Sarebbero appena 172 gli istituti privati che offrono i servizi di assistenza minimi ai minori ospitati. E' quanto è emerso da un Rapporto presentato a Colombo, in cui è fotografata la realtà dell'abbandono e dell'assistenza dei bambini negli istituti, sia pubblici - welfare homes - che privati - voluntary homes. Il Rapporto è stato curato del ministero del Child Development and Women's empowerment, in collaborazione con Unicef. Complessivamente il numero degli istituti privati ammonta a 488 - di questi 52 ospitano minori abbandonati con disabilità; 19mila i bambini e adolescenti che vivono in queste strutture, cui si aggiungono circa 3mila bambini suddivisi in 8 istituti pubblici. Secondo il Rapporto l'assistenza che ricevono i minori è precaria nella maggiore parte degli istituti del paese: appena 9mila hanno, infatti, la possibilità di essere visitati periodicamente dal medico e ricevere un'assistenza sanitaria adeguata alla loro crescita, oltre 2mila bambini e adolescenti non hanno alcun accesso all'istruzione. Inoltre sono 15mila i minori che non hanno la possibilità di essere seguiti da un tutore legale, condizione estremamente grave se si considera che 9 strutture su 10 non segnalano alle autorità competenti gli orfani presenti nella struttura, rendendo così impossibile l'avvio dell'iter adottivo. In Sri Lanka il ricorso all'istituto è ormai una pratica frequente e diffusa in tutto il paese, in mancanza di alternative. L'assistenza è diventata l'unica possibilità per i bambini che non ricevono cure adeguate dalla famiglia di origine, sia a seguito di separazioni o conflitti familiari interni che per effetto di disastri naturali, come nel caso dello tsunami del dicembre 2004.

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