Nel convegno conclusosi ieri l'associazione ha ribadito la forza del proprio vincolo con le comunità locali Il vescovo Betori: da testimoni nel mondo che cambia
Di Gianluigi De Palo
«Voi potete essere i testimoni del mondo nella Chiesa, i lettori della società che cambia. I pastori non hanno una competenza specifica sul mondo. La competenza è dei laici, particolarmente se associati». Con queste parole il segretario generale della Cei Giuseppe Betori, ha concluso il Terzo seminario nazionale del «Progetto parrocchie» delle Acli, che si è tenuto a Roma, nella parrocchia di San Gaetano. Dopo aver presentato le sette scelte fondamentali della recente nota pastorale Cei «Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia», il vescovo ha indicato alcune sollecitazioni.
La prima riguarda una nuova consapevolezza del territorio, perché «la vicenda umana si gioca oggi su più territori, non solo geografici, ma soprattutto antropologici». Le Acli possono aiutare le parrocchie ad educare al sociale e alla sua complessità, cercando di entrare in un corretto dialogo con le istituzioni e i soggetti sociali organizzati. Betori, inoltre, ha chiesto alle Associazioni cristiane dei lavoratori Italiani, che quest'anno celebrano il sessantesimo della loro nascita, di «prendere sul serio la pastorale integrata, aprendosi al dialogo e stimolando l'apertura delle parrocchie». Anche perché «riaffermare la popolarità della parrocchia - ha continuato - è pensarla in modo che non si chiuda in se stessa. Vogliamo mantenere una parrocchia ancora radicata tra la gente, ma che si integri di più con tutti i soggetti ecclesiali».
Il «Progetto parrocchie», il primo degli orientamenti di fondo del programma quadriennale dell'associazione, si propone di rivitalizzare e di ripensare il servizio delle Acli nelle parrocchie italiane. «Esiste un legame inscindibile - ha detto il presidente nazionale Luigi Bobba - tra le Acli e le parrocchie. Con la nostra organizzazione riproduciamo la struttura territoriale della Chiesa italiana, questa rete quotidiana e capillare, questo stare nel territorio vivendo accanto alla gente». «Si apre una stagione di nuova semina - ha continuato -, senza sgomitare con le altre associazioni o movimenti, ma cercando di collaborare perché le parrocchie, per comunicare il Vangelo in questo mondo che cambia, non possono prescindere dalla svolta missionaria».
Sollecitato dalle domande dei numerosi partecipanti, monsignor Betori ha concluso toccando il tema del legame e dell'appartenenza, sottolineando che le associazioni «devono sentirsi parte della comunità ecclesiale più ampia. La sfida che ci accomuna è far tornare le parrocchie ad essere luoghi di appartenenza».
Avvenire, 29 gennaio 2005