Giunto alle quinta edizione, ieri sera all'interno della cornice del Festival del Fundraising, si è svolta questa sera la premiazione dell'Italian Fundraising Award 2016, l’unico premio italiano dedicato a coloro che operano nella raccolta fondi, creato per diffondere la cultura del dono e la conoscenza di una professione emergente. Ecco i vincitori. (Scopri di più su: http://assif.it/notizie/assif-nazionale/122-ecco-i-vincitori-dell-italian-fundraising-award-2016.html)


Fundraiser professionista 2016: Alessandro Benedetti

Risale al 1999 l’intuizione di Alessandro Benedetti di proporre all’Azienda Ospedaliera Meyer la costituzione di una Fondazione, con socio unico l’Ospedale, che si occupasse di gestire in maniera integrata le attività di comunicazione e di fundraising. Dopo i primi due anni in cui si è occupato da solo di tutte le attività, ha costruito una squadra di lavoro che oggi è composta da 11 persone. Con oltre 60 milioni di euro raccolti e il IX posto nella classifica nazionale del 5X1000, oggi la Fondazione Ospedale Pediatrico Meyer rappresenta un modello pressoché unico nell’ambito ospedaliero italiano. Grazie all’attività di raccolta fondi della Fondazione è stato possibile per il Meyer affiancare all’elevata qualità sanitaria e tecnologica, anche un’elevata qualità dell’accoglienza per i bambini e le loro famiglie. Dal 2007 l’Ospedale si è spostato in una struttura progettata e pensata per essere un ospedale “a misura di bambino”.

"Alessandro Benedetti si è contraddistinto per la profonda capacità di aver guidato una crescita continua e costante della Fondazione Ospedale Pediatrico Meyer, di aver saputo coinvolgere tutta l’organizzazione e di aver adottato in questi anni uno stile di comunicazione e di fundraising efficace e delicato, dimostrando che etica, sostenibilità e sviluppo non sono solo compatibili, ma complementari"


Donatore 2016: Maria Edmea Sambuy e Francesco Zen

I coniugi Maria Edmea Sambuy e Francesco Zen sostengono con generosità e costanza il lavoro dell’UNHCR da oltre 20 anni. Il primo incontro è avvenuto nel 1995 quando hanno deciso di apportare il proprio contributo per supportare le operazioni umanitarie nella ex Jugoslavia. Negli anni non hanno mai fatto mancare il loro sostegno ai rifugiati. Convinti che il fenomeno della crisi dei rifugiati in Europa dell’estate del 2015 non potesse essere affrontato con la paura e il disinteresse, hanno deciso di mettere a disposizione di alcuni richiedenti asilo degli appartamenti di loro proprietà. Oltre che da un forte sentimento umanitario, l’impegno filantropico dei Signori Zen è ispirato anche da un grande amore per l’arte e il territorio. Negli anni hanno provveduto al restauro di alcune opere d’arte nel centro storico di Torino, nonché al recupero in chiave ecosostenibile del borgo delle Cascine Pallavicini a Santena.

"I coniugi Zen si sono distinti non solo per un profondo senso civico e di accoglienza, ma anche per un’ampia cultura della filantropia attraverso il sostegno di numerosi progetti in ambiti differenti. Testimoniano quotidianamente che il dono può essere anche uno stile di vita con delle ricadute positive per l’intera collettività."

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