La promozione delle attività economiche e imprenditoriali in campo agroambientale per la valorizzazione della qualità e la tutela della biodiversità, le biotecnologie, la difesa del suolo e la prevenzione del dissesto idrogeologico, le aree protette, l'emergenza idrica, lo sviluppo delle infrastrutture nelle aree rurali, la politica energetica. Sono questi i temi prioritari dell'impegno sottoscritto da Legambiente e Cia-Confederazione italiana agricoltori, che hanno firmato oggi un importante protocollo d'intesa per l'attuazione di politiche innovative per l'ambiente e il territorio. Cia e Legambiente convengono sulla necessità di una forte innovazione nelle politiche per l'ambiente e il territorio e prendono atto della forte convergenza di posizioni in materia di politiche di sviluppo economico e territoriale. "E' un'intesa importante -ha sostenuto il presidente della Cia Giuseppe Politi- che nasce dall'esigenza di rafforzare il sistema dell'impresa diffusa nel territorio, e in particolare nelle aree rurali, che è una condizione essenziale dello sviluppo sostenibile. ll perseguimento di tale modello -ha aggiunto- richiede, accanto all'impegno dei soggetti economici, un azione della società e delle istituzioni, rivolta a garantire un efficiente rete di servizi socio-sanitari e civili nelle aree rurali, a potenziare le infrastrutture nel territorio, ad attuare politiche attive di difesa del suolo, a promuovere una gestione razionale e sostenibile delle risorse naturali". "Tutelare la qualità, l'immagine, le denominazioni e i marchi dei prodotti agroalimentari significa favorire uno sviluppo fondato sulle economie della flessibilità e della differenziazione -ha detto Roberto Della Seta, presidente nazionale di Legambiente -, affermando strategie di crescita disancorate dall'economia di scala e promuovendo insieme la libertà di scelta dei consumatori e quella d'impresa dei coltivatori. Per questo riteniamo fondamentale collaborare con le organizzazioni degli agricoltori e siamo lieti del protocollo sottoscritto oggi con la Cia". "Una maturazione convergente del mondo agricolo e di quello ambientalista - recita il documento - ha avvicinato le posizioni reciproche sul rapporto agricolo-ambientale" ed è "maturata anche la consapevolezza che le posizioni e gli interessi della Cia e di Legambiente possano convergere in una intesa che si basi su alcune convinzioni di fondo comuni e su importanti questioni che contraddistinguono la nostra epoca". Le due organizzazioni concordano così sul fatto che vada trovata "una soluzione coerente alla grande questione del commercio internazionale dei prodotti agricoli, favorendo l'agricoltura dei paesi in via di sviluppo ma al tempo stesso salvaguardando, attraverso la strada della promozione della qualità, gli agricoltori del mondo sviluppato, in particolare quelli dell'area del Mediterraneo in quanto primo terreno e confine di competizione con la colture concorrenti dei Paesi emergenti". Condividono inoltre il parere che in Italia, "l'agricoltura può rappresentare un settore decisivo", sia per le sue potenzialità economiche, sia perché rappresenta un vero e proprio crogiolo di elementi culturali, e ritengono che "la qualità della produzione e il rispetto dell'ambiente costituiscono la grande opportunità anche economica dell'agricoltura italiana". Più nel dettaglio, tra i temi d'interesse comune, le due organizzazioni "convengono che per il miglioramento della qualità dei prodotti agricoli, diventano presupposti integranti la biodiversità, la tipicità e la tracciabilità, ne deriva di conseguenza che in questa prospettiva non trova spazio la coltivazione di prodotti transgenici" e "riconfermano le loro contrarietà agli ogm". Ritengono che "si debbano promuovere nuove opportunità attraverso azioni di valorizzazione delle produzioni di qualità e una parziale riconversione dei sistemi produttivi", favorendo per tutte le filiere lo sviluppo di sistemi di tracciabilità e di certificazione. Mentre sul fronte della difesa del territorio, che "deve essere considerata una priorità delle politiche di sviluppo della nostro Paese", pensano che si debba "incentivare l'adozione di tecniche innovative volte alla conservazione del suolo, alla difesa di fenomeni di erosione, alla riduzione dell'uso di sostanze inquinanti". Le aree protette "devono diventare sempre più luoghi di eccellenza dove sperimentare nuove e più avanzate forme di politica agro-ambientale con particolare riguardo alla tipicizzazione dei prodotti e alla conservazione del paesaggio, nonché per garantire la permanenza e l'ammodernamento strutturale delle aziende agricole". Le risorse idriche sono una priorità e pertanto le due organizzazioni "si attiveranno in tutte le sedi opportune per individuare le soluzioni ottimali volte a tutelare quantitativamente e qualitativamente la risorsa idrica nazionale, a partire da una razionalizzazione dell'utilizzo". Cia e Legambiente registrano "una posizione convergente sulla politica delle grandi infrastrutture" e "condividono la necessità di una modifica sostanziale nel sistema dei trasporti che incoraggi uno spostamento significativo dalla strada agli altri vettori, in funzione del grado di deperibilità e del costo dei singoli prodotti", sviluppando "un'azione comune per favorire il trasferimento, su ferrovie e navi, di volumi consistenti delle grandi commodities, nonché di prodotti . Infine, sulla questione energetica le due Associazioni concordano che bisogna, come recita il protocollo di Kyoto, spostare significativamente le produzioni di energia dalle fonti fossili alle fonti rinnovabili. Legambiente, 3 febbraio 2005

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