Un mese e mezzo di viaggio per monitorare lo stato di salute di 22 laghi italiani. Oltre 150 prelievi, decine di incontri e dibattiti per affrontare i problemi e condividere le esperienze di sviluppo sostenibile con amministratori locali e cittadini, blitz per denunciare la cementificazione delle coste e punti di informazione allestiti lungo la rotta.
E un verdetto preoccupante: il 70% dei campioni negli specchi d'acqua dolce del nostro Paese è risultato inquinato (tabella riassuntiva in calce). Un dato che pone la questione della qualità delle acque interne in termini di vera e propria emergenza nazionale. E' questa la conclusione della campagna Goletta dei Laghi - Cigno Azzurro di Legambiente, realizzata con il contributo di COOU (Consorzio obbligatorio olii usati) e COBAT (Consorzio obbligatorio batterie esauste) che oggi ha presentato i dati finali del monitoraggio.
"Una situazione estremamente preoccupante: i laghi italiani stanno molto peggio del nostro mare - ha commentato Francesco Ferrante, direttore generale di Legambiente -. Ci è sembrato di rivivere le prime edizioni di Goletta Verde, quando lo scarico dei reflui fognari in mare era la norma. Occorre in primo luogo investire sulla depurazione e lavorare per diffondere le buone pratiche agricole che riducano sempre di più il ricorso alla fertilizzazione chimica e l'eccessivo prelievo per irrigazione. Per questo è necessaria una sinergia forte tra amministratori locali, operatori economici e Governo nazionale per fare in modo che anche i laghi possano riscattarsi dallo stato di inquinamento, così come è successo negli ultimi vent'anni in molti tratti di mare. E i problemi riguardano anche la gestione delle coste - prosegue Ferrante -: troppo spesso l'ecosistema lacustre è pesantemente condizionato dalla morsa del cemento fatto di seconde case, alberghi e porticcioli turistici. La politica locale deve assumersi il compito di vigilare sulla salvaguardia e valorizzazione di questi luoghi, contrastando ogni forma di speculazione edilizia. Perché proprio in virtù della loro bellezza e della loro natura sono stati in grado di garantire fino a oggi un turismo di qualità".
L'equipaggio di Legambiente è partito a metà giugno dal lago di Piediluco in Umbria e ha fatto quindi rotta verso i laghi del nord visitando quelli di Avigliana, Viverone, Sirio, Maggiore, Lugano, Como, Idro, Iseo, Garda, Caldonazzo e Santa Croce tra Piemonte, Lombardia, Veneto e Trentino, per chiudere la campagna con il campionamento delle acque dei laghi laziali, S.Puoto, Turano, Bolsena, Vico, Bracciano, Martignano, Albano e Nemi.
"I tecnici del laboratorio mobile di Goletta dei Laghi - ha spiegato Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente - hanno misurato le concentrazioni di coliformi e streptococchi fecali, batteri-spia della pressione antropica, previsti dalla legge italiana (Dpr 470/82) a cui sono stati aggiunti gli escherichia coli, parametro stabilito dalla direttiva europea 2006/7/CE, che l'Italia dovrà recepire entro il 2008. Lungi dal volere attribuire patenti di balneabilità, che resta un compito esclusivo di Asl e Arpa, i dati di Legambiente rappresentano una istantanea scattata al momento del prelievo che ha l'obiettivo di stimolare l'attenzione delle amministrazioni locali sui problemi del lago".
Ma vediamo alcuni risultati nel dettaglio. Pesante il bilancio per il Trasimeno, un lago che si dimostra molto fragile in caso di sovraccarico, analizzato il 14 giugno. Per il più importante bacino umbro, il meno profondo d'Italia, se le piogge sono vitali in termini di ricambio idrico, dal punto di vista microbiologico diventano un problema, specialmente se abbondanti: le precipitazioni del 7 e 8 giugno a Passignano e Tuoro hanno raggiunto i 3 centimetri giornalieri creando problemi di tenuta alla rete fognaria in tutta l'area. Alte le concentrazioni dunque di coliformi fecali che hanno reso inquinati il 100% dei prelievi, a differenza dello scorso anno quando Legambiente aveva registrato una buona situazione igienico sanitaria. Il lago Maggiore non se la passa molto meglio: il 24 giugno il 70% dei campioni misurati è risultato fuori dai limiti di legge, di questi il 25% gravemente inquinato. Stessa cattiva sorte per il lago di Lugano, analizzato per la prima volta da Goletta dei Laghi, dove sono risultati oltre i limiti il 100% dei prelievi del 25 giugno. Una situazione grave con pesanti fenomeni di eutrofizzazione e inquinamento organico. Per questo Legambiente ha chiesto alle autorità lombarde e svizzere un forte impegno congiunto di risanamento e ribadito l'obbligatorietà dell'esposizione dei cartelli di divieto di balneazione non sempre facili da individuare. Sul Como valori oltre le soglie di legge il 30 giugno e il 1 luglio in 17 località su 22. Situazione migliore sul ramo lecchese del lago, mentre quello comasco non sembra dare segnali di miglioramento a causa della mancata depurazione che si somma a una particolare conformazione morfologica che determina tempi di ricambio idrico molto lunghi. Non passano l'esame le acque del lago d'Iseo, dove è pulito solo il 22% dei campioni analizzati l'8 luglio. Una situazione critica nonostante tutti i comuni rivieraschi siano allacciati al depuratore, che deriva dagli scarichi non depurati provenienti dalla Val Camonica e condotti a lago dal fiume Oglio. Molto grave è risultato l'8 luglio il lago d'Idro, precluso alla balneazione dallo scorso anno a causa della forte eutrofizzazione. Nelle acque dell'Eridio infatti i tecnici di Legambiente hanno registrato valori di ossigeno e Ph abbondantemente fuori dai limiti, indice di uno stato di eutrofizzazione tale da creare tutte le condizioni per la fioritura di alghe tossiche. Discreto lo stato di salute del lago di Garda, è infatti buono il dato emerso nel 42% dei campioni prelevati il 6 e 7 luglio. In controtendenza il Caldonazzo in Trentino che il 14 luglio si presentava tutto sommato come un lago con le carte in regola: sono risultati entro i limiti cinque campioni sui sei prelevati il 14 luglio sulle spiagge affollate di turisti dai tecnici di Goletta dei Laghi.
Un quadro relativamente positivo infine quello dei laghi laziali. Buone condizioni per il lago di Bracciano, che risulta leggermente inquinato solo per il 25% dei prelievi, discreti i laghi minori, meno positiva invece la situazione del lago di Bolsena.
"Ecosistemi dalla fondamentale valenza ambientale. Questo rappresentano i laghi per il COBAT, da sempre impegnato nella tutela delle acque italiane. Ma tali risorse, importanti anche dal punto di vista economico e turistico, sono a forte pericolo di contaminazione di sostanze pericolose, come l'acido solforico ed il piombo contenuti nelle batterie esauste. Sostenere iniziative come Goletta dei Laghi - Cigno Azzurro, quindi, - ha riferito Michele Zilla, Direttore Generale del COBAT - consente al Consorzio di perseguire la sua missione di tutela ambientale ed educazione dei cittadini, favorendo comportamenti virtuosi e utili alla salute di ognuno".
"I dati emersi nel corso della campagna destano preoccupazione - ha affermato Pietro Cavalletti, segretario generale del Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati -. Questo ci impone un impegno ancora maggiore soprattutto nell'orientare i cittadini a comportamenti sempre più corretti. Basti pensare che il cambio olio di un'auto, se versato in un lago, inquina una superficie grande quanto un campo di calcio. Ma se recuperato e rigenerato può trasformarsi in una preziosa risorsa economica. In oltre 20 anni di attività, il nostro lavoro ha consentito all'Italia di risparmiare 1 miliardo di euro sulle importazioni di petrolio. Risultati del genere sono resi possibili anche grazie alla collaborazione di cittadini e amministrazioni. Per questo motivo, anche quest'anno, il Consorzio ha partecipato a Goletta dei Laghi".
Ma l'attenzione di Legambiente per l'acqua dolce non riguarda solo la condizione delle acque di balneazione: Guida Blu 2007 di Legambiente e Touring Club quest'anno ha dedicato una sezione speciale alle località che si affacciano sui laghi. Il turismo lacustre oggi in Italia rappresenta il 6,5% del totale con 23 milioni di presenze. In alcune regioni (come Piemonte e Lombardia), raggiunge circa il 25% dell'intero flusso turistico regionale composto in prevalenza da stranieri. Sono nove le località dei laghi che hanno conquistato le 5 vele: Cannobio sul lago Maggiore (VB), Gardone Riviera sul lago di Garda (BS), Caldaro sul lago omonimo (BZ), Magrè sul lago di Favogna (BZ), Renon sul lago di Costalovara (BZ), Malcesine sul lago di Garda (VR), Massa Marittima sul lago dell'Accesa (GR), Castiglion del lago sul Trasimeno (PG) e Fiè allo Scillar sul lago di Fiè (BZ).
Gli sponsor della Goletta dei Laghi
COBAT è il Consorzio obbligatorio batterie esauste. Batterie che alla fine del loro ciclo di vita diventano rifiuti pericolosi, perché all'interno dell'involucro di plastica (in genere polipropilene) ci sono dei composti di piombo e acido solforico dannosi per l'ambiente e la salute dell'uomo. COBAT assicura la raccolta gratuita tramite operatori incaricati che ritirano le batterie esauste presso tutti gli autoriparatori, nonché nelle isole ecologiche istituite ad hoc dai Comuni o gestori che effettuano la raccolta differenziata e nei punti di raccolta di imprese ad alto consumo di batterie, di ipermercati, porti e consorzi agrari. Nel 2005, in Italia, il COBAT ha raccolto e riciclato oltre 200 mila tonnellate di batterie al piombo esauste e fatto risparmiare al nostro Paese oltre 100 milioni euro sulle importazioni di materia prima.
COOU è il Consorzio obbligatorio degli oli usati. La legge gli ha affidato i compiti di garantire la raccolta e il riutilizzo dei lubrificanti usati e di sensibilizzare i cittadini sui danni provocati dalla dispersione nell'ambiente di questo rifiuto pericoloso. Negli ultimi anni la comunicazione del COOU è stata particolarmente attenta al settore della nautica, per i gravi danni che può provocare nell'acqua: il cambio d'olio di un'auto, versato nel lago, inquina una superficie grande come un campo di calcio. Per questo ha deciso di partecipare attivamente all'iniziativa Goletta dei laghi Nel 2006 in Italia il COOU ha recuperato 216.251 tonnellate di oli usati (pari all'89% del potenziale raccoglibile).
EcoRadio e La Nuova Ecologia sono i media partner della campagna
I tecnici di Legambiente viaggiano su mezzi Natural Power di Fiat
L'Ufficio stampa