Il 30 novembre del 2010 l’Italia raggiunse il massimo storico della popolazione detenuta ovvero 69.155 unità.

Nel gennaio del 2013 il nostro Paese è stato condannato dalla Corte Europei dei diritti umani per le condizioni degradanti di vita presenti nelle sue carceri a causa del sovraffollamento (oltre che per l’assenza di rimedi giurisdizionali nel caso di reclami dei detenuti per i loro diritti violati). A differenza di altri Stati (ad esempio Ungheria e Bulgaria ambedue condannate dalla Corte per le condizioni di affollamento nelle proprie prigioni) l’Italia ha dialogato in modo positivo con la Corte di Strasburgo e ha avviato un percorso di riforme per ridurre i numeri della popolazione detenuta e migliorare la qualità della vita dentro gli istituti penitenziari. Da pochi mesi si sono chiusi gli Stati generali sull’esecuzione della pena, importante iniziativa voluta dal ministero della Giustizia per ragionare in modo partecipato sulle prospettive di cambiamento.

Nel frattempo però i numeri della popolazione detenuta tendono a salire di nuovo, dopo un paio di anni di decrescita.

E lo fanno essenzialmente nella quota che riguarda i detenuti in custodia cautelare. I numeri salgono a legislazione invariata e nonostante non crescano i numeri delle denunce pervenute all’autorità giudiziaria. La crescita della popolazione detenuta – dovuta principalmente all'aumento degli stranieri, in particolare nella fase del primo giudizio – è dunque l'esito dell'operato delle forze di Polizia e della magistratura più orientato al ricorso al carcere rispetto agli anni precedenti. Probabilmente c'è più leggerezza nell'uso della custodia cautelare ritenendo meno grave la condizione di affollamento delle carceri.

LA CARTELLA STAMPA
INFOGRAFICA SULL'AFFOLAMENTO
INFOGRAFICA SUGLI STRANIERI IN CARCERE
INFOGRAFICA SUI SUICIDI
INFOGRAFICA SULLE MADRI DETENUTE
IL VIDEO SULL'ISOLAMENTO
IL VIDEO SULLA CUSTODIA CAUTELARE (realizzato da Fair Trials Internation)

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