ha detto che «dovrebbe affrontare con maggiore decisione i gravi problemi di sostenibilità economica, sociale e ambientale di cui soffre il nostro Paese». E intanto il tempo scorre. Perché per concretizzare gli impegni che l’Italia ha sottoscritto all’Onu con l’agenda 2030 non resta poi molto.
- «Analizzando la legge di bilancio abbiamo notato luci e ombre», commenta Antonio Costantino (Asvis). «Ma soprattutto non c’è una strategia univoca. Ci sono interventi spot che a volte sembrano contraddittori. Ora è importante che il parlamento prenda in mano la questione chiedendo al Governo una linea strategica definita. Asvis? Chiariamo una cosa: non siamo un soggetto politico. Non facciamo altro che fotografare la realtà individuando le priorità che dovrebbero far parte dell’agenda politica».
Infine spazio alla tavola. Perché la “rigenerazione”, si sa, passa anche dal buon cibo. Anche in questo caso le differenze hanno prodotto una felice commistione: mentre la cooperativa catanese “Obiettivo Vita” ha curato il catering dell’evento offrendo prodotti tipici siciliani – sì, il territorio è sempre al centro di ogni fase dello sviluppo – ecco che un’altra cooperativa (“Team”, ovvero “Ti educa a migliorare”) ha curato il servizio grazie al lavoro di ragazzi stranieri adeguatamente formati. Hanno voluto contribuire al superamento delle differenze offrendo a loro volta piatti tipici del loro paese e dando appuntamento al prossimo anno, quando l’Happening della Solidarietà diventerà “maggiorenne”.