Il progetto veneto per la promozione di buone pratiche e la valorizzazione dei beni comuni. (Scopri di più su: http://www.labsus.org/2016/01/si-puo-fare-la-rete-veneta-di-cittadini-e-istituzioni/)

Martina Capobianchi

“Si può fare!” è una rete di soggetti che intende promuovere una svolta culturale e di prospettiva, di valori e di azione, per creare una società basata sulla democrazia partecipativa e su azioni coordinate di aggregazione sociale e promozione culturale, intesa anche come cura e valorizzazione dei beni comuni.
  • La rete assumerà un reale valore se contribuirà a consolidare un percorso condiviso verso una visione comune.
Un punto di connessione di amministrazioni, associazioni, gruppi informali e singoli cittadini con lo scopo di praticare, diffondere e condividere idee e progetti di sostenibilità ambientale, equità e solidarietà sociale: è questo quanto dichiarato nella presentazione alla cittadinanza della Carta di intenti del progetto, il 28 novembre scorso. In particolare: “l’obiettivo della rete è stato individuato nella necessità di produrre un cambiamento di mentalità per motivare profondamente comportamenti individuali, nelle comunità e nelle scelte politiche future, affinchè avvenga una svolta di visione culturale e di azione politica a tutti i livelli, che consenta di riorganizzare la nostra società nella consapevolezza e valorizzazione della conservazione e riproduzione delle risorse del nostro pianeta.”

Essere una rete significa raccogliere idee e visioni di una molteplicità di soggetti, istituzioni, gruppi formali e non, e per questo è necessario ambire ad essere una “comunità” flessibile, dinamica ed aperta, che dia spazio alle diversità e che ne faccia punto di forza. Il tutto in un ambiente di collaborazione sociale e di coinvolgimento della cittadinanza, raggiungibile grazie all’azione delle associazioni presenti sul territorio veneto, le quali garantiranno un contatto diretto tra cittadini e istituzioni, un punto di dialogo e confronto.

Come agirà questa rete veneta? Mediante pratiche concrete, già esistenti e messe in atto, ma spesso poco conosciute o non tenute adeguatamente in considerazione, strumenti che facciano del territorio interessato una realtà virtuosa e che garantiscano un maggior benessere alla collettività (come, ad esempio, valorizzazione e diffusione delle norme che favoriscono l’economia solidale e l’agricoltura biologica, o delle norme che garantiscono il coinvolgimento dei cittadini nelle scelte pubbliche, contratti di fiume e molto altro ancora).
Insomma, quello che il progetto “Si può fare!” si propone di raggiungere è la creazione di piani operativi partecipati, mediante la promozione di iniziative di resilienza territoriale che facciano rinascere nella comunità la capacità di autogovernarsi attraverso buone pratiche e valori comuni, e mediante la costruzione di nuovi modelli e nuove dinamiche sociali, meno indirizzati al consumismo, più sostenibili ed ecologici.

Molti sono i comuni che hanno già mostrato interesse nei confronti di questa iniziativa (Bassano del Grappa (VI), Campolongo Maggiore(VE), Mogliano Veneto (TV), Cinto Caomaggiore (VE), Feltre (BL), Marano Vicentino (VI), Mira (VE), Ponte San Nicolò (PD), Roncade (TV) e la Municipalità di Marghera (VE) ), e molte sono le associazioni interessate a collaborare.

“La rete assumerà un reale valore se contribuirà a consolidare un percorso condiviso verso una visione comune. Il progetto “Si può fare!” potrebbe quindi rappresentare non solo una rete e una mappatura delle buone pratiche, ma anche un esperimento di comunità allargata, di “nuovo modello di istituzione”, di autogoverno del territorio.”

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