I grandi temi che attraversano questi anni ruotano attorno al concetto composito di convivenza, che racchiude in sé molti aspetti legati ai diversi campi del sapere: la giurisprudenza, la sociologia, l'economia, la filosofia, l'architettura, la scienza e l'arte. L'incrocio dei saperi è il luogo della riflessione sul futuro possibile della convivenza e quindi sul futuro possibile della civiltà.
Il Festival dei Saperi, che torna per il secondo anno, è uno dei modi che la città di Pavia ha scelto per incontrarsi e riflettere, collocandosi al centro di quegli incroci. Dal 5 al 9 settembre, le strade e le piazze della città, i cortili e i loggiati dell'Università, i teatri, le rive del fiume, le chiese e i giardini saranno i tanti palcoscenici di incontri, conferenze concerti, spettacoli e laboratori dedicati al tema "La nuova città e la nuova democrazia".
I giuristi, a cominciare dalla lectio magistralis di apertura tenuta da Stefano Rodotà, discuteranno i nuovi confini della democrazia e della legalità; i sociologi parleranno delle forme di convivenza inedite; gli urbanisti del disegno delle città; i giornalisti dell'informazione nei contesti democratici, gli amministratori e i politici delle nuove possibili idee di città. Un capitolo a parte sarà poi dedicato alle donne e allo spazio che nell'evoluzione civile hanno saputo e potuto acquisire. E ancora l'arte, con una mostra curata da Omar Calabrese dedicata ai non-luoghi, simbolo dello spaesamento contemporaneo e di una ricollocazione dell'idea stessa di appartenenza civile.
Insomma, l'idea di un Festival dei Saperi è quella di dare una forma comprensibile ai tanti modi del pensiero sui temi più stringenti dell'attualità, è l'idea di portare al centro della comunità la comunità stessa. L'idea di parlare di noi, fra di noi. Siamo certi che Pavia risponderà con la partecipazione e l'alto senso civico propri della nostra città.