I primi cercano informazioni e notizie, i secondi sono più inclini a trascorrere tempo su chat e video. Se l’accesso alla Rete è uguale per tutti, il modo in cui viene usata no: ed è qui la vera disuguaglianza, dice l’Ocse. (Scopri di più su:
http://ischool.startupitalia.eu/analisi/56718-20160803-digital-divide-teenager-usano-la-rete)
Spesso ci si concentra sul tempo che i ragazzi impiegano stando collegati alla Rete. In molti paesi, però, si nota che i ragazzi che provengono da famiglie benestanti e quelli che hanno un background più umile trascorrono più o meno la stessa quantità di tempo online. Le differenze emergono nel modo in cui si usa internet: secondo le ricerche dell’
Organizzazione per la Cooperazione e Sviluppo Economico i ragazzi ricchi sono più propensi a usare il web per cercare informazioni, leggere le notizie e aggiornarsi, mentre quelli provenienti da famiglie con un reddito più basso, online tendono a usare le chat, i giochi o a guardare i video.
I dati per lo studio sono stati raccolti come parte del programma Ocse per misurare l’apprendimento degli studenti nei vari paesi (Indagine PISA), che si rivolge ai ragazzi dai 15 anni in su e analizza il livello di avanzamento in matematica, scienze e lettura. Il report, basato su dati da oltre 40 nazioni, conclude che anche quando c’è una parità di accesso alle tecnologie tra studenti ricchi e poveri, resta comunque il “digital divide” nel modo in cui queste tecnologie vengono usate.
Nel 2012, gli studenti provenienti da background più svantaggiati hanno trascorso almeno lo stesso tempo online dei loro compagni benestanti, facendo una media dei paesi Ocse. Addirittura, in 21 paesi su 42 ne hanno trascorso di più. Nei 5 paesi nordici, come anche in Hong Kong, Baesi Bassi e Svizzera, oltre il 98% dei bambini più poveri hanno un accesso a internet a casa. Per contrasto, in alcuni paesi con reddito pro capite più basso, i teenagers più svantaggiati hanno accesso alla Rete solo a scuola: questo vale per il 50% degli studenti in Turchia, il 45% in Messico, il 40% in Giordania e il 38% in Cile e Costa Rica.
- Ma in tutti questi paesi, quello che gli studenti fanno quando si trovano davanti a un computer, dal leggere le email alla ricerca di notizie, è direttamente collegato con il loro status socio-economico
E le disuguaglianze persistono anche in quei paesi dove tutti i giovani hanno un facile accesso a internet. “Un accesso uguale non implica uguali opportunità” dice il report, che mette in evidenza come, nonostante la Rete offra enormi possibilità per apprendere cose nuove, migliorare le proprie competenze o trovare un buon lavoro, i ragazzi più poveri siano meno inclini a usare internet in questo senso, perché sono meno consapevoli delle opportunità che la tecnologia digitale offre. In altre parole, non hanno la conoscenza o la capacità di trasformare l’opportunità di accedere alla Rete in opportunità di altro tipo.