cittadini si stanno mobilitando, attraverso amministratori locali,
politici, associazioni e movimenti per una grande battaglia di civiltà
in difesa del territorio
Per la società di gestione a questo punto sarebbe più corretto il nome “Autostrada contro i Parchi”
Una serissima minaccia per l’Abruzzo e uno schiaffo per gli abruzzesi: questo - secondo
WWF, Legambiente, Pro Natura, FAI, Italia Nostra, Marevivo e Archeoclub
- rappresenta il progetto del gruppo Toto di modifica del tracciato
autostradale della A24 e della A25. Non è un caso se contro la
progettata variante si sta creando nella regione un movimento d’opinione
che vede uniti amministrazioni locali, associazioni e politici.
Migliaia di cittadini che tutti insieme, come già accaduto in altre
occasioni (terzo traforo del Gran Sasso, Centro Oli di Ortona, Ombrina
Mare, solo per citare gli episodi più recenti) sono scesi
vittoriosamente in campo per difendere il territorio messo a rischio da
interessi imprenditoriali e da una politica incapace di tenere conto dei
reali bisogni della collettività e di guardare seriamente al futuro
della regione.
Già nel gennaio scorso, quando si cominciò a parlare sulla stampa della
modifica del tracciato autostradale, denunciammo l’assurdità di un
progetto che, tra l’altro, andrebbe a incidere sull’area delle sorgenti
del Pescara, là dove nel sottosuolo c’è il bacino imbrifero più grande
d’Italia e forse d’Europa, che fornisce acqua potabile a oltre metà
degli abruzzesi. Un progetto che attraverserebbe SIC e riserve regionali
di importanza strategica per la natura in Abruzzo, che rovinerebbe per
sempre paesaggi unici, vera ricchezza di questa regione. Nel solo tratto
abruzzese sarebbero infatti previsti altri cinque trafori, diversi
viadotti, bretelle, con un impatto paesaggistico enormemente negativo.
La definimmo già a gennaio un’opera inutile e devastante per l’ambiente.
Un giudizio che non possiamo che ribadire oggi, quando emergono
inquietanti dettagli su questo progetto.
Le autostrade esistenti (in gestione alla società “Autostrada dei Parchi” sino al 2030,
con pedaggi costosissimi per gli utenti) sono largamente sufficienti
per il traffico tra l’Abruzzo e Roma, modificarle è una vera follia. Se
dovesse passare questa idea sarebbe anche necessario cambiare la
denominazione sociale del gestore in “Autostrada contro i Parchi”, più
aderente alla realtà.
WWF, Legambiente, Pro Natura, FAI, Italia Nostra, Marevivo e Archeoclub
chiedono al Governo di non prendere neppure in considerazione la modifica proposta dal gerente
e ai consiglieri regionali abruzzesi, qualsiasi sia il loro gruppo
politico di riferimento, di opporsi decisamente e chiaramente a questo
folle progetto, sostanzialmente inutile per la collettività e dannoso
per l’ambiente, da bocciare senza mezzi termini. È inoltre auspicabile
che ogni comune della regione, non solo quelli direttamente coinvolti
nel tracciato, faccia sentire la propria opposizione: sono infatti sotto
attacco gli interessi veri e profondi di tutti gli abruzzesi e tutti
insieme dobbiamo difenderci.