La tratta degli esseri umani è un fenomeno complesso, che colpisce anche molti minori, soprattutto migranti. Per contrastarlo, il 26 febbraio scorso il Consiglio dei ministri ha adottato il
primo Piano nazionale d'azione contro la tratta e il grave sfruttamento per gli anni 2016-2018. (Scopri di più su:
http://www.minori.it/it/news/primo-piano-nazionale-dazione-contro-la-tratta)
L'adozione del documento, si spiega nelle indicazioni di merito del testo, «risponde ad esigenze sistematiche di riordino e razionalizzazione dell'azione di governo, principalmente per favorire un approccio comprensivo e coordinato basato su sinergie tra le varie Amministrazioni centrali, territoriali e locali coinvolte e le relative risorse disponibili, anche alla luce della pluralità di competenze pubbliche impegnate nel contrasto alla tratta, corrispondenti alle quattro direttrici su cui, a livello internazionale, si innesta comunemente ogni strategia organica in materia (prevention, prosecution, protection, partnership)».
Il Piano si propone di definire strategie pluriennali di intervento per la prevenzione e il contrasto al fenomeno della tratta e del grave sfruttamento degli esseri umani, e azioni finalizzate alla sensibilizzazione, alla prevenzione sociale, all'emersione e all'integrazione delle vittime.
Il suo obiettivo strategico è descritto nella prima parte del documento: «migliorare - secondo un approccio unitario a livello europeo - la risposta nazionale al fenomeno della tratta, agendo lungo le direttrici della prevenzione, persecuzione dei crimini, protezione ed integrazione sociale delle vittime basate sul rispetto dei diritti umani e del principio di non discriminazione, in un'ottica di mainstreaming di genere e di tutela dei diritti dei minori».
L'obiettivo operativo del Piano, invece, è quello di «definire una politica nazionale di intervento coordinata e sistemica, che coinvolga le diverse amministrazioni competenti a livello centrale e territoriale, con un approccio sinergico e volto all'ottimizzazione delle risorse finanziarie».