Relazioni industriali. Una nuova ricerca dell’ILO mette in luce i cambiamenti nella copertura della contrattazione collettiva dopo il 2008. Alcuni paesi riportano un aumento della copertura, ma la maggior parte registra la sua diminuzione. (Scopri di più su: http://www.ilo.org/rome/risorse-informative/per-la-stampa/comunicati-stampa/WCMS_419425/lang--it/index.htm)

Ginevra (ILO News). Le cifre della nuova banca dati dell’ILO sulle relazioni industriali dimostrano che la contrattazione collettiva è stata messa alla prova in diversi paesi a partire dall’inizio della crisi finanziaria mondiale nel 2008.

Il nuovo strumento IRData comprende indicatori sul tasso di sindacalizzazione e sulla copertura della contrattazione collettiva in 75 paesi. Questo strumento è stato lanciato con un documento di sintesi che sottolinea le principali evoluzioni relative alla contrattazione collettiva.

Secondo questo documento, la copertura della contrattazione collettiva1 cambia significativamente da paese a paese: da circa l’1 o il 2 per cento in Etiopia, nelle Filippine, in Malaysia e in Perù, a quasi il 100 per cento in Francia, in Belgio, in Austria e in Uruguay.


L’impatto della crisi

Per analizzare l’impatto della crisi finanziaria mondiale sulla contrattazione collettiva, il documento di sintesi esamina un campione di 48 paesi e dimostra che la copertura della contrattazione collettiva è diminuita in media del 4,6 per cento tra il 2008 e il 2013, rispetto a una diminuzione media del tasso di sindacalizzazione pari al 2,3 per cento nello stesso gruppo di paesi.

Nei paesi nei quali è diminuita la copertura, ciò è dovuto soprattutto alla cessazione dei contratti collettivi nazionali, a un arretramento delle politiche di sostegno alla contrattazione multi-datoriale e alla decentralizzazione (ad esempio, i cambiamenti legislativi danno ai contratti aziendali la precedenza su quelli multi-datoriali; introducono la possibilità, per le imprese in difficoltà, di recedere dagli accordi settoriali; autorizzano il riconoscimento di rappresentanti non-sindacali nella contrattazione aziendale).

Il declino più forte (21 per cento in media) si è registrato nei paesi più colpiti dalla crisi come Cipro, la Grecia, l’Irlanda, la Lettonia, il Portogallo e la Romania.

Tuttavia, mentre diversi paesi riportano una diminuzione della copertura, dieci paesi hanno progredito nella direzione inversa con l’estensione della copertura. È stato il caso ad esempio della Finlandia, dove le parti sociali hanno firmato un accordo generale nazionale, e dei Paesi Bassi, dove si è ampliata la contrattazione collettiva con l’estensione dei contratti a nuovi settori.

Infine, in un piccolo gruppo di paesi, la copertura della contrattazione è rimasta stabile (Francia, Italia, Canada, Austria e Belgio). In questi ultimi paesi, la contrattazione collettiva è stata un elemento chiave della risposta alla crisi, anche attraverso i negoziati sugli accordi«salva posti di lavoro».

«La contrattazione collettiva può svolgere un ruolo fondamentale per tradurre la crescita in progresso sociale», dice Philippe Marcadent, Capo del Dipartimento delle condizioni di lavoro e dell’occupazione dell’ILO.

«I governi dovrebbero stare in prima linea per promuovere la contrattazione collettiva e l’utilizzo del dialogo sociale a tale fine. Ciò suppone di garantire un quadro giuridico favorevole che riconosca, promuova e difenda i diritti dei sindacati e delle organizzazioni dei datori di lavoro a fare sentire la propria voce, con misure specifiche per promuovere la contrattazione collettiva».


Altre questioni

Il documento di sintesi esamina altre questioni, in particolare quella del livello al quale avviene la contrattazione collettiva. La contrattazione multi-datoriale a livello settoriale o nazionale rimane la forma più inclusiva di copertura.

La ragione per cui, in alcuni paesi, la copertura della contrattazione collettiva supera il tasso di sindacalizzazione è connessa alla prassi inclusive dei sindacati, dei datori di lavoro (che, avendo firmato un contratto collettivo, ne applicano le disposizioni ai lavoratori indipendentemente dal fatto che essi siano iscritti a un sindacati) e dei governi (che estendono a tutti i datori di lavoro di una determinata branca o settore i contratti collettivi firmati dalle parti rappresentative).

Non è stata rilevata nessuna differenza significativa tra donne e uomini in materia di copertura della contrattazione collettiva.

Cos’è la contrattazione collettiva?
  • La contrattazione collettiva è un processo di negoziato tra sindacati indipendenti e datori di lavoro (o organizzazioni dei datori di lavoro). La contrattazione definisce le condizioni di lavoro, i salari di riferimento e la durata del lavoro, come pure le relazioni tra le parti.
  • Il risultato è un contratto collettivo, firmato dalle parti del negoziato.
  • La contrattazione collettiva assicura ai lavoratori la protezione del lavoro, e ai datori di lavoro la legittimità (o le regole) e la stabilità. La contrattazione fornisce ai poteri pubblici una forma di regolamento che viene determinata dalla parti sociali.
  • La Convenzione (n. 98) sul diritto di organizzazione e di contrattazione collettiva del 1949 è una delle otto convenzioni fondamentali dell’ILO. Fra gli altri strumenti dell’ILO si annoverano la Convenzione (n. 154) sulla contrattazione collettiva del 1981, e l’allegata Raccomandazione (n. 163).

Note:

1 La copertura della contrattazione collettiva si definisce come la quota dei lavoratori dipendenti ai quali si applica un contratto collettivo.

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