Il patrimonio contabile delle
Fondazioni di origine bancaria, in base ai bilanci chiusi al 31 dicembre
2015, ammonta a 40,8 miliardi di euro e costituisce circa l’84% del
totale di bilancio che assomma a 48,6 miliardi di euro.
Nell’ultimo esercizio il valore contabile del patrimonio ha registrato
una diminuzione dell’1,2%, con una variazione netta negativa di quasi
491 milioni di euro. Dal 2000, anno di entrata in operatività della
legge Ciampi, al 2015 esso ha avuto un tasso di crescita medio annuo
dello 0,94%. Nello stesso periodo 2000-2015, le Fondazioni hanno erogato risorse per complessivi 19,3 miliardi di euro
(8,3 nel solo periodo 2008-2014) e accantonato ulteriori risorse per
l’attività erogativa futura pari a circa 2 miliardi di euro, per un totale di 21,2 miliardi.
Segmentando le Fondazioni in base all’area geografica di riferimento,
si vede che le 47 che hanno sede nel Nord del Paese hanno un patrimonio
di oltre 30 miliardi di euro, pari al 74,9% del patrimonio complessivo; nel
Nord Ovest in particolare, dove risiedono 5 delle 18 Fondazioni di
grande dimensione, il valore medio del patrimonio è circa due volte e
mezzo la media generale (1.095 milioni di euro contro 463). Al
Sud e Isole, invece, per ragioni storiche le Fondazioni sono solo 11 e
il loro patrimonio medio si attesta sui 170 milioni di euro, al di sotto
della metà del dato generale. Le 5 maggiori Fondazioni (pari
complessivamente al 46,4% del patrimonio) sono: Fondazione Cariplo,
Compagnia di San Paolo, Fondazione Cassa di Risparmio di Verona Vicenza
Belluno e Ancona, Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, Fondazione
Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo. Il patrimonio delle 18 Fondazioni
di grande dimensione1 copre una quota del 76,4% del patrimonio complessivo del sistema, mentre le 18 Fondazioni di piccola dimensione pesano l’1,3%.
Il totale attivo delle Fondazioni di origine bancaria (48,6 miliardi di
euro) è costituito per circa il 95% da attività finanziarie, mentre le
immobilizzazioni materiali e immateriali rappresentano solo il 4%.
Le attività finanziarie immobilizzate sono sostanzialmente invariate;
ammontano a 27 miliardi di euro e rappresentano meno del 56% dell’attivo
rispetto al 58% del 2014. Anche l’investimento in attività finanziarie non immobilizzate è rimasto inalterato e si attesta a 15,6 miliardi;
le gestioni patrimoniali diminuiscono di 2,1 miliardi, compensati
dall’aumento delle partecipazioni nella conferiaria e dagli investimenti
in fondi. Gli
investimenti complessivi nelle conferitarie (sia immobilizzati che non)
ammontano a 15,8 miliardi di euro, con una riduzione di 983 milioni
rispetto al 2014. Tale riduzione è il risultato netto di
incrementi per totali 734 milioni di euro registrati da 11 Fondazioni
(oltre la metà dei quali per riprese di valore a fronte di precedenti
svalutazioni), di cessioni di partecipazioni per 735 milioni da parte di
14 Fondazioni e di svalutazioni e minusvalenze per 982 milioni di euro
relative a 13 Fondazioni.
Al 31 dicembre 2015 su 88 Fondazioni 31 non hanno più alcuna
partecipazione nella banca originaria, 47 hanno partecipazioni
minoritarie in società bancarie conferitarie che fanno parte di gruppi
bancari, mentre le altre 10, di minori dimensioni, mantengono una quota
di maggioranza, come consentito dalla legge2. Peraltro, 85 delle 86 Fondazioni associate all’Acri, approvando il Protocollo d’intesa firmato dall’Associazione e dal Ministero dell’Economia e delle Finanze il 22 aprile 2015,
nell’ottica di ottimizzare la combinazione tra redditività e rischio
nell’impiego del proprio patrimonio hanno accettato il principio di
un’adeguata diversificazione. In particolare, il patrimonio non può
essere impiegato, direttamente o indirettamente, in esposizioni verso un
singolo soggetto per un ammontare complessivamente superiore a un terzo
del totale dell’attivo dello stato patrimoniale della Fondazione,
valutando al fair value esposizioni e componenti dell’attivo
patrimoniale; nell’esposizione complessiva verso un singolo soggetto si
computano tutti gli strumenti finanziari. Dalla firma del Protocollo, le
Fondazioni hanno tre anni per ridurre l’esposizione in esubero ove
questa riguardi strumenti finanziari negoziati su mercati regolamentati,
cinque anni se si tratta di strumenti finanziari non negoziati su
mercati regolamentati. In entrambi i casi si terranno nel dovuto conto
l’esigenza di salvaguardare il valore del patrimonio, le condizioni di
mercato e gli effetti delle cessioni sullo stesso. Il totale dei proventi per l’esercizio 2015 ammonta a 1.410,4 milioni di euro e fa segnare una riduzione del 37,9% rispetto all’esercizio precedente (2.271,43
milioni di euro). Se ne viene analizzata la composizione, si osserva
che, mentre gli interessi sui titoli si riducono, i dividendi totali
segnano un aumento, anche quelli distribuiti dalle conferitarie, che
passano da 361,1 a 395 milioni di euro. Il risultato delle gestioni
patrimoniali è più che dimezzato, passando da 254,5 milioni di euro a 95
milioni; considerando però che anche l’investimento in gestioni si è
dimezzato, si osserva che il tasso di rendimento è diminuito solo di
pochi punti, passando dal 5,7% al 4,5%; la gestione degli strumenti
finanziari mostra un saldo positivo di circa 62 milioni di euro, in
forte diminuzione rispetto agli 800 milioni del 2014, per le ragioni già
illustrate in nota 4 riguardo alla variazione dei proventi totali; gli
altri proventi di natura non finanziaria sono pari a 37,8 milioni (134
nel 2014). La componente straordinaria incide sui proventi totali per
147,8 milioni (69,5 nel 2014). La redditività netta media della somma dei patrimoni4 delle Fondazioni nel 2015 si attesta al 3,4% rispetto al 5,5% dell’esercizio precedente:
un risultato comunque positivo, sia in termini assoluti sia in termini
relativi, considerando anche che l’utile è al netto dell’elevato carico
fiscale, diretto e indiretto. Gli oneri per l’insieme delle Fondazioni diminuiscono dell’1,6%, passando da 258 a 254 milioni di euro nel 2015. La variazione è dovuta principalmente alla sensibile riduzione degli interessi passivi. Il carico fiscale - per le imposte dirette, sui proventi percepiti, e indirette, come Irap e Imu, dell’anno - è stato pari a 305 milioni di euro,
di cui: 158 per imposte sostitutive sui redditi degli investimenti
finanziari; 118 milioni a titolo di Ires; 4 milioni a titolo di Imu e 3
milioni per l’Irap. L’aumento così rilevante dell’imposizione fiscale,
registrata in questi ultimi anni, è l’effetto di alcuni fattori: • l’inasprimento dal 20% al 26%, a far data dal 1° luglio 2014, dell’aliquota per la tassazione delle rendite finanziarie;
• l’aumento di 20 punti percentuali della tassazione dei dividendi a
seguito dell’innalzamento dal 5% al 77,74% della base imponibile, con
efficacia a partire dai dividendi messi in distribuzione dall’inizio del
2014. L’avanzo di gestione sui proventi totali è stato del 68,6% (73,2% nel 2014), pari a 967,4 milioni di euro contro i 1.662,7 milioni del 2014. La diminuzione è del 41,8% ed è sostanzialmente in linea con quella dei proventi totali.
In merito agli accantonamenti al patrimonio, per l’anno 2015 l’Autorità
di Vigilanza ha confermato l’aliquota dell’accantonamento alla “Riserva
obbligatoria” al 20% dell’avanzo della gestione e ha fissato al 15%
l’aliquota massima di accantonamento alla “Riserva per l’integrità del
patrimonio”. Le Fondazioni, quindi, hanno potuto complessivamente
destinare al patrimonio risorse, in misura variabile, da un minimo del
20% a un massimo del 35% dell’avanzo di gestione. Questo margine di
flessibilità ha reso possibile graduare l’entità dell’accantonamento
complessivo in relazione al risultato della gestione e alla necessità di
salvaguardare i livelli erogativi. Per l’insieme delle Fondazioni, il dato complessivo di accantonamenti alle riserve patrimoniali è pari a 300,2 milioni di euro (533,3 nel 2014).
Le risorse destinate all’attività istituzionale, comprendendo anche gli
stanziamenti ai fondi per l’attività futura, incidono per l’82,8% sul
totale avanzo di gestione e ammontano a 800,8 milioni di euro, contro i 1.165,2 milioni del 2014. L’attività istituzionale
L’attività erogativa del 2015 segue il trend di graduale ripresa
registrato nel 2014, anno in cui si era registrata un’inversione di
tendenza dopo sei esercizi, dal 2008 al 2013, di ininterrotta
contrazione. In particolare, il 2015 ripropone il segno positivo nelle
variazioni anno su anno dei volumi di erogazione (+2,7%), pur facendo registrare una lieve diminuzione nel numero degli interventi (-5,4%).
In valori assoluti, le erogazioni del 2015, ivi inclusi gli
accantonamenti ai fondi speciali per il volontariato ex art. 15 L.
266/91, si sono attestate a 936,7 milioni di euro per 21.564 interventi
rispetto a 911,9 milioni di euro per 22.805 interventi del 2014. La media di importo erogato per singolo progetto sale a 43.437 euro
(dai 39.985 euro del 2014), mentre diminuisce leggermente il numero
medio di interventi per singola Fondazione: nel 2015 se ne contano 251
contro 259 nel 2014. I settori di intervento Tra i 21 “settori ammessi” dalla legge5, 7 sono quelli su cui si concentra la maggior parte delle erogazioni delle Fondazioni. In base alla quantità di risorse ricevute, al primo posto si conferma il settore Arte, attività e beni culturali, con 280,1 milioni di euro erogati, pari al 29,9% del totale (29,9% nel 2014). In questo settore l’ambito principale di intervento è quello della Conservazione e valorizzazione dei beni architettonici e archeologici (incide per il 33,5% sulle erogazioni al settore). Al secondo posto si collocano le Iniziative a sostegno di creazioni e interpretazioni artistiche e letterarie (32%). Seguono le Attività dei musei (11,6%), il comparto Promozione e valorizzazione delle arti visive (10,6%), le Attività di biblioteche e archivi (3,7%), Editoria e altri mezzi di comunicazione di massa (3,5%). Il secondo settore d’intervento è quello dell’Assistenza sociale con 138,2 milioni di euro, il 14,8% delle erogazioni (13,6% nel 2014). La parte prevalente (98,9%) va al comparto Servizi sociali, seguito da Servizi di assistenza in caso di calamità naturale, di protezione civile e di assistenza ai profughi e ai rifugiati
ai quali va complessivamente l’1,1% degli importi indirizzati al
settore. I destinatari sono in primo luogo i disabili (61,6%), quindi i
minori (14%), gli anziani (12,1%), e i tossicodipendenti (1,7%); ad
altri soggetti (famiglie a rischio di povertà, persone senza fissa
dimora, detenuti, ecc.) va il 10,5%. Il terzo settore d’intervento è Volontariato, filantropia e beneficenza, che ha ricevuto un importo complessivo di erogazioni pari a 127,3 milioni di euro, il 13,6% del totale delle risorse erogate (14,4% nel 2014). La quota maggiore è impiegata per gli Interventi diretti di promozione e sostegno del volontariato (28,8%); seguono i Contributi a fondazioni grant-making ed altri intermediari filantropici
(27,7%), cioè quei contributi che vanno a fondazioni come quelle di
comunità o ad altri soggetti non profit del territorio che intermediano
le risorse verso le organizzazioni del terzo settore; gli Accantonamenti ai fondi speciali per il volontariato (23%, oltre 29 milioni di euro); le Iniziative umanitarie e filantropiche (5,6%); gli Scambi culturali e cooperazione internazionale (4%); infine le Attività di sostegno allo sviluppo e alle condizioni di vita dei paesi poveri (3,4%). Al quarto posto c’è il settore Ricerca e Sviluppo, a cui vanno 118,4 milioni di euro, pari al 12,6% degli importi erogati (12,5% nel 2014). Al comparto Ricerca e sviluppo sperimentale in campo medico va il 28,5%, a Ricerca e sviluppo nel campo delle scienze matematiche, fisiche e naturali il 21,7%, al Trasferimento tecnologico e valorizzazione della conoscenza il 18,9%, a Ricerca e sviluppo nel campo delle scienze umane e sociali il 18,4%, a Ricerca e sviluppo nel campo dell’ingegneria il 6,8%. Al quinto posto ci sono le erogazioni al settore Educazione, istruzione e formazione con 113,5 milioni di euro, il 12,1% degli importi totali erogati (13,3% nel 2014). I comparti principali sono: Istruzione superiore, ovvero universitaria e parauniversitaria (34%); Istruzione primaria e secondaria (30,6%); Istruzione professionale e istruzione degli adulti (19,2%); Crescita e formazione giovanile (14,3%). Al sesto posto c’è il settore Salute pubblica, con 62,8 milioni di euro, pari al 6,7% delle risorse erogate (7,6% nel 2014). In quest’ambito troviamo i comparti: Servizi ospedalieri
(67,4%), che va dalla fornitura di apparecchiature mediche alla
realizzazione di progetti specifici, alla costruzione e ristrutturazione
di immobili; Altri servizi sanitari (14,9%), che va dall’assistenza domiciliare dei malati al sostegno per le cure di malati terminali e di disabili; Patologie e disturbi psichici e mentali (2,9%).
È significativo che al welfare - che raccoglie i settori di Assistenza
sociale, Salute pubblica e Volontariato - sia stato destinato il 35,1% (era 35,6% nel 2014) delle erogazioni, circa 380 milioni di euro, per interventi non sostitutivi dei servizi pubblici. Infine, c’è il settore Sviluppo locale che ha ricevuto 56,8 milioni di euro, ovvero il 6,1% del totale erogazioni (5% nel 2014). Qui troviamo iniziative per la Promozione dello sviluppo economico della comunità locale (78,9% delle risorse andate al settore), la Realizzazione di lavori pubblici o di pubblica utilità (10,8%), i Progetti di housing sociale (7,9%), l’Edilizia popolare locale (1,9%), gli Interventi di microcredito (0,3%). Concludono la graduatoria: Protezione e qualità ambientale, con una quota di risorse pari a 17,7 milioni di euro (circa il 2% del totale erogazioni era il 2% nel 2014); Sport e ricreazione, con 10,8 milioni di euro (1,2%; 0,9% nel 2014); Famiglia e valori connessi,
con 10,4 milioni di euro (1,1%; 0,7% nel 2014); infine Diritti civili,
Religione e sviluppo spirituale, Prevenzione della criminalità e
sicurezza pubblica, a cui va complessivamente poco più di mezzo milione
di euro con 63 interventi.
Per quanto riguarda la scelta dei settori, più della metà delle
Fondazioni opera con un grado di specializzazione settoriale degli
interventi alto, mentre la restante parte si attesta su un livello
medio. Ciò significa che i primi due settori di intervento
della Fondazione sono destinatari di quote di erogazioni che mediamente
oscillano tra il 40% e il 60%; incidenze che documentano il pieno
allineamento delle politiche erogative delle Fondazioni alle già
ricordate prescrizioni normative che impongono di destinare almeno il
50% delle risorse disponibili per erogazioni a non più di cinque tra i
“settori ammessi”. Il
numero medio di settori di intervento di ciascuna Fondazione è 6,8 (nel
2014 la media era 7). Tutte le Fondazioni censite operano nel settore
Arte, Attività e Beni culturali; per quanto riguarda gli altri settori,
le presenze più numerose si registrano nel settore Volontariato,
Filantropia e Beneficenza6 (dove operano 85 Fondazioni),
Educazione Istruzione e Formazione (78 Fondazioni), Salute pubblica (66
Fondazioni), Sviluppo locale (57 Fondazioni) e Ricerca e Sviluppo (55
Fondazioni). Sul totale delle erogazioni quelle superiori a 100.000 euro incidono per il 69,5%
degli importi erogati e per il 6,8% del numero degli interventi
(rispetto, relativamente, al 68,5% e al 5,9% del 2014); quelle di
importo unitario superiore a 500.000 euro assorbono il 43,6% dell’erogato complessivo. Il peso delle erogazioni non superori a 5.000 euro
diminuisce lievemente rispetto all’anno precedente quanto a importi (il
2,6% contro il 2,9% del 2014), e diminuisce di oltre 2 punti
percentuali la quota del numero di iniziative (il 46,9% contro il 49,2%
del 2014). Le erogazioni pluriennali7
rimangono stabili sia negli importi che nel numero rispetto al 2014
(l’11,6% degli importi e il 2,8% del numero di interventi). I beneficiari I beneficiari delle erogazioni delle Fondazioni sono sempre soggetti che perseguono finalità non lucrative di utilità sociale: dunque sono soggetti privati non profit – ad essi va il 68,4% degli importi erogati (67,7% nel 2014) e il 70,6% del numero di interventi (69,1% nel 2014) – o istituzioni pubbliche. Fra le categorie di beneficiari privati i più importanti sono le fondazioni (naturalmente non si tratta di Fondazioni di origine bancaria) che, con il 34,4%
degli importi, si confermano anche in questa rilevazione al primo posto
in assoluto fra tutte le categorie di beneficiari pubblici e privati.
Seguono: Associazioni (13,9%, di cui 1,2 punti percentuali destinati ad Associazioni di promozione sociale); Altri soggetti privati (8,5%), comprende Comitati, Ipab private, Ong, scuole e strutture sanitarie private; Organizzazioni di volontariato (4,8%); Enti religiosi o di culto (3,3%) Cooperative sociali (3%); Imprese sociali (0,3%). Fra i soggetti pubblici, che ricevono complessivamente il 31,6% delle erogazioni, i destinatari sono: Enti locali (16,8 %); Scuole e Università pubbliche (7,1%); Enti e Aziende sanitarie e ospedaliere pubbliche (4,1%); Altri Enti pubblici (3%) e Amministrazioni centrali (0,7%). La distribuzione territoriale La caratterizzazione localistica dell’attività erogativa delle Fondazioni trova conferma anche nel 2015: le erogazioni destinate alla regione di appartenenza
sono infatti sempre in larga maggioranza (l’87,9% degli importi e il
94,5% del numero di iniziative). In merito alla distribuzione geografica
delle erogazioni, al Nord va il 71,3% delle risorse, di cui il 41,6% al Nord Ovest e il 29,7% al Nord Est; al Centro il 22,3%; al Sud e Isole il 6,4%.
Nei territori del Sud e Isole, le Fondazioni operano anche attraverso
la Fondazione con il Sud, che nel 2015 ha fatto interventi per 18,7
milioni di euro. Le partnership di sistema
Tra le iniziative che le Fondazioni condividono con altri soggetti
finanziatori un rilievo particolare hanno assunto, negli ultimi anni,
quelle realizzate in concorso con altre Fondazioni di origine bancaria,
in una prospettiva di interventi di sistema coordinati e che si
sviluppano in un orizzonte pluriennale. Al di là che esse nascano
direttamente da Fondazioni che, con una regia condivisa tra loro,
decidono di “consorziarsi” o perché maturate in ambito Acri, si
tratta di progetti di ampio respiro, di valenza spesso nazionale,
rispetto ai quali l’approccio “comune” si presenta come un fattore
essenziale di successo. Da un lato consente di mettere a fattor
comune professionalità “domestiche” sviluppate dalle singole Fondazioni
nel proprio ambito territoriale, dall’altro favorisce una crescente
efficienza e razionalizzazione degli interventi: là dove impegni
separati di più soggetti sullo stesso problema esporrebbero al rischio
di frammentazione e dispersione delle utilità prodotte, una
progettualità condivisa permette, invece, di indirizzare gli sforzi in
modo sincronico e con maggiore impatto.
Link per scaricare le bozze del XXI Rapporto Annuale sulle Fondazioni