Secondo il nuovo Rapporto dell’UNICEF "Uprooted: the growing crisis for refugee and migrants children” (“Sradicati: la crisi sempre più grave dei bambini migranti e rifugiati"), lanciato oggi, in tutto il mondo sono circa 50 milioni i bambini sradicati dalle loro case. (Scopri di più su: http://www.unicef.it/doc/6985/rapporto-su-minori-migranti-e-rifugiati-50-milioni-i-bambini-sradicati.htm)

Di questi, si stima che siano 28 milioni quelli costretti a fuggire a causa di conflitti, mentre milioni di altri si spostano nella speranza di trovare un futuro migliore e una vita più sicura.

Fra quelli in fuga dalle guerre, sono 10 milioni il numero dei minori rifugiati, 1 milione i richiedenti asilo in attesa di decisione e 17 milioni quelli sfollati all'interno dei propri paesi. Tutti, indistintamente, sono bambini che hanno urgente bisogno di assistenza umanitaria e di accesso ai servizi di base.


In fuga da soli

Sono sempre più numerosi i bambini che attraversano le frontiere da soli. Nel 2015, oltre 100.000 minorenni non accompagnati hanno richiesto asilo complessivamente in 78 Stati, il triplo rispetto al 2014.

I bambini non accompagnati sono tra quelli più esposti a rischi di sfruttamento e abuso, come la tratta e il traffico di esseri umani.

20 milioni di bambini migranti, nel mondo, hanno lasciato le proprie case differenti da conflitti, come la povertà estrema o la violenza delle gang. Questi bambini sono esposti al rischio di abusi e detenzione perché sono privi di documenti, perché il loro status legale è incerto oppure non esiste un sistema di identificazione e monitoraggio del loro benessere.

In generale, i minorenni sono una percentuale sproporzionata, e in crescita, fra tutti coloro che hanno cercato rifugio fuori dai propri confini. I bambini (0-18 anni) rappresentano circa un terzo della popolazione globale, ma la loro quota sale a circa il 50% quando prendiamo in considerazione il totale dei rifugiati.

I paesi in guerra sono quelli che fanno registrare i numeri più elevati di minori rifugiati: nel 2015, circa il 45% di tutti i bambini rifugiati sotto la protezione dell' Alto Commissariato ONU per i rifugiati (UNHCR) provenivano da Siria e Afghanistan.

Questi bambini spesso scappano traumatizzati dai conflitti e dalle violenze e devono affrontare ulteriori pericoli nel loro percorso, compreso il rischio di annegare durante la traversata via mare, la malnutrizione e la disidratazione, il traffico, il rapimento, la violenza sessuale e persino gli omicidi. Nei paesi di transito e di arrivo, spesso sono vittime di xenofobia e discriminazione.

Il nuovo rapporto lanciato dall’UNICEF presenta nuovi dati che forniscono un quadro preoccupante sulla vita e le condizioni in cui vivono milioni di bambini e le loro famiglie colpite da conflitti violenti e altre crisi che sembrano sentirsi più al sicuro nel rischiare tutto in viaggi pericolosi piuttosto che rimanere a casa.

“Immagini indelebili di singoli bambini – come il corpo riverso sulla spiaggia del piccolo bambino curdo Aylan affogato in mare o di Omran Daqneesh stordito e con il volto insanguinato mentre era seduto in un’ambulanza dopo che la sua casa era stata distrutta – hanno scioccato il mondo”, ha dichiarato il Direttore generale dell’UNICEF Anthony Lake. “Ma ogni immagine, ogni ragazzo o ragazza, rappresentano milioni di bambini in pericolo – per questo la nostra compassione per ogni singolo bambino che vediamo deve unirsi ad azioni concrete per tutti i bambini.”

Secondo il rapporto, la Turchia ospita il maggior numero di rifugiati recenti, e molto probabilmente il numero più grande al mondo di bambini rifugiati. Rispetto alla sua popolazione, il Libano ospita il più grande numero di rifugiati, con una enorme sproporzione: circa 1 persona su 5 in Libano è un rifugiato. In confronto, nel Regno Unito 1 persona su 530 è un rifugiato, mentre negli Stati Uniti il rapporto è di 1 ogni 1.200 persone. Analizzando i paesi che ospitano i rifugiati secondo i livelli di reddito, troviamo che la Repubblica Democratica del Congo, l’Etiopia e il Pakistan ospitano la più alta concentrazione di rifugiati.

Il Rapporto prova che laddove ci sono rotte legali e sicure, la migrazione può offrire opportunità sia per i bambini che migrano sia per le comunità in cui arrivano. Un’analisi dell’impatto delle migrazioni sui paesi ad alto reddito mostra che i migranti hanno contribuito di più con tasse e contributi sociali rispetto all’aiuto che hanno ricevuto; hanno riempito le lacune nel mercato del lavoro sia con le persone più specializzate che con quelle meno, e nei paesi in cui sono ospitati hanno contribuito alla crescita economica e all’innovazione.

I bambini che hanno lasciato le proprie case o che sono sfollati spesso perdono i potenziali benefici della migrazione, come ad esempio nell’ambito dell’istruzione – uno dei fattori più importanti per i bambini e le loro famiglie che decidono di migrare. Un bambino rifugiato ha 5 volte di più la probabilità di non andare a scuola rispetto a un bambino non rifugiato. Quando possono andarci, è proprio nelle scuole che i bambini hanno più probabilità di essere vittime di discriminazioni – con trattamenti diseguali e bullismo.

Fuori dalle scuole, ostacoli giuridici impediscono ai bambini rifugiati e migranti di ricevere uguale accesso ai servizi rispetto ai bambini nati nel paese in cui si trovano. Nei casi peggiori, la xenofobia può tradursi in veri e propri attacchi. Nel 2015, solo in Germania, le autorità hanno registrato 850 attacchi contro edifici in cui erano ospitati i rifugiati.

“Che prezzo pagheremo noi tutti se non garantiamo a questi giovani un’istruzione e l’opportunità di vivere un’infanzia normale? Come potranno contribuire positivamente alle loro società? Se non potranno farlo, non solo per loro non ci sarà futuro, ma anche le loro società perderanno delle possibilità”, ha continuato Lake.

Il Rapporto individua sei azioni per proteggere e aiutare i bambini rifugiati e migranti:
  • proteggere i bambini rifugiati e migranti, in particolar modo quelli non accompagnati, da violenze e sfruttamento;
  • porre fine alla detenzione di bambini che hanno chiesto asilo o che sono migranti introducendo una serie di soluzioni alternative;
  • tenere insieme le famiglie nel miglior modo possibile per proteggere i bambini e dare loro il riconoscimento legale;
  • dare a tutti i bambini rifugiati e migranti possibilità per l’apprendimento e dare loro accesso a servizi sanitari e altri servizi di qualità;
  • promuovere azioni sulle cause dei movimenti di massa di rifugiati e migranti;
  • promuovere misure per combattere xenofobia, discriminazione e emarginazione.

Scarica il rapporto "Uprooted. The Growing Crisis for Refugee and Migrant Children" (in inglese)

Partner della formazione

ConfiniOnline fa rete! Attraverso la collaborazione con numerosi enti profit e non profit siamo in grado di rivolgere servizi di qualità a costi sostenibili, garantendo ampia visibilità a chi supporta le nostre attività. Vuoi entrare anche tu a far parte del gruppo?

Richiedi informazioni