Siria: si intensificano scontri e bombardamenti a nord di Aleppo. MSF: "Situazione umanitaria verso livelli insostenibili".
Gaziantep/Roma. La recrudescenza di scontri e bombardamenti nel distretto siriano di Azaz, al confine con la Turchia, mette a rischio le attività mediche di alcuni ospedali e strutture sanitarie ancora in funzione. Lo dichiara Medici Senza Frontiere (MSF), che potrebbe dover chiudere il proprio ospedale nella provincia di Aleppo. Questo nuovo picco di violenza, in corso dalla scorsa settimana, ha inoltre paralizzato la fornitura degli aiuti umanitari, già limitati, destinati a più di mezzo milione di persone nella zona.
«Negli ultimi giorni, a causa degli scontri a est e ovest del distretto di Azaz e dei bombardamenti sempre più vicini al nostro ospedale, il livello di rischio per i nostri pazienti e il nostro personale medico sta raggiungendo livelli insostenibili», avverte Carlos Francisco, coordinatore generale dei progetti MSF per il nord della Siria. «Per lo stesso motivo, il mese scorso altre strutture sanitarie hanno dovuto chiudere. L’afflusso di pazienti continua ad aumentare. Ma nel fine settimana siamo stati costretti a ridurre le nostre attività nell’ospedale. Il prossimo passo sarà chiudere questa struttura che fornisce cure a circa 50.000 persone».
L'ospedale di MSF nel distretto di Azaz è una delle principali strutture sanitarie ancora attive nella zona rurale tra Aleppo e la frontiera turca. Questa struttura offre ricovero ospedaliero, interventi chirurgici d’urgenza e assistenza ai parti.
Nel mese di ottobre, MSF ha registrato il bombardamento di 12 ospedali nel nord della Siria, di cui 6 supportati da MSF. Nel corso delle ultime settimane, due ospedali sostenuti da MSF a Zafarana, nella provincia di Homs, ed Erbin, nella zona rurale di Damasco, sono stati colpiti da attacchi aerei. «Con così tanti ospedali bombardati, siamo molto preoccupati per la sicurezza dei nostri pazienti e del personale medico», afferma Carlos Francisco.
La strada che collega Kilis, in Turchia, ad Aleppo - rotta cruciale per rifornire la zona a est di Aleppo – rischia di essere totalmente chiusa agli aiuti umanitari.
«Negli ultimi giorni sono stati colpiti diversi bersagli. Giovedì è stato attaccato un camion che trasportava kit invernali per le famiglie di Aleppo», racconta Carlos Francisco. Il fine settimana successivo, MSF ha dovuto interrompere la distribuzione dei kit destinati a quasi 40.000 persone. «Questa rotta è la principale via per fornire beni alimentari, carburante e aiuto umanitario a circa 600.000 persone che vivono nel distretto di Azaz».
MSF rinnova il proprio appello alle parti del conflitto siriano perché facciano tutti gli sforzi necessari per proteggere le comunità e le infrastrutture civili, compresi ospedali e ambulanze. MSF chiede di porre fine agli attacchi contro le strutture mediche - in aumento negli ultimi mesi - che hanno provocato centinaia di vittime, tra cui donne, bambini e personale medico. MSF chiede che siano prese tutte le misure necessarie affinché i beni di prima necessità, tra cui acqua e cibo, possano essere distribuiti e affinché siano garantiti protezione e accesso alle cure mediche per la popolazione.
Tra giugno e ottobre, l'ospedale di MSF della zona di Azaz, nel nord della Siria, ha effettuato 23.000 visite mediche, trattato più di 11.000 casi urgenti ed eseguito migliaia di interventi chirurgici. MSF sostiene anche 35 ospedali e centri di salute nel distretto di Azaz e a est della città di Aleppo.
MSF gestisce sei centri medici nel nord della Siria e sostiene direttamente più di 150 strutture sanitarie e ospedali in tutto il paese, molti dei quali si trovano in zone sotto assedio. Si tratta, generalmente, di strutture temporanee, gestite da medici siriani e senza personale di MSF, ma cui l'organizzazione fornisce supporto logistico e formazione a distanza per aiutarli ad affrontare necessità mediche notevoli.