Lo scorso 13 luglio l’Uea (University of East Anglia) ha festeggiato i 40 anni della facoltà di Servizio Sociale con studenti, ex allievi, amici e collaboratori, scrutando il futuro del welfare, ancora frastornati dalla Brexit. (Scopri di più su:
https://www.fondazionezancan.it/news/view/895)
Non ha celebrato se stessa, si è interrogata sull’impatto sociale di tanti anni di lavoro, guardando ai frutti, al loro valore umano e sociale, in Inghilterra, Europa e negli altri continenti. Inevitabile un parallelo con l’impatto di molti studi in Italia, ad esempio dopo vent’anni di ricerche e discussioni su come lottare contro la povertà. Il giorno dopo l’Istat ci confermava che i poveri sono paurosamente aumentati (4,6 milioni in povertà assoluta nel 2015, 500mila più del 2014). Facile dare la colpa alla crisi e non a scelte politiche lastricate di trasferimenti. Hanno cambiato il colore della pelle, come i camaleonti, ma non la loro “misura”.
Quanto valgono i costi delle mancate politiche contro la povertà? Se ne è parlato molto, senza prendersi sul serio, preferendo seguire il fiume del consenso, cioè dando la stessa medicina per diversi problemi. I dati Istat non parlano “di povertà” ma “delle povertà”, distribuite nell’arco della vita e troppo radicate nelle famiglie con figli. In Parlamento la misura unica contro la povertà si sta facendo strada. Come velocizzarla? Combinando il diritto con il rovescio e stringendo le maglie. La nuova misura sarà “diritto” universale, il suo “rovescio” la rimessa in equità distributiva dei trasferimenti categoriali. Sono tecnicamente finalizzati a “determinati poveri”. Se i poveri assoluti riceveranno la misura universale senza i secondi e i trasferimenti categoriali saranno dati senza la prima, la copertura degli aiutati sarà più estesa, evitando il “cash overload”. Per i Comuni significherebbe trasformare in servizi più di 2 miliardi di spesa assistenziale.
Tutto questo nell’ipotesi che non venga fatta la riforma dei trasferimenti attesa da 20 anni. Ma sarà già un risultato, con un’exit anche per noi: la finiremo di dire “siano quasi gli unici in Europa senza una misura universale”. Altrove quelle “finalizzate” non se le possono permettere.
- Rubrica “Welfarismi” di Tiziano Vecchiato. Estratto da Vita, agosto 2016