Un pellegrinaggio nazionale in Terra Santa, nel segno della fede, della solidarietà e della speranza. Così le Acli hanno voluto dare inizio alle celebrazioni per i 60 anni dell'Associazione, fondata nel 1945. Circa duecentocinquanta aclisti, con le loro famiglie, partiranno il prossimo 3 febbraio - con l'organizzazione dell'Opera Romana Pellegrinaggi - e raggiungeranno Nazareth, Cafarnao, Gerusalemme e Betlemme: i luoghi in cui la fede cristiana ha avuto origine.
«Si realizza un nostro antico sogno - spiega Luigi Bobba, il presidente nazionale delle Acli - andare come lavoratori e pellegrini a Gerusalemme, ritornando alle origini della nostra fede, Gesù Cristo, e della nostra storia, il lavoro. Non a caso il nostro pellegrinaggio inizia da Nazareth, patria, casa e laboratorio di San Giuseppe Lavoratore: per ribadire il valore del lavoro umano come costitutivo dell'identità della persona e cardine della vita sociale».
Il pellegrinaggio delle Acli, che farà anche memoria dello storico viaggio di Paolo VI in Terra Santa, nel 1964, vuole anche essere un segno di solidarietà e vicinanza alle Chiese cristiane, tutte, che vivono in quei luoghi in tempi così difficili: perché i cristiani possano continuare ad abitare questa terra, vivendo dei frutti del loro lavoro e testimoniando la pace. In questo contesto, le Acli incontreranno anche il patriarca latino di Gerusalemme, Mons. Sabbah, e le altre Chiese cristiane.
Infine, con questo viaggio, che si concluderà l'8 febbraio, le Acli vogliono offrire anche il loro «umile contributo alla speranza» - aggiunge Bobba - «perché le tre religioni abramitiche: ebrei, cristiani e musulmani, sappiano vivere e convivere a Gerusalemme, nella ricerca perseverante di una pace possibile».
HelpConsumatori, 31 gennaio 2005