“Sharing welfare” suona molto bene. Potrebbe candidarsi al ruolo di parola chiave per intitolare la nuova fase di sviluppo del sistema di protezione sociale, in particolare nel campo dei servizi, scalzando altre etichette come welfare mix, welfare locale e forse anche welfare generativo che oggi domina incontrastato il gergo degli operatori sociali. (Scopri di più su:
http://irisnetwork.it/2016/03/sharing-welfare-oggi/)
Il fatto che prestigiosi enti di ricerca e di formazione come SDA Bocconi già propongano percorsi formativi su questo tema è un altro indicatore della crescente rilevanza di un welfare che prova a ridefinirsi intorno al concetto di condivisione. Prima però di assegnare lo scettro a questa nuova declinazione è utile approfondirne gli elementi di peculiarità e di rilevanza, in particolare focalizzando a cosa si fa riferimento e soprattutto a quali conseguenze o implicazioni potrà dar vita.
Nonostante l’attributo “condiviso” possa essere analizzato da diverse angolature e attraverso svariati approcci, in realtà il riferimento di questa nuova qualifica è univoco e riguarda la collocazione del welfare nell’ambito della cosiddetta sharing economy.
In occasione della terza edizione di Sharitaly – il principale evento italiano dedicato all’economia della condivisione – le organizzatrici Marta Mainieri (Collaboriamo.org) e Ivana Pais (Università Cattolica di Milano) hanno proposto una definizione operativa utile a comprendere a quali condizioni i servizi di protezione sociale possono essere inscritti nel vasto mondo delle piattaforme collaborative:
- mettono direttamente in contatto persone con persone, domanda e offerta, abilitando in tal modo una collaborazione fra pari (peer-to-peer);
- abilitano cioè non erogano prodotti e servizi: non stabiliscono il prezzo della transazione (è la persona che decide a quanto affittare/noleggiare il proprio bene), non selezionano il personale e abilitano le transazioni attraverso un sistema reputazionale (review o simile);
- consentono la partecipazione sia di professionisti che di privati cittadini;
- funzionano attraverso una piattaforma tecnologica. […]
Quello che vi abbiamo proposto è l’incipit dell’articolo “Sharing: il futuro prossimo del welfare sociale?” (Flaviano Zandonai e Silvia Rensi, Iris Network), apparso sul numero 6 (novembre-dicembre 2015) della rivista Welfare Oggi.
L’articolo integrale, che si interroga sul se e come i servizi di welfare possano essere resi disponibili attraverso piattaforme di economia collaborativa, è reperibile attraverso il
sito dei periodici Maggioli. Buona lettura!