Ancora oggi i diritti umani vengono costantemente violati in Italia e nel mondo. Per questo, insieme a Roberto Saviano, abbiamo raccolto in questi mesi i contributi di tante persone per mostrare ai Sacco e Vanzetti del mondo che non sono soli e che la lotta alle ingiustizie non è finita. A breve sarà online il video finale. Da oltre 50 anni Amnesty International lotta per tutti coloro che subiscono violazioni dei diritti umani. Mobilitiamo le persone per fare pressioni sui governi perché i diritti umani siano rispettati. Sempre e ovunque. (Scopri di più su:
http://www.herestoyou.it/press.php?l=it)
La lotta per i diritti umani
Ogni giorno, in Italia e nel mondo, i casi di violazione dei diritti umani a cui assistiamo sono tantissimi.
Solo per citarne alcuni: Raif Badawi, un giovane condannato a mille frustate e 10 anni di carcere in Arabia Saudita per aver creato un blog, 43 studenti scomparsi in Messico dal settembre 2014, Liu Xiaobo e Liu Xia, due coniugi illegalmente privati della libertà in Cina, agli arresti domiciliari lei, in carcere lui, solo per aver chiesto riforme democratiche.
L’elenco potrebbe continuare con ulteriori casi di altri paesi, ma anche nel nostro le cose non vanno meglio. I diritti delle persone Lgbti non sono ancora del tutto riconosciuti, le donne subiscono violenza domestica e discriminazione nel mondo del lavoro. E poi Cucchi, Aldrovandi, Mastrogiovanni, Uva, Magherini: tutti morti mentre erano affidati allo Stato. Uno Stato che non aiuta a cercare verità e giustizia e che ancora oggi non introduce il reato di tortura nel codice penale.
- «Almeno 113 i paesi nei quali la libertà d’espressione e di stampa sono state sottoposte a restrizioni arbitrarie. Almeno 30 i paesi che hanno rimandato illegalmente rifugiati verso paesi in cui sarebbero stati in pericolo. Almeno 122: i paesi nei quali vi sono stati maltrattamenti e torture.» (Rapporto Annuale Amnesty 2015-2016)
La campagna
Abbiamo chiesto a Roberto Saviano di lanciare un appello per coinvolgere sempre più persone nelle battaglie per i diritti umani.
Con i contributi di coloro che accetteranno di cantare Here’s to you e far sentire la propria voce, realizzeremo un videoclip e lo diffonderemo per dimostrare che la lotta alle ingiustizie non è finita e che i Sacco e Vanzetti del mondo non sono soli.
Lo strumento di lotta di Amnesty International, che è un’organizzazione totalmente indipendente, è quella di fare pressioni sui governi, sugli organismi internazionali, sugli attori economici: coloro che hanno il potere di prendere decisioni sulle nostre vite. Grazie ai nostri attivisti sul campo, che lavorano spesso in condizioni di rischio, riusciamo a raccontare storie di violazioni da tutto il mondo e a portarle all’attenzione dell’opinione pubblica.
Per questo è importante che tante persone si uniscano al coro di “Here’s to you”, che sostengano e firmino le petizioni: perché se la nostra voce è più forte, le nostre battaglie saranno più efficaci. E perché crediamo che il mondo sarà più giusto, quando sentiremo come nostre le ingiustizie del mondo.
Sacco e Vanzetti
Per parlare di diritti negati oggi, abbiamo deciso di partire da un caso che riguarda l’Italia e anche la comunità internazionale, e che risale al 1927, quasi 90 anni fa: l’esecuzione, nello stato del Massachussets, di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, due operai anarchici italiani, ingiustamente condannati alla sedia elettrica per un delitto che non solo non avevano commesso, ma che il vero colpevole aveva già confessato.
Il caso di Sacco e Vanzetti è diventato emblematico e
nel 1970 Joan Baez ed Ennio Morricone gli hanno dedicato una ballata che è diventata un simbolo della lotta per i diritti umani.
È importante tornare a cantare quella canzone, e soprattutto tornare a parlare di diritti umani, perché questa lotta deve essere combattuta e più persone saremo a farlo, più possibilità avremo di vincerla.
- «Sono così convinto di essere nel giusto, che se voi aveste il potere di ammazzarmi due volte, e io per due volte potessi rinascere, rivivrei per fare esattamente le stesse cose che ho fatto.» (Ultime parole di Bartolomeo Vanzetti ai giudici)