Il 5 dicembre è la giornata internazionale del volontariato.
I dati della Fondazione Volontariato e Partecipazione sui giovani che si impegnano. (Scopri di più su:
http://www.volontariatoepartecipazione.eu/2015/12/volontariato-ai-giovani-piace-farlo/)
Sono preoccupati per il futuro, ma non rassegnati né individualisti. I giovani italiani continuano a fare volontariato e si impegnano di più rispetto al passato. I numeri del loro impegno li fornisce in occasione della Giornata Internazionale del Volontariato la Fondazione Volontariato e Partecipazione, analizzando i dati forniti dall’Indagine Istat sugli Aspetti della Vita Quotidiana.
Per le persone con età inferiore ai 35 anni il tasso di partecipazione alle attività di volontariato si colloca infati fra il 10 e il 12%, un dato positivo e in aumento rispetto alle stime del passato, che rimane comunque inferiore a quello degli adulti. La stima complessiva dei giovani di età compresa fra i 14 e i 29 anni che fanno volontariato è di 1.050.000 persone. La curva della partecipazione raggiunge il proprio massimo fra i 40 ed i 64 anni, attestandosi su valori attorno al 15% come dimostra il grafico seguente.
?La Fondazione Volontariato e Partecipazione ha risposto anche alla domanda sul tipo di attività prediletta dai giovani, smentendo la tendenza presente nel dibattito italiano secondo cui i giovani si impegnerebbero di più in attività informali. La quota di attività svolta al di fuori delle forme organizzate è inferiore al 30% per le classi di età al di sotto dei 30 anni e aumenta al 40% fra gli adulti e gli anziani.
“I giovani di oggi -spiega il presidente della Fondazione Volontariato e Partecipazione Alessandro Bianchini-, pur vivendo in un mondo profondamente diverso dal passato, non sono ostili all’impegno volontario. I dati che abbiamo rielaborato dimostrano un lieve aumento dell’impegno giovanile negli ultimi anni. E dimostrano anche il forte ruolo esercitato dalle organizzazioni di volontariato nel reclutarli e accoglierli”.
“Il volontariato italiano -afferma il presidente del Centro Nazionale per il Volontariato Edoardo Patriarca- svolge anche un ruolo educativo fondamentale nei confronti delle giovani generazioni. I dati che presentiamo oggi dimostrano che i giovani sono ancora attratti dalle associazioni e queste devono essere capaci di aprire le porte, essere inclusive, accoglienti, saper formare nuove generazioni di cittadini responsabili. In una società che perde progressivamente i punti di riferimento civili, il volontariato è una speranza per la tenuta e la coesione sociale del Paese”.
La tenuta dell’impegno dei giovani (14-29 anni) ha comunque luci e ombre: la loro partecipazione varia infatti nelle diverse aree del nostro Paese. Il livello di partecipazione è più alto al Nord (13-14%) rispetto al Centro e, soprattutto, al Sud. Il Nord Ovest è la ripartizione con il tasso più elevato di volontariato dei giovani in forma organizzata (10,5%), mentre il Nord Est e le Isole sono le zone in cui il volontariato individuale raggiunge la quota più significativa (5-6%). I giovani che fanno volontariato, organizzato o individuale, si distribuiscono abbastanza equamente fra maschi e femmine. Le seconde evidenziano una leggera prevalenza fra coloro che svolgono tale attività in forma esclusivamente individuale.
I giovani non fanno eccezione a quell’evidenza che mostra una forte correlazione fra livello di istruzione e tasso di partecipazione al volontariato: fra coloro che hanno un’età compresa fra 20 e 34 anni il tasso di partecipazione dei laureati (16,3%) è quasi il triplo di quello di coloro che sono in possesso della sola licenza media o di un titolo inferiore (6%). Per quanto riguarda il settore di impegno, le preferenze dei giovani non si discostano in misura significativa da quelle degli adulti e degli anziani. Si può notare solo un maggiore interesse per le associazioni attive nel settore dell’istruzione (5,3% contro una media del 3,1%) e un minore attenzione per quelle che si occupano del sociale (11,7% contro una media del 14,2%).