Lo stato di emergenza permane nella regione di Ica e nella provincia di Canete (Lima). Le popolazioni di Chincha, Canete, Pisco e Ica stanno soffrendo per la scarsità di acqua e per la mancanza di elettricità e di servizi igienici. Non ci sono abbastanza attrezzature sanitarie per rispondere alle esigenze quotidiane.
Le necessità primarie al momento sono: pasticche per la potabilizzazione dell'acqua, contenitori per trasportare l'acqua potabile, tende, teloni impermeabili, generatori elettrici, barelle, coperte e attrezzi per rimuovere le macerie. Sono stati organizzati 11 campi di accoglienza provvisori.
Mario Taverna, funzionario per la salute dell'UNICEF in Perù e membro della missione delle Nazioni Unite che si trova nelle zone più duramente colpite, ha dichiarato che la città di Ica ha subito meno danni di Pisco e che sono stati gradualmente ristabiliti energia elettrica e servizi igienici.
«Valutiamo che i problemi più grandi riguardano le periferie della città - dice Taverna - dove ci sono circa 9.000 case danneggiate (dato da confermare); inoltre finora sono crollate 300 classi in 90 scuole. È improbabile che l'anno scolastico inizi prima di settembre; la terra sta ancora tremando, i bambini sono terrorizzati e i genitori non vogliono che i loro figli si allontanino».
Dopo aver visitato l'ospedale distrutto di Ica, Tavera ha affermato che le dosi di sali reidratanti o i test rapidi per l'HIV non sono sufficienti. Questi ultimi sono cruciali poiché nella regione di Ica il tasso di HIV cresce più velocemente rispetto al resto del paese. Inoltre ha sottolineato la necessità di focalizzare l'attenzione sui bambini rimasti orfani e sugli altri bambini più vulnerabili, ma ha precisato che informazioni e dati esatti su questi bambini non sono ancora disponibili.
«Gli aiuti stanno raggiungendo le zone colpite in modo molto irregolare; è quindi necessario rinforzare l'organizzazione dei soccorsi. La gente dorme fuori dalle proprie case e sopra le macerie, per custodire i pochi effetti personali che non sono andati distrutti», ha detto José Navarro Grau, sindaco di Chincha.
Un team dell'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento nelle emergenze (UNDAC) è già arrivato nel paese, mentre una missione di più agenzie delle Nazioni Unite (UNDSS, UNDP, PAHO, UNFPA, UNICEF e UNDAC) sta lavorando nelle zone colpite. Oltre agli aiuti materiali già inviati, l'UNICEF sta provvedendo a fornire 514.800 pasticche di cloro per la potabilizzazione dell'acqua e 3.000 contenitori per la distribuzione dell'acqua in collaborazione con il Ministero della Sanità locale.