I disastri climatici conducono alla fame: è quanto mostra chiaramente la mappa on-line su "Insicurezza Alimentare e Vulnerabilità al Cambiamento Climatico" elaborata dal Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (WFP) e da Met Office Hadley Centre. Gli utenti possono selezionare un momento - attuale, 2050 e 2080 - e vedere la vulnerabilità alla fame indotta dal clima. (Scopri di più su:
http://www.ilgiornaledellaprotezionecivile.it/attualita/cambiamenti-climatici-e-fame-nel-mondo-il-rapporto-in-una-mappa-on-line)
Esaminare i modi in cui il cambiamento climatico può aumentare nel tempo la vulnerabilità alla fame sul pianeta: è la funzione di un interessante strumento di ricerca online presentato la scorsa settimana alla Conferenza sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite, COP21.
Il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (WFP) e il
Met Office Hadley Centre, hanno elaborato e presentato la
mappa on-line su Insicurezza Alimentare e Vulnerabilità al Cambiamento Climatico, che, da una parte, illustra come intensi sforzi di adattamento e mitigazione eviteranno gli impatti peggiori del cambiamento climatico sulla fame a livello mondiale, rendendo le persone meno vulnerabili all'insicurezza alimentare; allo stesso tempo però, mostra anche come il fallimento all'adattamento, insieme all'aumento delle emissioni di gas serra, potrebbe incrementare la vulnerabilità di milioni di persone a fame e malnutrizione.
Questa mappa analitica evidenzia come il cambiamento climatico abbia già oggi un impatto sulla vulnerabilità alla sicurezza alimentare nei paesi meno sviluppati e, attraverso sofisticate previsioni, quanto continuerà ad averlo nel futuro, in base alle diverse azioni per il clima.
"La mappa offre un quadro amaro di come i disastri climatici conducono alla fame - ha detto la Direttrice Esecutiva del WFP, Ertharin Cousin - A Parigi, dobbiamo decidere tra un mondo futuro dove porre fine alla fame è possibile - o uno dove noi e ogni generazione futura continuiamo in questa battaglia persa contro il flagello della fame mondiale. Aiutare le persone vulnerabili ad adattarsi e a costruire la resilienza ai problemi collegati al clima significa identificare fondi sufficienti e prevedibili e, al tempo stesso, investire in un futuro a basso livello di biossido di carbonio. Solo se i leader faranno un buon lavoro a Parigi riusciremo a porre fine alla fame entro il 2030 e a fornire alle generazioni future l'opportunità di godere di una sicurezza alimentare mondiale sostenibile e duratura."
La mappa presenta cinque anni di ricerca tra gli esperti sulla sicurezza alimentare del WFP e scienziati celebri del Met Office Hadley Centre: gli utenti possono selezionare un momento - attuale, 2050 e 2080 - e vedere la vulnerabilità alla fame indotta dal clima (bassa segnalata dal bianco, alta dal rosso scuro), secondo gli sforzi d'adattamento e i livelli di emissioni.
"I disastri climatici - spiega il WPF - colpiscono in misura sproporzionata gli affamati e le persone vulnerabili, aumentando la fame a causa della distruzione di terre, di allevamenti di bestiame, di raccolti e di rifornimenti alimentari. Ciò rende più difficile per le persone avere accesso ai mercati e alle reti alimentari. Anche un evento climatico minimo potrebbe rapidamente trasformarsi in una crisi alimentare per le famiglie vulnerabili.
Questi i punti principali dell'Indice sull'Insicurezza Alimentare e Cambiamento Climatico, l'indice che misura il grado di vulnerabilità del sistema di sicurezza alimentare di un paese a fronte di negativi impatti atmosferici e climatici:
- oggi, i livelli più alti di vulnerabilità all'insicurezza alimentare legata al clima si registrano nell'Africa sub-sahariana, i livelli medi in gran parte dell'Asia e i livelli più bassi nell'America centrale e meridionale;
- milioni di persone saranno esposte a una maggiore vulnerabilità all'insicurezza alimentare entro il 2050, indipendentemente dalle emissioni di gas serra. Questo perché l'‘inerzia nel sistema climatico' (vale a dire una risposta ritardata del riscaldamento globale dovuto ad emissioni passate) significa che un certo livello di cambiamento climatico sarà inevitabile nei prossimi decenni. Tuttavia, ciò mostra anche che molto dell'associato aumento nella vulnerabilità all'insicurezza alimentare potrebbe essere controbilanciato da misure di adattamento;
- in caso di una riduzione rapida e sostenuta nelle emissioni future, allora la vulnerabilità all'insicurezza alimentare rimarrebbe stabile tra il 2050 e il 2080; con l'adattamento, si possono avere miglioramenti alla situazione attuale;
- tuttavia, nell'eventualità di futuri aumenti considerevoli delle emissioni, allora la vulnerabilità all'insicurezza alimentare continuerà ad aumentare dal 2050. Anche se le misure di adattamento possono limitare questo peggioramento, la situazione nel 2080 potrebbe ancora essere peggiore di oggi.