“La cura della Casa Comune”, un intervento di Luigi Mariano, Docente di Etica Economica presso la Pontificia Università Gregoriana. (Scopri di più su:
http://www.osservatoriosocialis.it/2016/03/04/la-cura-della-casa-comune-luigi-mariano-docente-di-etica-economica-pontificia-universita-gregoriana/)
Nell’estate 2015, la più torrida degli ultimi cento anni a causa del surriscaldamento del pianeta, Papa Francesco ha fatto pubblicare l’enciclica, definita ecologista, ”Laudato si”.Ma dentro contiene molto di più di un semplice monito contro inquinamento ambientale e degrado.
Quest’enciclica è una dura presa di coscienza della mentalità suicida dell’umanità. E’ una lucidissima e ben documentata analisi dei danni provocati all’ecosistema da certe politiche miopi che sono influenzate da scelte economiche non sensibili alla sostenibilità eco-ambientale.
Nella sua prima parte lo scritto è un riassunto molto preciso della situazione in cui si trova il mondo: inquinamento e cambiamento climatico, perdita della biodiversità conil conseguente deterioramento della qualità della vita umana, degrado sociale e diffondersi dell’iniquità.
Nel secondo capitolo analizza la creazione come dono di Dio. La Terra è stata donata dal Creatore perché l’uomo la custodisse e non perché la dominasse o peggio la distruggesse: la Terra non è nostra!
Nel terzo capitolo individua la radice umana della crisi ecologica e soprattutto il paradigma tecnocratico come valore assoluto che assoggetta anche la morale.
Ma è nel quarto capitolo che il pontefice indica il percorso di salvezza per l’intera umanità: un’ecologia integrale, ovvero ambientale-economica-sociale alla base di una svolta antropologica fondata su sobrietà-sostenibilità-solidarietà tra le persone, i popoli e le generazioni.
Nel capitolo cinque ci dà alcune linee di orientamento e di azione. Infine nel sesto delinea un percorso educativo di nuova mentalità ecologica.
La novità sta nel messaggio universale di Francesco: egli intende parlare a tutti gli esseri umani (come fece Giovanni XXIII nell’enciclica “Pacem in terris” nel 1963).
La preoccupazione di un’estinzione umana lo spinge a chiedere la collaborazione di tutti per il bene comune dell’unica casa e per la sopravvivenza dei suoi abitanti. E’ un passo non più prorogabile per rendere proficuo il ben-essere in questo pianeta e perseverarlo per le future generazioni. L’aveva già denunciato Hans Jonas nel suo libro “Il principio responsabilità: un’etica per la civiltà tecnologica”, 1990.
Il benessere è solo nel giusto equilibrio tra uomo e natura,legati dal comune destino e finalizzato al futuro. E il pontefice chiede alla politica di fare il suo mestiere con onestà ed efficacia.
La politica ambientale deve attuare scelte per il bene della polis, in relazione alle fonti energetiche non inquinanti (oltre le fonti fossili: carbone, gas, petrolio); l’ambiente va tutelato dalle emissioni di anidride carbonica che deve essere drasticamente ridotta a livelli percentuali sopportabili dall’atmosfera ed in tempi stretti.
Dopo la pubblicazione dell’enciclica due eventi globali hanno cercato di dare risposte: Expo 2015 con la carta di Milano (sui problemi connessi al cibo) e la conferenza di Parigi Cop21 sul piano di interventi per la lotta all’inquinamento, da far attuare a tutti i Paesi con urgenza ed efficacia.
L’enciclica ecologista, come è stata definita in maniera riduttiva dalla stampa, ha due capisaldi esistenziali fondamentali: consapevolezza e responsabilità.
La consapevolezza della situazione-limite in cui i nostri comportamenti hanno ridotto “nostra madre- terra” in condizioni gravi: consapevolezza dell’irreversibilità di certi processi ormai innescati, della necessità di far fronte comune per fermare il degrado e invertire la rotta. Consapevolezza della tirannia della tecno-finanza speculativa che domina ogni agire umano con i dogmi di un pensiero unico “che uccide l’umanità”.
E responsabilità: verso il bene comune, verso la giustizia e la condivisione, verso la solidarietà tra gli esseri umani e tra loro ed il creato. Con un messaggio chiaro e forte: per salvarci dobbiamo salvare la terra, seguendo e mettendo in pratica un comandamento che proviene dalla Bibbia: ama la terra come te stesso.