A fuoco alcune delle aree naturali più importanti del centro-sud o nelle loro immediate vicinanze nelle ultime tre settimane: è la Calabria la Regione ?verde' più colpita, con oltre 130 incendi attivi dal Pollino all'Aspromonte, comprendendo anche il Parco della Sila e quello regionale delle Serre. Altra regione dalle valenze naturalistiche importantissime l'Abruzzo, che ha visto andare a fuoco boschi nel Parco della Majella, nel Parco d'Abruzzo, Lazio e Molise.
Oltre alla tragedia umana, la Puglia è stata spettatrice anche di incendi nelle sue aree protette: Parco del Gargano, Parco dell'Alta Murgia, e poi le Oasi WWF Le Cesine e Monte Sant'Elia che per il tempestivo intervento se la sono cavata senza particolari danni.
A fuoco il Parco Naturale Regionale di Frasassi e il Parco Nazionale dei Monti Sibillini nelle Marche, il Parco Regionale del Matese, quello Regionale del Taburno e Camposauro in Campania. Anche la Sicilia non è stata risparmiata dagli incendiari: Parco dell'Etna, Parco dei Nebrodi, Parco delle Madonie, la Riserva Naturale di Torre Salsa, anche Oasi del WWF. Nel Lazio colpito anche il ?bosco del Papa', intorno al Lago di Castelgandolfo, nel parco Regionale dei Castelli.
In poche settimane sono andati distrutti oltre 9.000 ettari di natura protetta, una cifra destinata a salire una volta accertati i danni grazie ai calcoli sul catasto delle aree bruciate.
Biodiversità in fumo e in fuga: orsi e lupi che scappano dalle fiamme, come avvenuto nel Parco della Majella e nel parco d'Abruzzo. A fuoco i boschi del rarissimo Picchio nero, nel parco di Serre, nel Pollino, Aspromonte e nella Sila.
Testuggine trinacris a Torre Salsa in Sicilia, e Testudo hermanni a Castelgandolfo nel Lazio rimaste intrappolate nelle fiamme, a simbolo di tutta quella piccola fauna impossibilitata a scappare dalle fiamme.
Nel Parco del Gargano a rischio anche il Capriolo garganico (specie endemica) e nel Parco del Pollino quello di Orsomarso, racchiuso nella sola estensione dell'area protetta.

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