Già, perché mentre il soggiorno massimo negli hotspot dovrebbe durare 48-72 ore, molti ragazzi finiscono per rimanere bloccati per settimane, spesso
senza potersi cambiare i vestiti (nemmeno la biancheria intima) e senza
poter chiamare la loro famiglia a casa o i parenti in Europa.
Urgente l’azione congiunta di Italia ed Europa
Oxfam chiede perciò alle autorità italiane e ai partner
europei di intervenire immediatamente per garantire ai minori non
accompagnati alloggi adeguati e sicuri e il supporto di cui necessitano per poter vivere in modo dignitoso.
“La drammatica situazione a cui sono sottoposti i minori non
accompagnati in Italia mostra chiaramente l’incapacità dei governi
europei e delle autorità italiane di proteggere i bambini che arrivano
in cerca di sicurezza e dignità. – spiega la direttrice delle campagne di Oxfam Italia, Elisa Bacciotti –
Dimostrando ancora una volta il fallimento dell’approccio europeo che
affida le responsabilità di gestione di una frontiera comune soltanto a
pochi paesi. L’Europa deve restare unita nell’accogliere le persone che
fuggono da conflitti, persecuzioni e da situazioni divenute ormai
insostenibili”.
Il racconto dei ragazzi arrivati da soli attraverso il Mediterraneo
La maggior parte dei bambini che arrivano da soli via mare sulle coste italiane, provengono da Egitto, Gambia, Eritrea, Nigeria e Somalia. Fuggono da gravi situazioni di conflitto, insicurezza e povertà.
“Ho lasciato il Gambia con mio fratello un anno fa. - racconta O., 16 anni, originario del Gambia –
Nel mio paese non ero più sicuro, la polizia ci minacciava. Alcuni dei
nostri vicini erano stati uccisi durante scontri a fuoco. (…) Siamo
partiti su un gommone con altre 118 persone. Dopo alcune ore c’è stato
come uno scoppio, un incendio: nella confusione mio fratello è scivolato
in acqua. Non l’ho rivisto più. Aveva dato a me il suo giubbotto di
salvataggio.”
La situazione nei centri di prima e seconda accoglienza, dove
i minori vengono trasferiti dopo la registrazione, in molti casi non è
migliore degli hotspot: spesso i ragazzi vengono trattenuti senza possibilità di uscire. Oxfam ha raccolto anche testimonianze che raccontano di minacce e violenze ignorate dai gestori dei centri.
“All’interno del centro di Pozzallo c’è anche un gruppo
di somali maggiorenni che si comportano male con noi eritrei,
picchiandoci ed insultandoci – racconta D., ragazzo eritreo di 17 anni – Nonostante le nostre ripetute segnalazioni alla polizia e agli operatori del centro, i somali continuano, e nessuno fa niente.”
“Circa il 40% dei minori non accompagnati è di fatto bloccata in
Sicilia, spesso nei piccoli comuni di approdo: è l’effetto di una
normativa nazionale che limita fortemente la possibilità che altre
regioni italiane condividano la responsabilità dell’accoglienza di
questi bambini e ragazzi, precludendo loro la possibilità di essere
ospitati in strutture e contesti più attrezzati e dignitosi – continua Bacciotti – Occorre
superare questo stato di cose: l’Italia deve dare vita a un sistema
nazionale in grado davvero di garantire ai bambini non accompagnati alti
standard di accoglienza e gli altri governi europei dovrebbero collaborare con il nostro paese verso questo obiettivo. In questa direzione è inoltre prioritario che tutti gli stati membri dell’Unione europea eliminino e impediscano ogni forma di detenzione di minori.
Non esiste infatti circostanza in cui la detenzione di minori sia
accettabile, perché si tratta sempre di una violazione dei diritti dei
bambini”.
Oxfam e le organizzazioni partner in Sicilia, come AccoglieRete e Borderline Sicilia,
incontrano regolarmente ragazzi che raccontano di non essere stati
informati della possibilità di presentare richiesta di asilo o del
diritto di avere un tutore legale, ossia qualcuno che agisca nei loro
migliori interessi e che tuteli i loro diritti. L’assegnazione
di un tutore però può richiedere anche diversi mesi, compromettendo la
possibilità di un futuro normale per questi ragazzi, rallentando fortemente il processo di regolarizzazione e integrazione del minore solo.
“E’ fondamentale velocizzare le procedure di
nomina del tutore così che il minore possa essere seguito
individualmente fin dal suo arrivo”, spiega Iolanda Genovese di AccoglieRete,
associazione da anni impegnata nel diffondere una buona pratica sulla
tutela dei minori stranieri non accompagnati, che nel siracusano, ad
esempio, ha portato una notevole riduzione nelle sparizioni dei minori.
Oltre 5 mila i minori “scomparsi” nei primi 6 mesi dell’anno
Nei primi sei mesi del 2016, 5.222 minori non accompagnati
sono stati dichiarati “scomparsi”, essendo scappati dai centri
d’accoglienza per continuare il loro viaggio e raggiungere altri paesi
europei. Ragazzi che diventano così invisibili, uscendo dai
radar della legge, e diventando conseguentemente ancor più vulnerabili a
fenomeni di violenza e sfruttamento.
Se la situazione dei bambini è particolarmente critica, quella di
coloro che compiono 18 anni non lo è di meno. Molti vengono
semplicemente cacciati dai centri in cui soggiornavano, finendo così anche loro in mezzo a una strada.