Dall’acquisto di un bene, e dunque dal suo possesso esclusivo, al pagamento per il suo utilizzo temporaneo, che implica una qualche forma di condivisione e quindi di relazione con altri: è una delle più interessanti e profonde tendenze in atto nei comportamenti di consumo, evidentemente spinta anche dalla crisi, con ricadute non solo economiche ma sociali e culturali. Viene indicata con l’espressione sharing economy,economia della condivisione, appunto. (Scopri di più su:
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In realtà è un ambito difficile da definire e per molti versi ancora tutto da scoprire, anche perché assai giovane. Ci si chiede ad esempio: quali rischi comporta, oltre alle opportunità? Che scenari di sviluppo se ne possono prefigurare? C’è necessità di regolamentarla e, se sì, in che modo? O c’è il rischio di frenarla prim’ancorache si sia affermata?
A queste domande ha provato a rispondere "Dalla proprietà all’utilizzo", secondo volume del progetto editoriale Food for New Thought ('Cibo per un pensiero nuovo'), edito da Feltrinelli e curato da Mbs Consulting. Come per il primo libro, che si era occupato del tema dei beni comuni, anche in questo caso a caratterizzare fortemente il lavoro c’è il metodo, originale, seguito per realizzarlo: manager e professionisti di vari settori, e di riconosciuta autorevolezza, sono stati infatti invitati a discutere del tema durante un pranzo informale, tra l’altro con la possibilità di gustare un menù realizzato col supporto di Slow Food.
La chiacchierata è stata poi trasposta nero su bianco da Mbs Consulting, che ha anche curato la parte di ricerca che introduce questo instant book, arricchito da un intervento del sociologo Mauro Magatti, docente all’Università Cattolica di Milano. Il quale è intervenuto anche all’evento di presentazione del libro organizzato a fine luglio a Milano, presso Talent Garden, dove ha discusso fra gli altri con uno dei protagonisti della chiacchierata che ha originato il volume, Andrea Saviane, country manager Italia di BlaBla-Car, la piattaforma più utilizzata al mondo per la condivisione di viaggi in auto.
«Non sono sicuro che le modalità con cui si cavalca l’evoluzione tecnologica e la sharing economy siano sempre e solo un fatto positivo – ha spiegato Magatti nell’occasione –. Dipende da come pensiamo di creare valore e per chi lo creiamo. Quando la tecnologia favorisce lo scambio valoriale tra comunità, e consente di distribuire il valore creato, allora l’evoluzione è generativa».
Saviane ha tenuto invece a sottolineare come, oltre che dalla necessità di risparmio, lo sharing dell’auto sia mosso anche da desiderio di socializzazione e in particolare di scambio tra generazioni: «Tipicamente le persone più anziane – ha detto Saviane – sono guidatori, i più giovani passeggeri. Su alcune tratte, poi, spesso le persone che hanno avuto modo di conoscersi su BlaBlaCar organizzano altri viaggi». Si crea, insomma, una sorta di comunità legate a tratte e luoghi. Dove la motivazione della condivisione è solo l’inizio di un percorso che, probabilmente, ha ancora molto da svelare.