Semaforo verde al Sia (Sostegno per l’inclusione attiva). A partire dal 2 settembre i cittadini meno abbienti, possono richiedere al proprio Comune di residenza un aiuto economico, nato in forma sperimentale nel 2012 nelle 12 città più popolose e ora esteso a tutto il territorio. (Scopri di più su:
http://www.ilpuntopensionielavoro.it/site/home/lavoro/via-libera-al-sia.html)
Di cosa si tratta. E’ una misura di contrasto alla povertà, che prevede l’erogazione di un sussidio economico alle famiglie in condizioni economiche disagiate, nelle quali siano presenti minorenni, figli disabili o donne in stato di gravidanza accertata, attraverso una carta di importo prepagato. La somma è pari ad 80 euro al mese per ogni componente del nucleo familiare sino ad un massimo di 400 euro al mese (se sono presenti 5 o più componenti) per un periodo complessivo non superiore a 12 mesi. L’erogazione del beneficio economico avviene tramite una carta di pagamento elettronico (Carta Sia), che può essere utilizzata per acquistare generi alimentari, prodotti farmaceutici e per pagare le bollette domestiche di luce e gas. La carta è completamente gratuita e funziona come le normali carte di pagamento elettroniche in circolazione: la differenza sta nel fatto che le spese, invece che essere addebitate al titolare della carta, sono addebitate direttamente allo Stato.
I requisiti. Beneficiari sono i cittadini italiani o comunitari, ovvero i familiari di questi purché in possesso di permesso di soggiorno permanente, residenti in Italia il cui nucleo familiare sia in possesso di almeno uno dei seguenti requisiti:
- presenza di un componente minorenne;
- presenza di un disabile;
- presenza di una donna in gravidanza.
Inoltre, l’Isee (lo strumento che determina la “ricchezza”) del nucleo familiare del richiedente deve essere inferiore a 3mila euro ed ancora:
- il valore complessivo dei trattamenti di natura economica, anche esenti, fruiti dal nucleo non deve superare l’importo di 600 euro mensili;
- nessun componente deve risultare beneficiario di Naspi (l’indennità di disoccupazione);
- nessun componente del nucleo familiare deve risultare in possesso di autoveicoli immatricolati la prima volta nei 12 mesi antecedenti la richiesta, né di autoveicoli di cilindrata superiore a 1.300 cc (250 cc in caso di motoveicoli), immatricolati la prima volta nei 3 anni precedenti.
La domanda. L'attuazione della misura è demandata prevalentemente ai Comuni che dovranno attuare la gestione operativa delle domande. Mentre l’Inps dovrà effettuare i controlli delle posizioni dei soggetti richiedenti per verificare il possesso dei requisiti richiesti. I cittadini interessati sono infatti tenuti a presentare la domanda, a partire dal 2 settembre, direttamente al proprio Comune di appartenenza che, successivamente, provvederà ad inoltrarle all’Inps.