L’economia sociale carceraria: un comparto, sempre più attivo e diversificato, che impegna le imprese sociali che operano per l’inserimento sociale e lavorativo di detenuti ed ex detenuti attraverso la produzione di beni e di servizi. (Scopri di più su:
http://irisnetwork.it/2016/04/economia-sociale-carceraria/)
Il lavoro è una potentissima leva del percorso rieducativo del trattamento penitenziario e un potente fattore protettivo per le persone detenute e per le comunità: il rischio che chi esce dal carcere torni a delinquere si riduce dal 76% di chi non lavora al 12% di chi ha un lavoro esterno al carcere. La cooperazione sociale negli anni ha contribuito a cambiare il carcere e si sono moltiplicate storie innovative di network e di collaborazioni tra istituzione pubbliche e mercato.
Nel 2013 nacque Sigillo, la prima agenzia nazionale di coordinamento dell’imprenditorialità delle donne detenute, per curarne le strategie di prodotto, comunicazione e posizionamento sul mercato. Il progetto – il primo nel suo genere in Italia e in Europa – venne alla luce dopo anni di collaborazione e confronto tra il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e tre cooperative sociali (Alice di Milano, Officina Creativa di Lecce e Uno di Due di Torino) che negli anni hanno saputo distinguersi per le proprie capacità imprenditoriali e per la propria esperienza nei laboratori tessili all’interno delle sezioni femminili delle carceri italiane. Nel suo primo anno di attività Sigillo contava già 15 aderenti (ospiti dell’
edizione 2013 del Workshop sull’impresa sociale di Iris Network).
Il ragionamento immediatamente successivo all’esperienza di Sigillo è
Socially Made in Italy; nato nel 2015, è una sorta di distretto produttivo tra i laboratori delle cooperative sociali che si occupano di inserimento lavorativo per le donne in carcere e ha l’obiettivo di coinvolgere direttamente i marchi dell’alta moda a collaborare per rendere questi laboratori all’altezza del made in Italy, per dar vita ad una filiera produttiva dell’economia sociale in grado di essere competitività in termini di qualità e prezzo.
Attualmente le cooperative coinvolti sono quattro (Catania, Venezia, Milano e Vigevano). I prodotti principali sono soprattutto borse e gadgettistica. Mediamente ogni laboratorio ha tra le quindici e le venti persone impiegate dalle cooperative che lo gestiscono, per un totale di circa cinquanta lavoratrici coinvolte nel progetto.