Il commento di Loris De Filippi dopo l’attacco che ha coinvolto un ospedale supportato da Medici senza frontiere: “C’è una volontà deliberata di sabotare l’azione umanitaria, ma gli ospedali civili devono essere considerati come santuari”. Almeno 23 vittime in due attacchi aerei. (Scopri di più su:
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Roma. “C’è una volontà chiara di sabotare le azioni umanitarie, ma gli ospedali civili devono essere considerati come santuari e non devono essere in nessun modo colpiti. Nessuna lotta al terrorismo più giustificare queste aberrazioni”. E’ duro il commento di Loris De Filippi, responsabile di Medici senza frontiere Italia, sull’attacco di questa mattina a un ospedale di Medici senza frontiere in Siria. Secondo Msf, che ha dato la notizia del raid alla struttura di Marat Al Numan, nella provincia siriana di Idlib su Twitter, a mancare all’appello sono almeno nove persone. Ma il bilancio delle vittime è ancora provvisorio e potrebbe salire nelle prossime ore. Come spiega De Filippi, infatti, la struttura bombardata è “abbastanza grande: ci sono 40 posti letto, due sale operatorie, un ambulatorio e un pronto soccorso. E’ un ospedale che serve più di quarantamila abitanti in una zona particolarmente densa e al centro del conflitto”.
La struttura, secondo quanto rivela l’organizzazione è stata colpita da 4 razzi. Per gli attivisti dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, i raid sono da attribuire agli aerei russi. Alcune fonti hanno riferito anche di un secondo attacco in Siria che ha coinvolto un ospedale, una scuola e un campo profughi a Azaz, tra Aleppo e il confine turco: in questo caso il bilancio provvisorio parla di almeno 14 vittime (tra cui due bambini) e 30 feriti.
“Oltre a essere delle violazioni chiare della Convenzione di Ginevra, questi attacchi sono ormai una tattica militare sempre più usata, che rende molto difficile il nostro lavoro – spiega De Filippi - Nei cinque anni di conflitto siriano sono ormai 177 le strutture colpite e circa 700 le persone morte tra medici e infermieri. La volontà di sabotare la ‘azione umanitaria mi sembra molto chiara. Per questo stiamo intensificando i rapporti con le diplomazie: dobbiamo far capire che in Siria, Afghanistan e Yemen gli ospedali civili devono essere considerati come santuari che non possono e non devono essere colpiti. Nessuna guerra al terrorismo può giustificare queste aberrazioni. Siamo vicini ai parenti delle vittime”. (ec)