"Dizionario CSR". L'impegno sociale delle aziende: le parole per dirlo, le idee per farlo. Pubblicato il "Dizionario CSR" dell'Osservatorio Socialis, per svelare significati e terreni di applicazione dell'impegno sociale delle aziende, del Non profit, delle istituzioni.
254 definizioni da "Attenzione" a "Laudato sì", da "B corporation" a "Bilancio sociale", da "ISO 26000" a "Dipendenti", per stare meglio sul mercato e prepararsi a recepire la Direttiva UE 95/2014.
"Dipendenti", "Laudato sì", "B corporation", "Fiducia", "Giornalismo", "Direttiva UE 95/2014", "Squadra", "ISO 26000" sono solo alcune delle 254 definizioni in tema responsabilità sociale inserite nella nuova edizione del Dizionario CSR, pubblicato dall'Osservatorio Socialis e presentato con il patrocinio di Ministero dello Sviluppo Economico, Ministero dell'Ambiente, Roma Capitale, Unioncamere, Università di Roma Tor Vergata.
Obiettivo del Dizionario CSR, da oggi aperto ad ulteriori contributi attraverso una piattaforma online alla voce CSR WIKI del sito
www.osservatoriosocialis.it: raccontare il mondo della responsabilità sociale delle imprese e non solo, per fornire spunti di riflessione, idee da realizzare, standard da seguire.
"La condivisione di una terminologia univoca è la base per la creazione di una solida comunità di idee - spiega Roberto Orsi, Direttore dell'Osservatorio Socialis - Per questo motivo un dizionario che raccolga i termini della Corporate Social Responsibility è un importante contributo alla nascita di una vera cultura della CSR promossa da manager, studiosi, istituzioni e a cui anche l'opinione pubblica, adeguatamente sostenuta, può e deve partecipare".
"Il 2016 potrà essere l'anno della responsabilità sociale delle imprese - ha continuato Orsi -. A parte le indicazioni della Direttiva UE 95/2014, che dovrà essere recepita proprio entro l'anno, sarà importante cogliere l'opportunità, capire che con la CSR si può guadagnare e stare meglio sul mercato".
Dal 1° gennaio 2017 le aziende dovranno dunque rispondere per legge in materia di rendicontazione non finanziaria: si passa da comportamenti del tutto volontari alla condivisione di una serie di norme alle quali le imprese dovranno fare riferimento per adempiere agli obblighi di legge (politiche di genere, diversità, ambiente, anti corruzione, diritti umani, politiche sociali e collegate ai dipendenti): sarà necessario comunicare il già fatto valutandone l'impatto ottenuto.
"Il vantaggio non sarà di poco conto - conclude Orsi - perchè una volta sistemato il percorso e coinvolte le tante funzioni aziendali, le aziende potranno anche valorizzare i risultati in termini di richieste di finanziamento, spendibilità in gare d'appalto, ottenimento di sconti sui premi di tariffa INAIL, agevolazioni fiscali su IRES e IRAP, spesso tralasciate a causa dell'eccessiva verticalizzazione delle competenze".
Prossimi appuntamenti dell'Osservatorio Socialis: il VII Rapporto sull'impegno sociale delle aziende in Italia, il Premio Socialis per le tesi di laurea sulla CSR e la sostenibilità (14a edizione), lo University Program, il tour negli atenei per condividere i dati sulla responsabilità sociale con la comunità accademica, una serie di incontri istituzionali, in particolare sul recepimento e i temi della Direttiva 95/2014.