Documento della Conferenza delle Regioni del 4 febbraio. "Educazione alla cittadinanza globale" (Regioni.it 2882 - 16/02/2016). (Scopri di più su: http://www.regioni.it/newsletter/n-2882/del-16-02-2016/educazione-alla-cittadinanza-globale-14888/)

La Conferenza delle Regioni e delle province autonome, nella seduta del 4 febbraio, ha approvato - con l’astensione delle Regioni Liguria, Lombardia e Veneto – un documento sull’educazione alla cittadinanza globale.

Si riporta di seguito il testo integrale (pubblicato anche sul sito www.regioni.it nella sezione “Conferenze”).


Educazione alla cittadinanza globale

Le grandi sfide della società contemporanea richiedono che gli individui possiedano una coscienza globale. In altri termini, che una nuova generazione di cittadini e cittadine venga formata con conoscenze, capacità, valori e atteggiamenti che favoriscano un mondo più sostenibile e inclusivo.

Le sfide che la cooperazione internazionale allo sviluppo vuole contribuire ad affrontare (povertà, squilibri, migrazioni forzate, cambiamenti climatici, conflitti,…), derivano da cause insite nei meccanismi di funzionamento dell'economia globale e negli attuali modelli di sviluppo. Sulla base di questa consapevolezza è necessario agire sul piano dell'educazione alla cittadinanza globale soprattutto in ambito scolastico, per offrire ai giovani gli strumenti per conoscere, interpretare e agire consapevolmente in un mondo sempre più interdipendente, dove le scelte di ciascuno hanno ripercussioni a livello planetario e dove è importante rafforzare la responsabilità sociale ed economica di ciascuno per orientare al bene comune modelli di sviluppo economico sostenibile.

L'Agenda post 2015 e i nuovi obiettivi di sviluppo sostenibile impegnano tutti i Paesi del mondo a predisporre delle agende che declinino i 17 obiettivi nelle loro politiche nazionali. Questo implica che siamo tutti chiamati a mettere in pratica politiche per la costruzione di modelli di sviluppo democratici, sostenibili, equi e rispettosi dei diritti umani. In questo l'educazione alla cittadinanza globale gioca un ruolo fondamentale.

L'Educazione è intesa quindi come strumento di cambiamento. Il tipo di sistema educativo che proponiamo, quello che integra stabilmente l'educazione alla cittadinanza globale nella didattica quotidiana è spesso trattato come un 'lusso' che non ci si può permettere in tempi di contrazione economica e di crisi sociale come quello in cui ci troviamo da diversi anni. Ma il mancato investimento in questo tipo di educazione è stata proprio una delle cause per cui ci siamo trovati impreparati ad affrontare la crisi e ad interpretare le dinamiche globali per trovare soluzioni.

Sebbene il concetto di cittadinanza globale acquisti sfumature diverse nei diversi Paesi del mondo, riflettendo quindi diversità politiche, storiche, culturali, si può dire che il concetto di cittadinanza globale si riferisce al senso di appartenenza di ciascuno ad una comunità ampia, all'intera umanità ed al pianeta terra. La cittadinanza globale si basa inoltre sul concetto di interdipendenza tra il locale e l'universale e presuppone un comportamento sostenibile, empatico e solidale.

Per Educazione alla cittadinanza globale si intende l'insieme di attività di informazione, sensibilizzazione, formazione ed educazione che affrontano diversi temi quali la pace e democrazia la tutela dei diritti umani, l'ambiente, le diversità, la giustizia economica e sociale e che sono volte a rafforzare nei bambini/e, nei ragazzi/e e negli adulti la dimensione globale della loro cittadinanza.

Quali sono le competenze che l'educazione alla cittadinanza globale punta a sviluppare?

Un cittadino del mondo sa relazionarsi, decentrarsi ed è in grado di de-colonizzare il suo modo di pensare, è in grado di “muoversi” dal locale all'universale sviluppando una dimensione olistica. Il cittadino del mondo sa cogliere l'interdipendenza e pensa in modo critico, sa immaginare e progettare ed agisce in modo responsabile per il bene comune.

Sulla base di queste riflessioni alcune Regioni ed Enti locali italiani hanno realizzato e/o stanno realizzando, con risorse proprie e con finanziamenti europei, progetti di educazione alla cittadinanza globale nei loro territori, coinvolgendo diversi soggetti del mondo della scuola, della società civile, dell'Università, del privato sociale etc.

Le relazioni internazionali, costruite negli anni grazie a numerosi e qualificati partenariati territoriali promossi e realizzati da Regioni, Enti locali e soggetti della società civile e le molteplici occasioni di incontro e interscambio connesse, rappresentano un'occasione formidabile per accrescere la conoscenza e la consapevolezza delle dinamiche globali e assumere comportamenti e decisioni responsabili e sostenibili, a livello personale e politico.

A margine del seminario internazionale “Politiche locali per scuole locali” tenutosi a Trento a inizio dicembre 2015, un gruppo di Regioni e di Enti locali italiani, su invito della Provincia autonoma di Trento, si sono incontrati per analizzare l'attuale contesto ed ipotizzare un'azione comune. Alla riunione hanno partecipato rappresentanti di Sardegna, Piemonte, Toscana, Emilia Romagna, Marche, Comune di Milano, Coordinamento Nazionale Enti locali per la Pace.

Il confronto tra Regioni ed Enti locali italiani, che rappresenta il primo momento di un percorso condiviso che si intende sviluppare, ha permesso di mettere in luce le seguenti questioni:

1) l'educazione alla cittadinanza globale deve essere messa al centro delle politiche, nazionali e internazionali, sia di educazione che di cooperazione internazionale allo sviluppo. Alle considerazioni fatte in premessa si aggiungono, in questa fase, due elementi che sottolineano l'urgenza e l'importanza di agire in tal senso. Il problema delle migrazioni forzate pone l'intera società, e in particolari le autorità locali e le organizzazioni di base della società civile, di fronte alla necessità di apprendere una nuova cultura della convivenza civile.

Appare sempre più evidente come non si tratti di fenomeni transitori ma strutturali, a cui ci dovremo abituare. Per questa ragione è necessario che i cittadini, in particolare i bambini e i ragazzi, posseggano gli strumenti culturali per capire, interpretare e agire in una situazione interculturale assolutamente nuova, almeno nelle dimensioni. Il secondo elemento riguarda la sfida terroristica che drammaticamente ha toccato e tocca l'Europa in questo momento e la necessità di strumenti per elaborare una reazione che non si limiti al potenziamento e miglioramento delle condizioni di sicurezza, ma che consenta di reagire alla barbarie terroristica con gli strumenti della cultura, della democrazia e della cittadinanza attiva. Investire oggi in educazione alla cittadinanza globale significa porre le basi per una società multiculturale, pacifica e inclusiva.

Da questo punto di vista l’educazione alla cittadinanza globale deve avere tra i suoi obiettivi l’educazione alla diversità, al multiculturalismo inteso non come il giustapporsi di diverse culture, ma come un percorso di vivere comune, in cui trovino riconoscimento tutte le diversità siano esse di tipo religioso, sociale, economico, politico, culturale, di genere e orientamento sessuale in un quadro comune di diritto. Questo percorso è necessario per comprendere e combattere tutte le forme di radicalizzazione e radicalismo.

E' necessario farlo in maniera strutturale, non episodica, intervenendo innanzitutto sulle politiche, a livello locale, nazionale e internazionale ed in un quadro coordinato che veda partecipi tutti gli attori (governi, scuole, società civile).

2) intervenire in maniera strutturale e non episodica o volontaristica, presuppone una forte capacità di lavorare in rete in maniera sinergica, coordinata e con un approccio pluralista e multi-livello. Le sfide globali cui si è accennato richiedono una risposta altrettanto globale e lungimirante. E' necessario un coordinamento forte, che non può che partire da un chiaro input politico, sia tra i differenti livelli (locale, nazionale, internazionale), sia tra i diversi attori coinvolti (autorità, istituzioni educative, soggetti della società civile, istituzioni religiose, università, privato sociale…). Dentro questo quadro è necessario definire ruoli e funzioni di ciascuno degli attori. Le autorità pubbliche (locali, nazionali, internazionali), avendo la responsabilità politica dell'educazione e formazione delle proprie comunità, devono necessariamente porsi come capofila, con il compito/impegno di favorire e garantire il coordinamento tra gli attori, nel rispetto della libertà e autonomia di ciascuno, ma dentro un quadro condiviso e coerente.

3) per garantire una risposta efficace e di lungo respiro è necessaria una forte coerenza tra le differenti politiche messe in campo in ambito di educazione alla cittadinanza globale, sia a livello locale che nazionale. E' importante che politiche per istruzione, cultura, cooperazione internazionale, vadano nella stessa direzione, quella di favorire un'educazione moderna, interculturale e inclusiva, al passo con le necessità di un mondo sempre più interconnesso e interdipendente. Serve una strategia nazionale che porti alla revisione dei curricula scolastici con l'inserimento delle specifiche competenze di cittadinanza globale, trasversali ai singoli insegnamenti e che valorizzino l'apporto originale delle diverse componenti della società civile.

Ciò non si dovrà sostanziare in nuove discipline oggetto di studio quanto in una modalità di approccio di tipo sistemico alle diverse tematiche oggetto dei processi educativi in una visione di complessità.

Funzionale a questo sarà l'inserimento dell'educazione alla cittadinanza globale anche nei percorsi formativi rivolti agli insegnanti e ai dirigenti scolastici, favorendo l'innovazione delle metodologie d'insegnamento.

Al tempo stesso occorre raccordare i finanziamenti europei (Europeaid) e italiani (L. 125/2014) disponibili per attività di educazione alla cittadinanza globale. E' opportuno sostenere l'azione delle istituzioni pubbliche affinché coinvolgano le loro comunità in un'ottica sistemica che assicuri maggior impatto e eviti la dispersione delle risorse. Il livello locale, anche grazie alle esperienze già realizzate e/o in corso, può rappresentare un laboratorio interessante per testare la capacità di agire in questa direzione.

Si vuole cogliere il particolare momento della riforma del sistema italiano della cooperazione internazionale allo sviluppo per sottolineare la priorità di questo tema e la necessità che esso venga affrontato dai Ministeri competenti in collaborazione con le autorità locali italiane anche nell'ambito degli strumenti previsti dall'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo.

*Il documento è stato approvato dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome con l’astensione delle Regioni Liguria, Lombardia e Veneto.

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