La denuncia di Unicef: dall'entrata in vigore dell'accordo UE-Turchia (lo scorso mese) devono far fronte ad un futuro incerto. Circa 2.000 sono soli: fra gennaio e metà marzo sono stati registrati 1.156 minorenni non accompagnati (+300% rispetto allo stesso periodo del 2015). (Scopri di più su: http://www.redattoresociale.it/Notiziario/Articolo/504936/Migranti-oltre-22-mila-minori-bloccati-in-Grecia-fuggire-non-e-reato)

Roma. Dall'entrata in vigore dell'accordo UE-Turchia (lo scorso mese) oltre 22.000 bambini migranti e rifugiati sono rimasti bloccati in Grecia e devono far fronte ad un futuro incerto, quando non persino a forme di detenzione. E' la denuncia di Unicef che ricorda che i bambini non accompagnati o separati sono la categoria piu' a rischio e rappresentano circa il 10% della popolazione migratoria minorile presente attualmente in Grecia: se ne stimano circa 2.000, ma non tutti sono registrati. Fra gennaio e meta' marzo di quest'anno, in Grecia sono stati registrati 1.156 minorenni non accompagnati, con un incremento del 300% rispetto al medesimo periodo del 2015.

Mentre prosegue il processo di rinvio dei migranti e dei rifugiati dalle isole greche verso la Turchia, in applicazione del recente accordo tra Unione Europea e Turchia, l'Unicef ricorda il dovere degli Stati di prendersi cura e proteggere tutti i bambini e di offrire loro una possibilita' equa e piena di essere ascoltati al momento di prendere decisioni sul loro futuro. L'associazione plaude alla nuova norma entrata in vigore in Grecia lo scorso 4 aprile, che esenta dalle cosiddette "procedure frontaliere straordinarie" o rinvii una serie di categorie particolarmente vulnerabili: i minorenni non accompagnati o separati dagli adulti, quelli con disabilita', le vittime di traumi, le donne in gravidanza e quelle che hanno partorito da poco. Tuttavia, occorre fare molto di piu'.

L'Unicef chiede che siano messi in atto procedimenti per determinare il superiore interesse per ciascun minorenne e che siano soddisfatti i bisogni basilari di tutti i bambini: un alloggio adeguato, assistenza medica e protezione da sfruttamento o tratta, in linea con quanto prevedono il diritto internazionale e le norme europee. I bambini hanno ragioni specifiche per avere diritto alla tutela internazionale: è il caso ad esempio di quelli che fuggono dall'arruolamento o da matrimoni forzati. La Commissione Europea ha preso l'impegno che i rinvii verso la Turchia saranno effettuati in accordo con il diritto internazionale e con le normative Ue.

"Qualsiasi decisione su ogni minorenne, che sia un neonato o un adolescente, con o senza famiglia, dev'essere guidata dal principio del superiore interesse del bambino", afferma Marie-Pierre Poirier, Coordinatore Unicef per la crisi di migranti e rifugiati in Europa. "Bisogna che questi bambini siano ascoltati. Una decisione sbrigativa di rimandarli indietro puo' significare gettarli nuovamente in uno scenario di terrore e violenze". La capacita' delle strutture greche di accogliere e tutelare i minorenni non accompagnati e' al limite del collasso. In mancanza di alloggi adeguati, molti di essi sono ospitati in centri di 'custodia protettiva temporanea', di fatto centri di detenzione, in ambienti chiusi all'interno di posti di polizia, e per periodi non brevi.

"Siamo preoccupati per le notizie di minorenni che vengono reclusi a causa del loro status di migranti. Fuggire da una guerra e cercare di sopravvivere non puo' mai essere considerato un reato", ribadisce Marie-Pierre Poirier. Nel corso di questa settimana, i partner dell'Unicef hanno monitorato al porto di Dikili, nella provincia turca di Izmil, i primi rinvii provenienti dalle isole greche. L'Unicef continuera' ad offrire assistenza umanitaria, cooperando strettamente con le autorita' turche. Attualmente la Turchia ospita oltre 2,7 milioni di rifugiati siriani. L'Unicef e' impegnato ad aiutare i bambini e le famiglie siriane rifugiate all'estero fin dal 2012. Nel solo 2015 l'Unicef, collaborando con governi e societa' civile di diversi paesi, ha garantito istruzione, protezione e servizi di base per oltre 400.000 bambini siriani rifugiati. (DIRE)

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