L’appello per evitare un peggioramento della crisi umanitaria. Solo in Serbia sono 1500 i migranti bloccati senza registrazione.
Roma. Si fa sempre più difficile la situazione per migliaia di migranti bloccati alle frontiere lungo la rotta balcanica, a causa delle restrizioni imposte negli ultimi due giorni da Macedonia, Serbia, Croazia e Slovenia. Lo denuncia Oxfam, che chiede il prima possibile la riapertura dei confini a tutte le persone in arrivo dalla Grecia per evitare un peggioramento della situazione umanitaria.
"Dal 20 Novembre, diversi paesi nella rotta balcanica stanno permettendo di attraversare i confini solo ai migranti provenienti da Siria, Afghanistan e Iraq - afferma Sara Tesorieri, policy advisor di Oxfam per l'immigrazione in Europa. - Persone di altre nazionalità che stanno cercando protezione in Europa al momento sono bloccate fuori. Questa decisione rischia di lasciare abbandonate e con un futuro incerto migliaia di persone. Siamo preoccupati del potenziale deterioramento della situazione umanitaria, se questa situazione continua, e chiediamo con urgenza a questi paesi di aprire i propri confini soprattutto alle persone che fuggono da persecuzioni e conflitti. Chiediamo inoltre alle autorità nazionali di permettere l’accesso alle associazioni umanitarie per poter assistere le persone".
Solo giovedì oltre 1000 persone sono state bloccate tra Serbia e Macedonia, mentre al momento sono 1500 le persone intrappolate in Serbia in attesa di registrazione.
"Tutti i paesi devono sostenere i diritti di rifugiati e migranti affermati dalla Convenzione europea dei diritti umani, - continua Tesorieri - evitando di ricorrere ai respingimenti e assicurandosi che tutte le richieste di asilo siano ascoltate singolarmente, non su basi arbitrarie, basate sullo Stato di provenienza".
La risposta di Oxfam all’emergenza migranti nei Balcani
All’interno del suo programma di intervento, Oxfam sta installando servizi igienici e punti di distribuzione dell’acqua. Sta inoltre fornendo materiale igienico-sanitario, così come calzettoni e coperte, a migliaia di persone in Serbia e Macedonia. Con l’arrivo dell’inverno nei Balcani, i rifugiati saranno costretti ad affrontare non solo il calo delle temperature, ma anche la carenza di cibo e acqua, la scarsità di materiale igienico-sanitari e la mancanza di abiti adatti alla stagione. La continua apertura e chiusura delle frontiere si aggiunge alle difficoltà dei migranti, che devono cambiare il loro tragitto. Il governo serbo e le ONG sul campo avvertono che la situazione peggiorerà nei prossimi mesi: le pesanti nevicate renderanno il viaggio dei migranti più difficile e ancor più pericoloso, con la costante preoccupazione che le persone siano impossibilitate a continuare il proprio cammino.
In Europa ci sono ancora voci che chiedono agli stati membri di accettare la loro giusta quota di rifugiati e un Piano efficace per rispondere ai bisogni di chi è in fuga da conflitti, fame e persecuzioni. Per amplificare la voce dei cittadini Oxfam ha lanciato la petizione
"Adesso, Basta!".