Perego (Migrantes): la rabbia non può fermare la protezione internazionale. Papa Giovanni XXIII: le bombe ci chiamano ancor di più all’accoglienza reciproca. Astalli: Odio non generi altro odio. (Scopri di più su: http://www.redattoresociale.it/Notiziario/Articolo/503852/Bruxelles-le-associazioni-Odio-non-generi-altro-odio-Si-lavori-per-la-pace)

Roma. “Il dolore e la rabbia degli attentati di Bruxelles non possono fermare la tutela e la protezione internazionale di chi è in fuga dalla guerra e dalla persecuzione. La sicurezza oggi non è a rischio per l’arrivo di persone che hanno visto le loro case e la loro vita distrutta da bombardamenti e da violenze, ma da un terrorismo irrazionale anche nato e cresciuto dentro le nostre città europee”. E' il commento di mons. Gian Carlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes dopo gli attentati di ieri mattina. “La nuova strage di Bruxelles non può diventare una ragione in più per innescare un percorso doppio di sofferenza per i migranti: costretti a lasciare il loro Paese, fermati e rifiutati ai confini dell’Europa”, conclude mons. Perego.

Antonio Caproni, animatore per le missioni della Comunità Papa Giovanni XXIII commenta così la strage di Bruxelles. “Ci sono moltissimi segni di accoglienza e di dialogo, di un incontro reale ed autentico ovunque, sia nel mondo arabo che nel mondo occidentale”. “Le bombe di questa mattina - prosegue - ci chiamano e ci responsabilizzano ancor di più, nell’opportunità di basare la nostra azione quotidiana sull’accoglienza reciproca. Cristiani e musulmani insieme, oriente ed occidente insieme. Il maggior pericolo è il dopo: non facciamo passare la morte, la violenza, la divisione come necessari. Chiamiamo male il male, bene il bene”.

Da Bruxelles parla don Giancarlo Quadri, cappellano del Centro pastorale dei fedeli italiani: "La convivenza qui tra etnie diverse è ben avviata. Forse è proprio per questo che i terroristi hanno colpito". Ogni giorno don Giancarlo ha a che fare con immigrati da tutto il mondo e la convivenza nella vita quotidiana scorre senza particolari problemi.

“Oggi Bruxelles, tre giorni fa Istanbul: la tragica conta dei morti e dei feriti vittime di feroci e insensati attentati sembra non avere fine. Due città - per tanti aspetti - così diverse, unite dal dolore per le vittime e per i feriti. Ancora una volta la comunità internazionale si interroga su come possa essere fermata questa deriva di sangue e distruzione". E' il commento di Gianmario Gazzi, presidente del Consiglio nazionale degli assistenti sociali. "Da qualunque parte arrivi la cieca e vile violenza va condannata in modo netto ed inequivocabile. I terroristi puntano a minare le fondamenta stesse di ogni civiltà e di ogni convivenza civile, cercando di far prevalere l’odio e la paura e impedendo la preziosa opera di quanti cercano di abbattere mura e steccati che, in nome di ideologie fondamentaliste, dividono gli uomini”.

Per il Centro Astalli "non si è mai al sicuro in una società che non garantisce giustizia". Il cordoglio per le vittime degli attentati: "Odio non generi altro odio. Forti dei valori su cui fonda la nostra civiltà e con ancora più determinazione di prima chiediamo ai governanti di costruire ponti e non muri. La pace si costruisce insieme. Altra via non è data".

La Comunità di Sant’Egidio. “Restare uniti e lavorare per la pace”. L’associazione: ““Il terrorismo continua la sua folle corsa verso l'orrore, uccidendo innocenti e spargendo paura. Il terrore vuole ferire la convivenza e il sogno di unire paesi e popoli. Vuole inquinare il clima sociale, istillare la paura, portarci a reagire secondo logiche violente che alimentino odio e separazione. Non cediamo a tale progetto”.

Mao Valpiana: “Una sola risposta possibile, la nonviolenza”. Per il presidente del Movimento Nonviolento: “La guerra è il più grande crimine contro l'umanità, che la facciano le bombe dei terroristi di Daesh o le bombe sganciate da aerei di eserciti regolari. Oggi e domani dev'essere il momento della nonviolenza, l'unica via per salvare l'umanità dal suo suicidio”.

Arci: "Solo una politica di pace può sconfiggere la barbarie del terrorismo". Il commento della presidente nazionale, Chiavacci: “Una risposta basata sull’accelerazione dei preparativi della guerra in Libia non farebbe che dare respiro ad una strategia terrorista e la aiuterebbe a stringere le proprie fila.Occorre dare forza a politiche di pace, cooperazione e integrazione proprio ora è tanto più necessario, per salvare la nostra libertà, la nostra democrazia".

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