"Per una salute da costruire insieme": l'UISP chiede politiche pubbliche integrate su salute, urbanistica, ambiente e sport.

In occasione della presentazione a Roma dell’edizione italiana della strategia OMS per l’Europa, curata e tradotta dall’Uisp, Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp, ha chiesto politiche pubbliche integrate per salute, urbanistica, ambiente e sport: in questo modo si può cambiare il volto delle città e lo stile di vita delle persone: "Promuovere la buona salute per tutti e per tutte le fasce di età attraverso la cultura del movimento, secondo le abilità di ciascuno, è l'obiettivo a cui la Uisp guarda da sempre nel coniugare attività fisica, educazione, ambiente, benessere e diritti di cittadinanza - dice Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp - le strategie dell'OMS che abbiamo presentato ci incoraggiano in questo senso e ci confermano che l'impegno dell'Uisp è efficace: puntare su movimento, salute e stili di vita attivi. Chiediamo politiche pubbliche integrate e orientate a questi obiettivi".
"La scelta che la Uisp ha fatto, di tradurre ed editare le linee guida delle strategie sull’attività fisica per la Regione Europa dell’Organizzazione Mondiale della Sanità 2016-2025 ha come obiettivo ciò che ha indicato Ban Ki-moon nel suo messaggio, ovvero produrre cambiamento positivo - ha detto Manco - Vogliamo partire però da un orizzonte che non osserva nello specifico solamente il rapporto che c’è tra attività fisica e benessere, visto che i benefici della prima sono ben noti rispetto alla qualità della vita di ogni individuo. Desideriamo piuttosto inquadrare il tema della promozione e prevenzione della salute come una delle grandi questioni per individuare nuove forme di welfare, possibilmente generativo, capace cioè di affermarsi in modo proattivo dentro un quadro di riferimento che possa prevedere tutele per l’affermazione dei diritti di cittadinanza".

"Sul piano globale un adulto su tre non raggiunge i livelli di attività consigliati. In Europa le statistiche rilevano come oltre un terzo delle persone in età adulta sia insufficientemente attive. Quali sono i costi che derivano da questi dati e quali le strategie da indirizzare?

Noi da qualche tempo abbiamo deciso di alzare il livello della qualità del nostro intervento, nella predisposizione di buone pratiche e nell’offerta di attività motoria e sportiva. Lo abbiamo fatto prevedendo un intervento sistemico e trasversale che andasse a considerare diverse politiche legate non solo al movimento ma anche all’ambiente, alla qualità e alla sostenibilità della nutrizione, al fattore educativo, ai temi della socialità, al fine di produrre relazioni positive e quindi benessere individuale e sociale. Abbiamo assunto la consapevolezza che per raggiungere obiettivi ambiziosi è necessario investire in competenze, contaminare saperi, instaurare un rapporto stabile e fecondo con le università. Non siamo e non vogliamo essere autosufficienti, né autoreferenziali. Ma con questo ulteriore appuntamento nel lungo cammino tracciato dalle nostre politiche sui sani stili di vita e la salute, desideriamo indicare un’avanguardia, un punto avanzato fatto di credibilità, valore oggettivo, comportamenti etici, competenze. E’ su questi temi che siamo stati capaci di costruire partnership importanti, molte delle quali sono qui rappresentate oggi e arricchiscono, come sempre hanno fatto, il dibattito ed il confronto".

"Non basta indicare le proposte per andare a piedi o per fare uso della bicicletta, o implicare, di conseguenza, l’aumento potenziale di un numero considerevole di posti di lavoro. E’ necessario fare massa critica, costruire solidi e credibili relazioni tra associazioni, tra queste e la politica pubblica. Le Regioni e gli Enti Locali lo stanno facendo, si intravedono primi ed importanti risultati. Tuttavia le risorse complessive per la promozione e la prevenzione della salute non sono tali da affermare che queste siano scelte prioritarie per il Paese. Non si intravede sul piano nazionale una chiara politica di investimenti in tal senso per abbassare i costi del sistema sanitario. Crediamo sia invece arrivato il momento di intervenire con politiche di pianificazione urbana, modalità di trasporto, spazi per il tempo libero, impiantistica di prossimità. Con poche risorse si possono attraversare aree per l’attività fisica, basterebbe solo modificare l’approccio culturale e amministrativo per promuovere forme integrate, multisettoriali e orientate alla partnership".

"Una risposta alle esortazioni ed alle preoccupazioni delle linee guida delle OMS non può che essere una vera e propria campagna nazionale, finanziata dal Governo, dal Ministero per favorire l’attività fisica in tutte le fasce di età come previsto nel documento. Una campagna che prevede monitoraggi delle azioni per capirne l’incidenza entro un tempo determinato che potrebbe essere, perché no, la stessa scadenza del 13 settembre 2017, data in cui a Lima si deciderà se l’Italia, come auspicabile, riuscirà a vedersi assegnate le Olimpiadi 2024.

Che bello sarebbe oltre ai talenti portare un anno e mezzo di impegno, esperienze, competenze, buone pratiche che contribuiscono ad abbassare il tasso di inattività nel nostro Paese, valorizzando anche lo sport sociale e di cittadinanza, facendo guadagnare salute! - ha concluso Manco - Umiltà, lealtà, competenza, etica e trasparenza sono e dovranno essere sempre di più le basi della nostra credibilità e della nostra forza. E’ una dote che siamo stati capaci di accumulare non agendo mai da soli, anzi è fatta di tante contaminazioni e di ricchezza plurale e collettiva. Costruita anche e soprattutto insieme a tutti voi. E’ la dote che la Uisp mette a disposizione del bene comune, per un benessere di comunità, inclusivo, universale, per tutte e per tutti…nessuno escluso".
  • Per leggere la relazione integrale di Vincenzo Manco clicca qui

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