«Una riforma che pone le basi per considerare il Terzo settore come un investimento per la coesione sociale e per un nuovo modello di welfare». Questo è il giudizio espresso da Gianni Bottalico, presidente nazionale delle Acli in seguito all’approvazione del disegno di legge per la riforma del terzo settore da parte del Senato. (Leggi di più su:
http://www.acli.it/le-notizie/news-nazionali/10730-terzo-settore-bottalico-una-riforma-che-investe-sulla-coesione-sociale#ixzz44YhuVhr5)
«Adesso – prosegue Bottalico - ci aspettiamo una rapida e definitiva approvazione da parte dell'altro ramo del Parlamento e una altrettanto rapida stesura da parte del Governo dei decreti delegati. È stato finalmente dato un riconoscimento pubblico del Terzo settore, il cui ruolo è prezioso per fronteggiare le emergenze sociali di questa crisi, a cominciare da quella rappresentata dal dilagare della povertà, e nel contempo per contribuire al necessario cambiamento del paradigma economico, dove al centro devono essere rimessi i bisogni di ciascuna persona e non la sete di profitto di pochi. La riforma potrà contribuire a rilanciare la partecipazione e l'imprenditorialità sociale del Terzo settore, anche dal punto di vista occupazionale, le cui potenzialità chiedono solo di essere messe a servizio del Paese.
Elementi come l'istituzione della Fondazione "Italia Sociale", le nuove modalità per ottenere finanziamenti e la semplificazione burocratica potranno sortire un effetto positivo tanto maggiore in relazione anche alle possibilità che avrà il Governo di praticare politiche economiche espansive che permettano di considerare le risorse per il sociale un investimento per lo sviluppo e non un semplice costo.
Le Acli – conclude il presidente delle Acli Bottalico - considerano assai importante anche un altro aspetto di questa riforma, quello relativo al servizio civile. L’articolo 8 riconosce il ruolo del servizio civile nel quadro di una Difesa civile e non armata della Patria, definendo in maniera chiara la possibilità di accesso per i giovani stranieri residenti in Italia, e aprendo alla possibilità di un servizio civile europeo».