Lo scorso 4 dicembre, durante la Sessione Plenaria del Comitato delle Regioni (CoR), si è votato e approvato a larga maggioranza il parere di iniziativa
“Dimensione locale e regionale dell’economia della condivisione”. (Scopri di più su:
http://www.collaboriamo.org/a-firma-italiana-il-primo-documento-europeo-sulla-sharing-economy/)
di Vanessa Cantele
Il parere era stato affidato sette mesi fa al membro supplente della Commissione ECON (Politiche Economiche) Benedetta Brighenti (PS/IT), ingegnere edile architetto e Vice Sindaco di Castelnuovo Rangone (Modena) e, alla stesura del testo ha collaborato anche Christian Iaione, professore di diritto pubblico e Direttore del Laboratorio per la Governance dei Beni Comuni, LUISS, Roma.
Il tema fino a pochi mesi affrontato con distanza e a volte con timore, in diverse sedi istituzionali e non, ha imposto con le sue implicazioni e l’impatto decisivo nelle nostre società e nelle nostre economie, di essere affrontato approfonditamente.
A luglio è stato presentato alla commissione il cd. working document, testo che definiva a grandi linee i principali temi che sarebbero stati presi in considerazione e affrontati. A seguire diversi confronti con stakeholders, rappresentanti di istituzioni europee ed esperti internazionali, hanno arricchito il percorso del parere e hanno offerto interessanti input e arricchito di contenuti il documento.
Il testo aveva ricevuto una prima approvazione durante la Commissione ECON del 29 settembre tenutasi a Gelsenkirchen (Germania).
Il documento ha fatto il punto della situazione a livello teorico. Si è data un’impostazione alla discussione politica partendo proprio da un doveroso dibattito a dimensione locale viste le implicazioni territoriali e le ricadute sociali che il fenomeno della Sharing Economy comporta.
Come riportato nel documento, così come approvato in via definitiva, urge sì una regolamentazione ma che non freni il potenziale sviluppo di attività o sistemi virtuosi, sia sul piano delle attività on demand (vedasi Airbnb) più connesse al business, sia sul piano delle attività dal risvolto sociale che nel parere approvato dal CoR rientrano nella cd. pooling economy. Come ha sostenuto la rapporteur presentando il testo alla votazione finale, la Sharing Economy è innanzitutto una opportunità, non solo a livello economico, di semplice business ma anche sul piano del welfare, della tutela del patrimonio pubblico e a favore di una maggiore partecipazione dei cittadini nella gestione dei beni comuni.
Tuttavia è importante che i servizi o le attività svolte nell’ambito dell’EdC non siano all’origine o alimentino pratiche di elusione fiscale o concorrenza sleale né violino regolamentazioni locali e regionali o normative nazionali ed europee. Equità fiscale, protezione dei dati, protezione dei consumatori e dei lavoratori, tutela dalla concorrenza sleale e dei lavoratori devono essere al centro dell’analisi del legislatore, sia esso nazionale o europeo.
Come dimostrato dalla partecipazione attiva e dall’interesse concreto dei membri del Comitato delle Regioni all’approvazione del parere questi sono temi condivisi dagli Enti Locali di tutta Europa, temi che vogliono affrontare quanto prima. Allo stesso tempo chiedono alle altre istituzioni europee, nel particolare Parlamento Europeo e Commissione Europea, di attivarsi quanto prima e in maniera definita in materia di Sharing Economy e di continuare ad alimentare uno scambio di input tra istituzioni, garantendo, anche nelle prossime fasi il coinvolgimento delle realtà locali, territoriali.
Per il mondo della Sharing Economy l’approvazione di questo parere è stato un gran passo avanti e motivo di orgoglio per la realtà italiana nella quale si sono sviluppate le più svariate, valide ed interessanti, anche se spesso non molto conosciute, forme di Sharing Economy: dalle cene o cucine condivise di Gnammo, alle cd. “badanti di condominio”, sistemi di credito alternativo (es. Sardex), condivisione di abitazioni tra anziani e studenti (es. progetto “Prendi in casa uno studente”), al
regolamento della Città di Bologna per la gestione dei Beni Comuni.
Durante la votazione finale in Sessione Plenaria sono stati individuati i passi che seguiranno l’approvazione del documento. Il dialogo tra istituzioni sarà fondamentale. In queste ultime settimane si è discusso molto del tema anche al Parlamento Europeo.
Nelle prossime settimane terminerà la consultazione pubblica dal titolo “Regulatory environment for platforms, online intermediaries, data and cloud computing and the collaborative economy” aperta dalla Commissione Europea il 24 settembre con uno speciale focus sulla Sharing Economy. Seguiranno incontri e studi previo coordinamento tra le varie Direzioni Generali (DG) che sono diversamente interessate al tema.
Si discuterà di Sharing Economy anche durante il Consiglio Europeo del 28 e 29 gennaio ad Amsterdam.
Il 25 e 26 febbraio il CEPS (Centre for European Policy Studies), importante think tank e centro di ricerca europeo con sede a Bruxelles, durante i due giorni di Ideas Lab, evento che riunirà esperti e policy-makers internazionali, affronterà e discuterà di Sharing Economy.
Nei prossimi mesi del 2016 saranno numerosi gli eventi dell’agenda europea che si occuperanno sempre più approfonditamente e concretamente del fenomeno, nuovo paradigma economico, Sharing Economy.