In vista del "Summit sull'immigrazione" tra i leader dell'Unione europea
e i capi di stato africani, in programma a Malta oggi, 11 e domani 12 novembre,
Amnesty International ha messo in guardia i partecipanti sui pericoli
posti da accordi sulla gestione delle frontiere e dell'immigrazione che
non includano garanzie sui diritti umani.
Il Summit dovrebbe
concludersi con una dichiarazione congiunta relativa al salvataggio di
vite umane, alla protezione dei rifugiati, allo sviluppo,
all'immigrazione legale e al movimento delle persone.
Finora
però, sottolinea Amnesty International, la risposta dell'Unione europea e
dei suoi stati membri all'afflusso di migranti e rifugiati si è basata
sulla priorità di tenerli fuori, ostacolando il loro arrivo e
facilitando il loro rimpatrio, senza che venisse presa alcuna misura
degna di nota per favorire il movimento e mettere a disposizione dei
rifugiati percorsi sicuri e legali. È difficilmente immaginabile che il
Summit di Malta cambi le cose, così come quello immediatamente
successivo dei leader europei.
"Gli annunci relativi agli impegni
in favore dei diritti umani che il Summit di Malta dovrebbe assumere
resteranno parole vuote se non verrà deciso l'incremento dei posti
disponibili per il reinsediamento e non verranno affermate rigorose
garanzie per i diritti umani in ogni eventuale accordo sulla gestione
delle frontiere e dell'immigrazione" - ha dichiarato Iverna McGowan,
direttrice ad interim dell'ufficio di Amnesty International presso le
Istituzioni europee.
"Dal programma e dalla bozza di
dichiarazione del Summit di Malta mancano proposte chiare e concrete su
percorsi sicuri e legali, mentre gli accordi bilaterali che si profilano
dietro le quinte rischiano di avere un impatto profondamente negativo
sui diritti umani. La mancanza di trasparenza su molti di questi accordi
è già un segnale allarmante" - ha sottolineato McGowan.
Nell'ultimo
decennio l'Unione europea e i suoi stati membri hanno intrapreso
accordi di cooperazione con i paesi vicini e quelli africani, con
l'obiettivo di rafforzare i controlli alla frontiera e facilitare il
rimpatrio dei migranti. Alcuni di questi accordi hanno causato arresti
arbitrari, maltrattamenti e casi di refoulement di migranti e
richiedenti asilo nei paesi beneficiari della cooperazione.
In
più, i negoziati preparatori degli accordi di cooperazione con paesi
terzi sono ampiamente privi di trasparenza e i dettagli relativi alle
operazioni di attuazione - come nel caso degli accordi tra Spagna e
Marocco in relazione alle espulsioni sommarie dalle enclavi spagnole di
Ceuta e Melilla - non sono quasi mai resi pubblici. Non esistono,
inoltre, meccanismi di valutazione dell'impatto della cooperazione
dell'Unione europea o dei suoi stati membri con paesi terzi circa la
possibilità di accedere alle procedure d'asilo.
Coloro che
riescono ad arrivare in Europa sono spesso soggetti a rimpatrio
attraverso gli accordi di riammissione stipulati dall'Unione europea o
bilateralmente dai suoi stati membri, che stabiliscono procedure di
espulsione per i cittadini extracomunitari che si trovano all'interno
dell'Unione europea senza autorizzazione, i quali così vengono
rimpatriati o rinviati nel paese di transito firmatario dell'accordo di
cooperazione.
Sebbene gli accordi di riammissione riguardino
teoricamente solo i migranti irregolari, vi sono forti preoccupazioni
che vi siano coinvolti anche richiedenti asilo, allontanati dal
territorio dell'Unione europea senza aver avuto accesso a una procedura
d'asilo. Questo fenomeno si teme essere particolarmente diffuso nelle
zone di frontiera, dove procedure accelerate rischiano d'impedire di
fare appello contro l'espulsione. Per le persone rinviate nei paesi di
transito, il rischio è di rimanervi abbandonati senza status giuridico e
dunque di subire violazioni dei loro diritti, come il diritto d'asilo,
il diritto alla libertà personale e il diritto al lavoro.
"Mentre
l'Unione europea pare intenzionata ad affidare ai paesi africani il
compito di controllare gli ingressi, il Summit di Malta è destinato a
produrre accordi sul controllo delle frontiere camuffati da accordi di
cooperazione. I rifugiati e i migranti hanno diritto a qualcosa di
meglio" - ha concluso McGowan.
Amnesty International chiede ai
leader dell'Unione europea di aumentare i percorsi legali e sicuri verso
l'Europa, attraverso i reinsediamenti, le riunificazioni familiari e i
visti per motivi umanitari. Questa richiesta è particolarmente
importante in occasione del Summit di Malta, dato che quasi il 50 per
cento delle persone che arrivano in Italia dall'Africa settentrionale
proviene - secondo l'Alto commissariato Onu per i rifugiati - dai primi
10 paesi al mondo da cui proviene il maggior numero di rifugiati.
Per
questo, sostiene Amnesty International, i percorsi sicuri e legali
devono essere inseriti nell'agenda del Summit di Malta e della risposta
complessiva dell'Unione europea alla crisi globale dei rifugiati, senza
ulteriori ritardi.