Lo staff di GVC ad Aleppo: “Siamo intrappolati in città, non c’è via di fuga e non possiamo muoverci. Sta iniziando a mancare tutto, e da 4 giorni non c’è più acqua”. Nella seconda più importante città siriana dove si combatte da mesi, la violenza degli scontri ha raggiunto l’apice. Distrutte la maggior parte delle infrastrutture civili e gli ospedali: 2 milioni di persone non hanno più accesso ad acqua ed elettricità, non arriva il carburante.

“Sembra la fine del mondo, le bombe e i colpi di arma da fuoco sono incessanti, di giorno e di notte. Dalla periferia di Damasco sentiamo il fragore dei colpi, che prima sentivamo prevalentemente di notte, adesso continuamente, senza tregua. E anche qui la situazione è molto tesa, ci sono posti di blocco ovunque”. Queste le parole dello staff in Siria dell’ONG bolognese GVC, raggiunto ieri mattina via Skype. Dallo scorso 6 agosto ad Aleppo infatti le ostilità sembrano aver raggiunto, se possibile, un grado di violenza ancora più estremo. La città è circondata, ed è di fatto diventata una trappola mortale per la popolazione civile sotto assedio, impossibilitata a scappare, e che gli aiuti umanitari non riescono a raggiungere. A inizio luglio era stata chiusa la via d’accesso (e fuga) ad est della città, conosciuta come Castello Road, provocando un aumento insostenibile del prezzo del carburante (triplicato) e facendo scarseggiare i rifornimenti di cibo e medicine. “I nostri colleghi che vivono e lavorano ad Aleppo ci raccontano che in questi giorni non possono nemmeno muoversi nelle aree in cui ci siamo sempre mossi, ad ovest della città, che prima erano accessibili” continuano i nostri colleghi. “Da quando il fronte si è spostato anche nella zona Al Hamadaniah, dove risiede il maggior numero di rifugiati interni, in molte aree non si può più andare, per i colpi continui o perché vengono bruciate le gomme della macchine per nascondere gli obiettivi. Aleppo è immersa nel fumo. In più è chiusa anche la strada che da Damasco porta ad Aleppo. Non arriva niente, non c’è carne, non c’è frutta, non c’è carburante. E i prezzi di quel poco che c’è sono alle stelle”.

La situazione che ci racconta il nostro staff è ancora più drammatica, se possibile, rispetto a un paio di mesi fa, e aggrava ulteriormente le condizioni della popolazione civile, ormai stremata da un conflitto giunto al suo sesto anno e che non accenna a finire, ma anzi è sempre più cruento. Due milioni di donne, uomini e bambini sono sotto assedio. Ormai gli attacchi avvengono ovunque, non si salva nulla né si rispetta il diritto umanitario internazionale: distrutti gli ospedali, e distrutte le infrastrutture idroelettriche, non c’è più acqua corrente né elettricità, il carburante scarseggia o non riesce a raggiungere tutte le zone. I morti e i feriti fra i civili non si contano più, e se le reti idroelettriche non verranno ripristinate rapidamente, le conseguenze per la popolazione sarebbero catastrofiche. I bambini specialmente sono a grave rischio di malattie infettive portate dall’acqua, specialmente con l’aumento delle temperature estive.

GVC, presente in Siria prima dell’inizio del conflitto, ribadisce con forza la richiesta per il rispetto del diritto internazionale umanitario, secondo i principi di imparzialità e neutralità: devono essere assicurati corridoi umanitari per tutta la popolazione, senza distinzioni e dovunque essa si trovi, sicuri ed efficaci. Si unisce all’appello dell’ONU per un immediato cessate il fuoco di almeno 48 ore per rifornire la popolazione di cibo e medicine, entrambi ormai troppo scarsi.


Cosa fa GVC- Gruppo di Volontariato Civile in Siria. Dal 2013 abbiamo fatto molto, assistendo migliaia di persone tramite la fornitura di equipaggiamento WASH per diversi dipartimenti delle risorse idriche di Aleppo, Qunaitra, Sweada, Daraa e Damasco. Stiamo garantendo l'accesso all'acqua, grazie all’acquisto di generatori per azionare i pozzi d’acqua potabile necessari a causa dei continui tagli nella fornitura d’elettricità ad Aleppo, che a volte durano intere settimane. Abbiamo distribuito 61.000 taniche per l'acqua in varie zone della città e installato circa 75 cisterne da 5.000 litri per lo stoccaggio.

Stiamo lavorando anche nel settore educazione: dall’inizio del conflitto ci sono bambini che hanno perso 5 anni di scuola, o non ci sono mai andati. La percentuale di scolarizzazione in Siria è la seconda peggiore al mondo, con 2,1 milioni di bambini che non vanno a scuola e altri 1,4 milioni a rischio abbandono a causa degli spostamenti forzati e continui. GVC sta riabilitando le scuole (nel 2015 ne abbiamo riabilitate 4 e installato 3 classi prefabbricate), formando gli insegnanti e distribuendo kits scolastici.
  • GVC - Gruppo di Volontariato Civile, in Siria dal 2011 in supporto ai rifugiati iracheni e dal 2013 per la guerra, giunta al suo sesto anno, è una organizzazione non governativa laica e indipendente, nata a Bologna nel 1971. Sin dalla fondazione opera per migliorare le condizioni di vita delle popolazioni nei Paesi in via di sviluppo attraverso progetti di cooperazione internazionale e aiuti umanitari. Gvc è presente in circa 25 Paesi con interventi nel settore della salute, dell’educazione, della nutrizione, dello sviluppo socio-economico e rurale e della ricostruzione post emergenze. Oltre ai progetti di cooperazione internazionale, GVC promuove azioni di advocacy, campagne di informazione e sensibilizzazione sulle problematiche dello sviluppo, in collegamento con il territorio italiano, europeo e dei Paesi in cui è presente. Per maggiori informazioni visita il sito www.gvc-italia.org.
  • Ufficio Stampa: Marina Mantini, 051 585604/3405960316 marina.mantini@gvc-italia.org

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