Hanno l’apparenza di un supermercato, con tanto di carrelli, ma per fare la spesa non si paga: sono più di 60 e operano anche grazie a circa 2 mila volontari. I primi sononati nel 2008 (Roma e Prato), ma la crescita è avvenuta negli ultimi 2 anni. Tanti i servizi di assistenza. (Scopri di più su: http://www.redattoresociale.it/Notiziario/Articolo/497639/Crisi-crescono-gli-Empori-solidali-dove-la-spesa-e-gratis-ecco-la-mappa)

Roma. Hanno l’apparenza di un supermercato, con tanto di carrelli, ma per fare la spesa non si paga: sono gli empori solidali, motori di una economia che recupera gli sprechi a vantaggio di chi si trova in stato di bisogno. Ad oggi gli empori censiti sono più di 60 in tutta Italia e operano grazie alle associazioni e al contributo dei volontari, circa 2 mila sul territorio nazionale, che danno vita e cuore a queste esperienze uniche di contrasto alla povertà.

Che cosa sono. Sono un insieme ampio e variegato di esperienze, accomunate dalla finalità del recupero degli sprechi alimentari e dal contrasto alle povertà: piccoli supermercati ad accesso controllato con la possibilità di fare la spesa gratuitamente secondo il proprio fabbisogno. In Italia sono attivi dal 2008 (Roma e Prato sono i primi nati da una volontà delle Caritas diocesane) e dopo i primi anni di esistenza solitaria hanno assistito ad una crescita ampia negli ultimi due anni. Otto, infatti, quelli nati nel 2013, 10 nel 2014 e 7 nel 2015.
La mappa e i numeri. Sono distribuiti sul territorio regionale italiano in modo quasi omogeneo (16 le regioni che ne hanno almeno uno: 9 al Sud, 23 al Centro e 27 al Nord) Sono esperienze di contrasto alla povertà che si fondano soprattutto sull’apporto dei volontari, circa 2000 quelli coinvolti sul territorio nazionale, che si alternano per dare vita e cuore a questi insoliti supermercati. I beneficiari di queste iniziative sono attualmente circa 60 mila ma in questi 7 anni sono state aiutate altre migliaia di persone che ora sono uscite dal programma di aiuto o sono sostenute da altre realtà dei territori.
Il valore dei progetti. Confrontando i costi di gestione di questi progetti con la loro capacità di generare e redistribuire ricchezza, si rileva un rendimento almeno 7 volte superiore all’investimento fatto. Ovvero sono "veri e propri motori di una economia che recuperano gli sprechi a vantaggio di chi si trova in stato di bisogno".
  • Povertà assoluta e relativa. Slide
Nono solo cibo. Intorno agli Empori si sono sviluppate numerose iniziative a sostegno delle persone e delle famiglie in difficoltà: fondamentali i centri di ascolto e i numerosi “sportelli” o opportunità che sono rivolte a coloro i quali si rivolgono a questi sussidiari servizi sociali. I mercatini dell’usato (vestiti, oggettistica, mobili, ecc), il servizio di trasloco e sgombero, l’avvocato di strada per far fronte ai crescenti problemi con la normativa, gli sportelli sanitari per facilitare l’accesso alle cure o quello per il lavoro finalizzato a tenere viva la speranza di ritrovare un’occupazione, magari rivedendo il proprio profilo professionale o frequentando nuovi corsi di formazione; anche l’orientamento al volontariato ha trovato luogo presso alcuni empori, perché numerose persone in condizioni di disoccupazione hanno comunque interesse a dare tempo e risorse sostenere progetti delle associazioni; al contempo gli empori rappresentano anche un luogo di attrazione per i giovani e quindi si offre loro la possibilità di formarsi attraverso piccoli corsi. La dimensione delle relazioni, infine, è l’altro aspetto a cui è stato dedicato spazio presso gli empori, attraverso opportunità di incontro tra famiglie o attività di gioco e aiuto compiti per i bambini: sono sostegni fondamentali per chi si trova a fronteggiare, spesso in solitudine, un momento di difficoltà economica.

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