Negli ultimi decenni è stata registrata una crescita straordinaria di nuove malattie a livello globale: a denunciarlo è l'Organizzazione Mondiale della Sanità attraverso il Rapporto sulla sanità mondiale 2007, dal titolo "Un futuro più sicuro: la garanzie della salute pubblica globale nel 21° secolo".
Dal 1970 a oggi sono nate trentanove nuove malattie: dall'Aids alla Sars, dall'influenza aviaria alla febbre di Marburg, con 1100 focolai isolati e gli esperti si preparano ad affrontare pandemie che potrebbero colpire il 25% della popolazione mondiale, 1,5 miliardi di persone. A complicare lo scenario si aggiunge il ritorno, soprattutto nel sud del mondo, di malattie che erano già state sconfitte: febbre gialla, colera, dengue, malaria.
Sono cinque le cause principali che il Rapporto individua alla base di questo scenario: inadeguati investimenti nella sanità pubblica a fronte di una scarsa percezione del rischio della diffusione di tali affezioni; cambiamenti nelle politiche sanitarie dovute ad informazioni errate; situazioni di conflitto bellico che generano migrazioni di civili costretti a vivere nei campi profughi in scarse condizioni igieniche; l'evoluzione dei ceppi virali e la crescita della loro resistenza agli antibiotici; l'incremento del numero di passeggeri che si spostano in aereo su tratte internazionali ed intercontinentali, fattore accelerante la diffusione delle malattie.
La soluzione proposta dall'OMS è una: la solidarietà globale.
"Nessun paese può proteggersi dall'invasione di un agente patogeno presente su un passeggero o in un insetto nascosto in una stiva", ha sottolineato il direttore generale dell'OMS Margaret Chan. La comunità internazionale deve contrastare in modo compatto questo scenario: l'unica via da seguire è la piena e trasparente cooperazione tra tutti i paesi, applicando il regolamento sanitario internazionale del 2005, che impone ai governi di avvertire l'Oms di ogni possibile rischio.
E', quindi, necessario intraprendere la via della "solidarietà globale" con i paesi poveri, affinchè il gap sanitario tra il primo e il terzo mondo, che "rappresenta una minaccia per tutti", possa essere progressivamente colmato.
Per maggiori informazioni, visitate il sito della
Organizzazione Mondiale della Sanità.