La finanza è al servizio della società? Una domanda retorica, alla luce dei disastri degli ultimi anni. (Scopri di più su: http://www.nonconimieisoldi.org/agisci/finance-watch-lancia-il-cruscotto-della-finanza/?utm_source=Non+con+i+miei+soldi&utm_campaign=533e39c4cd-Letture_per_le_vacanze12_16_2015&utm_medium=email&utm_term=0_ceeac80ebb-533e39c4cd-38513393)

di Andrea Baranes

Al di là della risposta scontata per gran parte dei cittadini, la domanda apre però a diverse riflessioni: perché dopo la crisi del 2007-2008 e i grandi proclami che hanno chiuso ogni vertice internazionale, non è cambiato nulla? Al contrario, com’è possibile che ci troviamo un sistema finanziario ancora più grande, ancora più concentrato e se possibile ancora più instabile? Com’è possibile che non solo governi e banche centrali continuino a inondare di liquidità i responsabili della crisi, ma la finanza non riesca nemmeno a fare quello che dovrebbe fare e fasce sempre più ampie della popolazione siano escluse dall’accesso al credito?

Partendo da queste domande, Finance Watch ha riunito diverse organizzazioni della società civile europea ed esperti di finanza per provare a mettere in piedi un ragionamento: posto che questa finanza non funziona, cosa faremmo se fossimo noi a scrivere le regole del gioco? Cosa si aspetta la società dal settore finanziario? Una volta definiti i compiti e gli obiettivi, come misurare se e quanto l’attuale finanza li svolge o meno? E in caso negativo, in quale direzione dobbiamo cambiare e quale modello vogliamo costruire?

Sono questi i punti di partenza del Dashboard of finance o “cruscotto della finanza”, il progetto presentato in questi giorni da Finance Watch: definire quello che la società si aspetta dal settore finanziario; misurare se e quanto l’attuale sistema soddisfa tali aspettative; cambiarlo per arrivare a uno strumento davvero al servizio della società.

Come dice il nome, al centro del progetto c’è l’idea di un vero e proprio cruscotto, come quello delle automobili che misura la velocità o il livello della benzina. In questo caso sono stati presi in considerazione decine di indicatori, riuniti in sei categorie: potere e influenza; investire e non scommettere; stabilità e dimensione; ambiente e sostenibilità; lavoro e benessere; fiducia e trasparenza.

Una primissima versione del sito è già online ed è possibile vedere quali sono i primi cinque criteri adottati, anche se il progetto si svilupperà nei prossimi 18 mesi, rivedendo e affinando gli indicatori e le misurazioni, e cercando di coinvolgere sempre più esperti, organizzazioni e reti interessate a fornire un contributo sia di idee e opinioni sia dal punto di vista economico per sostenere e rafforzare il progetto. La Fondazione Culturale è tra le prime realtà ad avere aderito al progetto, che potrebbe essere uno strumento di grande importanza tanto per i decisori politici, quanto per il pubblico in generale, quanto per lo stesso sistema bancario e finanziario.

Con un cruscotto che ci segnala cosa funziona e cosa va cambiato e come, informarsi e mettersi al posto di guida potrebbe essere più semplice e più sicuro.

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