Introduzione al corso formativo intitolato
"Capital raising - filantropia strategica" che ConfiniOnline ha organizzato a Milano i prossimi venerdì e sabato 1-2 aprile 2016.
Storicamente la filantropia consisteva nel trasferimento di risorse da un individuo all’altro nella forma di dono. La relazione tra donatore e ricevente era asimmetrica e senza aspettativa di responsabilità condivise o di accountability. Il focus oggi si sposta, anche grazie all’ingresso di una nuova generazione di filantropi, e la filantropia si muove da relazione univoca tra donatore e ricevente a partnership collaborativa che include altri donatori e richiede scalabilità, flussi d’informazione da entrambe le parti, e una spinta alla creazione di capacity e di sostenibilità nel lungo periodo. Questo porta una proliferazione di nuovi veicoli in aggiunta alla tradizionale assistenza pubblica o filantropia privata (program-related investing, impact investing, venture philanthropy etc.) e a nuove logiche.
Stiamo quindi assistendo a una sostanziale convergenza tra modelli d'intervento filantropici e investimenti capaci di produrre un ritorno sia economico che sociale. Vi è quindi la necessità di sviluppare nuove modalità d'azione efficaci: la “nuova filantropia” è diversificata, globale, collaborativa, più imprenditoriale e prevede la misura dei risultati sia economici che sociali con un orientamento all'investimento sostenibile che miri ad apportare soluzioni permanente ai problemi.
L’orizzonte di questa nuova Filantropia Strategica prevede ricerche focalizzate, progettazione creativa, strategie di provata efficacia, esecuzione accurata ed approfondito follow-up al fine di conseguire i risultati previsti. Una delle maggiori sfide, sia per il lato dei donatori e investitori sociali sia per chi è alla ricerca di fondi, è proprio quella della misurazione dei risultati. Finanziatori, investitori sociali e realtà non profit condividono un obiettivo comune: generare un cambiamento sociale prefissato. Per raggiungere quest’obiettivo, il settore sociale deve identificare quali approcci funzionano e comprendere il perché. È quindi necessario definire un "modello strategico d’impatto" (Theory of Change) che guidi il lavoro dell’organizzazione e definisca gli indicatori e gli obiettivi per misurare il valore socio-economico generato.
Oggi stanno nascendo unità di filantropia strategica strutturate, soprattutto presso le banche: i professionisti che se ne occupano hanno quasi sempre una formazione finanziaria che, da sola, non sempre soddisfa le esigenze filantropiche dei clienti. Il Philanthropy Advisor deve soprattutto comprendere le potenzialità offerte da un progetto che sappia creare un reale impatto, cioè risultati concreti nell’interesse dei destinatari finali delle azioni benefiche.